IL PARERE DI ELISABETTA SIONIS SUL CASO: CAROL MALTESI ~ DAVIDE FONTANA
Invero, il Fontana potrebbe aver avuto in mente di far figurare che Carol si fosse “allontanata” senza darne preavviso ad alcuno, solo da pochi giorni rispetto all’impegno di lavoro non onorato
UN CASO ALLA VOLTA FINO ALLA FINE
Con la collaborazione della dottoressa ELISABETTA SIONIS*
IL PARERE DI ELISABETTA SIONIS SUL CASO: CAROL MALTESI ~ DAVIDE FONTANA
Davide Fontana: il food blogger KILLER che ha depezzato, bruciato e congelato il cadavere di Carol Maltesi.
Si chiamava Carol Maltesi la ventiseienne uccisa a fine gennaio, il cui corpo suddiviso in 15 parti, è stato rinvenuto il pomeriggio di Domenica 20 marzo, all’interno di quattro sacchi in un dirupo a Paline di Borno, in Val Camonica.
Ad essere accusato del barbaro omicidio, distruzione e soppressione di cadavere, Davide Fontana, di 43 anni, impiegato in banca.
L’uomo ha confessato di aver ucciso la giovane e di averne fatto a pezzi il cadavere, averlo congelato e essersene disfatto dopo due mesi.
Secondo le prime indiscrezioni, la tesi difensiva sembra tenti di sostenere si sia trattato di un omicidio colposo, maturato durante quello che il Fontana, avrebbe definito “un gioco erotico andato male”
Carol, italo-olandese, madre di un bimbo di sei anni che vive in Veneto col padre, conosceva il suo assassino, suo vicino di casa e amico, col quale sembra aver avuto una relazione.
La procura, coordinata dal Pm Lorena Ghibaudo ed i carabinieri hanno lavorato incessantemente al fine di scoprire a chi appartenessero gli undici tatuaggi impressi nei resti martoriati, ritrovati casualmente da un sessantenne che ha notato una mano femminile, con le unghie laccate e glitterate lilla e argento, sporgere da uno dei sacchi, tra rovi e spazzatura.
Grazie alle segnalazioni ricevute anche dalla redazione di bsnews.it, è stato possibile dare un nome al volto sfigurato, bruciato e reso irriconoscibile dal suo aguzzino: Carol era una influencer nota nel web e sette dei suoi tatuaggi, resi pubblici dalla forze dell’ordine, sono stati riconosciuti dai suoi fan che non hanno esitato a indicare la circostanza.
Stamattina alle 10.30, in carcere, è previsto l’interrogatorio di garanzia davanti al Gip di Brescia Andrea Corvi, per la convalida del fermo.
Davide Fontana è difeso dall’avvocato Stefano Paloschi.
Le indagini sono attualmente concentrate sulla verifica della ricostruzione omicidiaria effettuata dall’indagato.
In questa brutale e tortuosa vicenda sono, difatti, molteplici gli aspetti che stridono nella confessione resa dal Fontana, in una narrazione durata tre ore.
Abbiamo raggiunto telefonicamente la Dr.ssa Elisabetta Sionis, criminologo clinico, al fine di sentire una sua valutazione in merito.
Dr.ssa Sionis, alla luce degli elementi finora emersi ritiene verosimile la ricostruzione effettuata dall’indagato?
“Non ho avuto modo di leggere alcun atto di indagine, pertanto, le mie considerazioni si ancorano prettamente ai pochi dati riportati dai mass media.
Ritengo, tuttavia, alquanto inverosimile, una crimino- dinamica colposa, così come pare sia stata riferita dal Fontana.
Egli, sembra aver sostenuto che la morte di Carol sia intervenuta accidentalmente, all’esito di un gioco erotico durante il quale l’uomo la avrebbe colpita con una martellata al cranio.
Ritengo altamente inverosimile si sia verificata una pari circostanza col consenso della ragazza.
Non è improbabile che per il Fontana, invero, l’omicidio tramite la martellata, abbia assunto una connotazione erotica e di appagamento sessuale,
Questa mia ipotesi, oltre a derivare dalle parziali ammissioni dell’uomo, è suffragata dai comportamenti successivi all’omicidio ed, in particolar modo, dal depezzamento e congelamento del cadavere.
Inoltre, secondo alcune testimonianze rese alla stampa, da una amica di Carol, sembrerebbe che il Fontana fosse stato visto transitare nudo nel ballattoio che univa gli appartamenti in cui rispettivamente vivevano vittima e carnefice.
Si tratta di una condotta che potrebbe indicare una tendenza all’esibizionismo.
Fontana era conosciuto anche come fotografo e frequentava i set di soft porn in cui si esibiva Carol.
Non è da escludersi una certa tendenza all’esibizionismo e al voyeurismo, così come non è improbabile che abbia conosciuto la ragazza in ambienti legati alla sua professione di stripper e le si sia “allegato” proprio per quel motivo.
Se così fosse, egli avrebbe scelto Carol in quanto potrebbe aver individuato in lei la cosiddetta vittima perfetta.
I fatti dimostrano la totale assenza di fattori protettivi che avrebbero potuto scongiurare la tragedia o far in modo che la scomparsa e l’omicidio fossero immediatamente scoperti: Carol è sparita nella totale indifferenza di tutti.
Non è improbabile che il suo assassino fosse a conoscenza della solitudine che caratterizzava quella giovane esistenza e, per tale motivo, si sia sentito al sicuro nel portare avanti il suo atto criminale.
È Davide Fontana ad attribuire una connottazione erotica all’atto omicidiario quando, appunto, lo definisce il risultato di un gioco erotico.
Secondo la sua versione, inoltre, la mattanza sarebbe avvenuta all’interno dell’appartamento della vittima, ove egli avrebbe poi sezionato e congelato il cadavere all’interno di un freezer acquistato per l’occasione.
Al momento, non è dato sapere se concretamente il freezer sia stato comprato successivamente all’omicidio anche perché ancora non si conosce la data certa del fatto-reato.
L’acquisto del congelatore in data anteriore all’omicidio, dimostrerebbe la premeditazione.
Un’altra circostanza che gli inquirenti dovranno chiarire riguarda la modalità ed il luogo in cui sia stato bruciato il cadavere, versomilmente, prima di essere congelato.
Ossia, occorre accertare se sia stato prima dato alle fiamme e poi sezionato e disposto nel congelatore o se il depezzamento sia antecedente alla combustione.
Depezzare un corpo di cinquanta chili per un metro e sessanta di altezza, non è una operazione semplice e di breve durata.
Allo stesso modo, risulta difficile credere che il cadavere sia stato dato alle fiamme all’interno dell’appartamento, a meno che, non sia stato bruciato dopo il sezionamento, ad esempio, all’interno di un forno in cui sono stati disposti in momenti diversi i vari distretti corporei.
La attività di distruzione del cadavere, secondo le prime dichiarazioni del reo, avrebbe avuto il fine di potersene disfare con più facilità.
Detta ammissione, tuttavia, mal si accorda con tutti i comportamenti posti in essere dall’omicida, in primis, si scontra col fatto di aver conservato i resti per almeno due mesi e, a suo dire, all’interno dell’appartamento della vittima.
L’assassino aveva la piena disponibilità dei poveri resti, sebbene li avesse occultati nell’appartamento della ragazza, considerato che le due case erano unite da un ballatoio esterno ed egli aveva libero accesso all’immobile.
Ha mantenuto, pertanto, un rapporto col cadavere, che potrebbe aver assunto un ruolo totemico teso ad alimentare eventuali fantasie sessuali.
Sarà importante verificare se gli accertamenti autoptici in fieri presso l’Istituto di medicina legale di Brescia, confermino o meno la presenza di tutti gli organi.
Qualora dovesse mancare qualche parte del povero corpo martoriato, occorrerebbe tenere in considerazione: le modalità, il mezzo e il luogo in cui sono stati combusti i resti e la passione per la cucina nutrita dal Fontana, il quale si definisce food blogger e non ha mai smesso di pubblicare immagini di hamburger e cibo, neanche in seguito all’omicidio.
Allo stesso modo, non andrebbe sottovalutata la sua passione per la fotografia e andrebbe verificato se possa aver immortalato i brutali atti.
Fontana potrebbe aver deciso di disfarsi del cadavere in data 20 marzo, poiché temeva che gli organizzatori dell’evento fissato in un locale al centro di Milano, dall’undici al tredici dello stesso mese, potessero segnalare la scomparsa di Carol.
In questo senso, si spiegherebbe anche tutta la attività svolta dal reo sulle piattaforme social in luogo della ragazza.
Invero, il Fontana potrebbe aver avuto in mente di far figurare che Carol si fosse “allontanata” senza darne preavviso ad alcuno, solo da pochi giorni rispetto all’impegno di lavoro non onorato.
AGGIORNAMENTI
Convalidato il fermo
Omicidio Carol Maltesi, Davide Fontana conferma la prima confessione: “Uccisa a martellate”
È durato meno di mezz’ora l’interrogatorio in carcere di Davide Fontana, il 43enne dipendente di banca fermato lunedì con l’accusa di aver ucciso e fatto a pezzi la 26enne Carol Maltesi, italo-olandese, madre di un bambino di sei anni che vive con il padre.
Da meno di un anno la giovane donna aveva iniziato a lavorare nel cinema erotico, a cui si era avvicinata all’inizio pubblicando dei video sul sito Onlyfans con il nome d’arte di Charlotte Angie.
L’omicidio è avvenuto nel gennaio scorso a Rescaldina, vicino Legnano, nel Milanese nella casa della vittima.
Fontana, impiegato di banca e fotografo, era vicino di casa di Carol Maltesi, aveva avuto una relazione con lei nel 2020, poi, come certificato da conoscenti comuni, i due erano rimasti amici.
La confessione
Davanti al gip Angela Corvi, Fontana si è rifatto all’interrogatorio di lunedì scorso in cui ha confessato di aver ucciso la donna durante una pratica erotica estrema che prevedeva colpi di martello su tutto il corpo. L’uomo avrebbe detto di non sapere bene cosa fosse successo, di essersi reso conto di averle procurato molte ferite e, sebbene pensasse che la ragazza fosse ormai morta, di averle tagliato la gola con un coltello da cucina poi buttato in un cestino dell’immondizia a Rescaldina.
In quella occasione, il 43enne, in un racconto dell’orrore, aveva dichiarato agli inquirenti di aver fatto a pezzi il corpo della giovane, di averlo nascosto per due mesi in un congelatore e spiegato poi di averlo smembrato in vari momenti.
Aveva ancora aggiunto di aver tentato di darle fuoco e infine di aver abbandonato i resti, contenuti in quattro sacchi dell’immondizia, in un dirupo a Borno, tra le montagne del Bresciano.
Il gip ha confermato il fermo di Fontana, che resta in carcere. Gli atti saranno trasmessi per competenza territoriale alla Procura di Busto Arsizio.
Dopo il ritrovamento, i resti della ragazza erano stati portati all’istituto di medicina legale di Brescia, ma l’identificazione era risultata particolarmente difficile: la donna aveva, infatti, ricevuto molti colpi al volto che l’avevano sfigurata, probabilmente inferti dopo la sua morte.
È stato per questo che gli investigatori e gli inquirenti avevano deciso di diffondere la descrizione di una parte degli undici tatuaggi che la donna aveva sul corpo, sperando in un riconoscimento.
I sospetti del giornalista e la svolta nelle indagini
Proprio da quei tatuaggi un giornalista di BsNews era risalito all’ipotesi che il corpo ritrovato a Borno fosse della giovane Carol Maltesi e aveva provato a contattarla con alcuni messaggi su WhatsApp.
Ad alcuni di questi era arrivata risposta:
“Non ho tempo per i giornalisti”, oppure “Io sto bene fortunatamente”
Pur avendo avuto riscontro ai messaggi, il giornalista aveva però verificato che il profilo Facebook della donna era fermo da tempo. Aveva così deciso di comunicare agli inquirenti i suoi sospetti.
A rispondere ai messaggi, si è scoperto dopo, era stato Fontana che, per diverso tempo dopo l’omicidio, aveva conservato e utilizzato il telefono di Carol Maltesi allo scopo di depistare le indagini.
*Criminologo clinico esperto in psicologia giuridica, già magistrato onorario presso il Tribunale per i minorenni di Cagliari