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E SE PIRO, VIZZIELLO E ZULLINO FACESSERO UN NUOVO GRUPPO?

Il Bardi ter nasce senza maggioranza, nella migliore delle tradizioni dei governi della non sfiducia. E se i tre facessero gruppo?

DIARIO DELLA CRISI


DI MASSIMO DELLAPENNA


In tempi in cui la politica aveva una migliore e più nobile opinione di se stessa il risultato del voto sulla mozione di sfiducia avrebbe comunque comportato le dimissioni del Generale.

Bardi è capitolato sulle richieste di Fratelli d’Italia concedendo i due assessori, tra cui uno a Rosa per interposta persona, ha rimesso in pista Cupparo dopo le sue svariate dimissioni, ha evitato il voto di sfiducia ma non ha più la maggioranza assoluta del Consiglio Regionale.

IL GOVERNO DELLA NON SFIDUCIA

Sembra di tornare indietro nel tempo, alle formule della Prima Repubblica, il Governo non ha la fiducia dell’aula ma non ci sono i numeri per la sfiducia, almeno per adesso.

Piro, Zullino e Vizziello abbandonano la maggioranza ma non rispettivamente Forza Italia e la Lega, Sileo abbandona la Lega ma non la maggioranza. Piro, Zullino e Vizziello insieme valgono quanto Fratelli d’Italia in Consiglio ma non hanno né il coraggio né la forza politica di far cadere il Governo e sciogliere il Consiglio.

Una cosa, infatti, è chiedere lo scioglimento del Consiglio dalla posizione di forza di FdI, altra è farlo dalla debolezza dell’assenza di una casa. Nel primo caso, infatti, si può puntare alla rielezione in un partito ben strutturato, nel secondo si sa che non ci sono alternative alla sopravvivenza politica ed economica.

Per poter salvare la poltrona si deve salvare il Governo, altrimenti la si perde per sempre. Una motivazione poco nobile che, forse, consentirà al Bardi ter di sopravvivere ma non si sa se gli consentirà di governare. Del resto, se i tre avessero avuto coraggio avrebbero potuto minacciare o votare la sfiducia ieri per costringere il Governatore al cambio di Giunta.

LA PROVA DEI NUMERI

Il Bilancio e soprattutto il rinnovo della Presidenza del Consiglio le prossime sfide in cui la maggioranza dovrà provare di essere ancora tale. Cammino in salita se non impossibile per Cicala che attualmente può contare su un paio di voti rispetto agli 11 necessari, scenario questo che potrebbe portare la maggioranza a proseguire in prorogatio a meno che non ci sia una richiesta esplicita dei Consiglieri regionali.

CHI VINCE E CHI PERDE

Sicuramente vince FdI che impone i due assessori e la resa incondizionata a Bardi ma, soprattutto, vince – come già lucidamente analizzato da queste colonne ieri a caldo – Rosa che riesce ad imporre la continuazione del suo ruolo di assessore tramite il fidatissimo Galella.

Una prova di lealtà e di forza non di poco conto da parte del fondatore di Fdi che ora può guardare con serenità al dibattito interno al partito e con ottimismo alle prossime elezioni politiche.

Perde la Lega che si spacca in due o in tre tronconi, perde anche Forza Italia che non solo riduce la sua presenza in Consiglio ma, soprattutto, dimostra di non avere nessun peso territoriale.

Perde sicuramente Bardi che se conserva la poltrona perde sicuramente la faccia e forse la maggioranza in Consiglio necessaria per governare.

Ciò che accadrà in futuro è da vedere giorno per giorno, certo le premesse non sono ottimistiche per un centrodestra distrutto ma saldamente attaccato alle poltrone, almeno fino a quando Piro, Zullino e Vizziello non troveranno un’intesa solida per muovere qualche azione che non si limiti alla critica infruttuosa. Tra l’altro proprio ieri Piro ha nuovamente notificato che per il futuro non ci sarà, ma tra il dire e il fare…


 

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