FIDUCIA PER SOLI 2 VOTI
Leone si rimangia tutto, dal cdx non una parola su motivi della crisi. E Pittella giganteggia
Da Iv «sfiducia costruttiva», Bardi scaricato da Piro, Vizziello e Zullino, punzecchiato da Cifarelli, la prende sul personale
POTENZA. Vito Bardi, almeno per ora, resta presidente della Regione Basilicata. La mozione di sfiducia presentata dal Partito democratico e dal Movimento 5 Stelle non viene approva in Consiglio regionale.
Non una maggioranza bulgara però per Bardi ma solo due voti in più dell’opposizione.
LA NUOVA GIUNTA NON COMPATTA LA MAGGIORANZA
Nonostante, poco prima di avviare i lavori di una seduta infuocata del Consiglio regionale, il presidente della Regione sia riuscito a varare il Bardi Ter, facendo rientrare Fratelli d’Italia nuovamente in maggioranza, la coalizione ha mostrato segni di ulteriori cedimenti.
La nomina dei neo assessori Fanelli, Merra, Cupparo, Latronico e Galella non è piaciuta proprio a tutti. Il capogruppo di Forza Italia Piro non ha preso affatto bene il ritorno in Giunta di Cupparo.
Dopo aver annunciato pubblicamente di non votare la fiducia a Bardi non si è presentato in Aula. Negando di fatti il suo sostegno al presidente. Stesso atteggiamento tenuto dai due leghisti Zullino e Vizziello. La prova di una ritrovata unità nel centrodestra viene di fatti persa almeno nell’immagine.
Il varo della nuova Giunta che avrebbe dovuto portare unità ha probabilmente dato vito a nuovi mal di pancia. Non tralasciando l’annuncio della consigliera Sileo nel passare al Gruppo misto lasciando la Lega.
IL RITROVATO AMORE CON FRATELLI D’ITALIA
Alla fine i meloniani passano nel giro di soli 7 giorni da convinti oppositori a sostenitori più accaniti di Bardi. Il merito è la concessione di due postazioni all’interno della Giunta.
Ad assicurarsi però che tutto filasse liscio, soprattutto dopo exploit di Leone nell’ultimo Consiglio regionale, l’onorevole Salvatore Caita coordinatore provinciale di Potenza di FdI. Infatti, non a caso gli interventi miti di Quarto e Coviello con il solito richiamo alla responsabilità non stati rafforzati dalle parole di Leone.
L’ex assessore alla Sanità in modo calmo e tranquillo ha chiesto scusa per i toni a Bardi, quasi come se fosse pronto a rimangiarsi quanto detto nell’ultima Assise.
L’IRA DELL’OPPOSIZIONE
Hanno difeso fino all’ultimo la loro scelta di portare avanti la mozione di sfiducia i rappresentanti dell’opposizione.
Dai 5Stelle è giunto nuovamente l’invito alle dimissioni, considerate anche le assenze che in un Assise così importante hanno palesato tutta l’insofferenza di un centrodestra per nulla compatto. Decisamente duro il commento del capogruppo del Pd Cifarelli che non ha risparmiato critiche all’azione di governo, portando lo stesso Bardi più volte ad alterarsi nel corso dei lavori.
A fare la differenza è stato certamente il consigliere dem Pittella. Un intervento il suo sulla vera estetica della politica, che purtroppo il centrodestra litigioso non ha saputo dimostrare. Un chiarimento doveroso invece quello giunto da Italia Viva che, come ribadito in conferenza stampa, ha appoggiato la sfiducia come «un atto costruttivo. Per mettere il cdx dinanzi ad un immobilismo reale, questo è il tempo di pensare ai cittadini più che al destino personale».
I PRIMI AVVERTIMENTI PER GALELLA
Tra un intervento e l’altro i consiglieri di opposizione non hanno perso l’occasione per lanciare i primi avvertimenti ai neo assessori in Giunta. Ad essere preso di mira più degli altri è stato Alessandro Galella, ex capo ultras del Potenza Calcio. Non a caso proprio su questo Leggieri ha ricordato come «Il Consiglio non è una curva dello Stadio».
A fargli eco Braia che ha rilanciato: «Spero che non scambi la Regione per la Curva Nord». Probabilmente il neo assessore alle Attività Produttive non avrà vita facile in Consiglio.
LA RICHIESTA DI APPOGGIO ALLA MAGGIORANZA DI BARDI
Il governatore lucano ha provato a restare la suo posto. Ha ingoiato il boccone amaro di dover nominare una nuova Giunta a soli sette giorni dal Bardi bis e permettere ad FdI di avere due assessori.
Nonostante queste, i membri della sua maggioranza che avrebbero dovuto apprezzare il suo gesto di conciliazione in realtà gli hanno voltato le spalle.
Ben tre le assenze in Aula che di fatti hanno sancito come la pace nel centrodestra sia ancora lontano.
Il governatore ha provato a restare in piedi nonostante tutto ma ci ha tenuto a precisare che «la situazione a cui i lucani hanno dovuto assistere non è dipesa da lui, ma dai partiti».
Il governatore non ha nascosto di trovarsi in «un giorno triste, che non si sarebbe mai immaginato di affrontare. Ma che ora si augura di poter andare avanti per dare risposte ai lucani».