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MORTE DI CAROL MALTESI: AGGIORNAMENTI E ANALISI A CURA DOTTORESSA ELISABETTA SIONIS

Considerata la passione per l’arte culinaria e la fotografia e visto il grave sadismo e cinismo di cui è pervaso, non sarebbe da escludere l’ipotesi dell’utilizzo del braciere nella mise en place di una scenografia dell’orrore finalizzata ad immortalare quelle orride immagini per poi destinarle al mercato illegale

UN CASO ALLA VOLTA FINO ALLA FINE 

In esclusiva per CRONACHE LUCANE l’analisi della dottoressa Elisabetta SIONIS 
Dott.ssa Elisabetta Sionis, criminologo clinico esperto in psicologia giuridica

CAROL MALTESI 


I fendenti rappresentano inoltre i mezzi utilizzati più frequentemente nel depezzamento; con tale termine si indica lo smembramento del cadavere, operato per mezzo di mannaie, accette e talora seghe elettriche. In questi casi, considerato che non è sufficiente un solo colpo per depezzare un arto, è possibile rinvenire sulle ossa le intaccature dovute alla violenta e reiterata azione lesiva dell’arma e talvolta (per le lame a seghetto) identificare lo strumento utilizzato. Lo studio della vitalità delle lesioni consentirà di stabilire se il depezzamento sia avvenuto con il soggetto ancora in vita o in liminae vita o su cadavere.

DAVIDE FONTANA ~ CAROL MALTESI


Ieri, durante l’udienza di convalida del fermo, l’impiegato della Bpm di Milano ha confermato la confessione 

Al Gip ha ribadito di essersi recato a casa di Carol per registrare, col consenso della giovane, due video destinati al mercato hard.


Terminato il primo filmato, secondo la ricostruzione dell’assassino, si sarebbero spostati nella camera da letto sita al piano superiore dell’appartamento, in cui vi è un palo da lap dance.

Legati i polsi della vittima, completamente nuda, in posizione supina, al palo con del nastro telato, le ha inserito un sacchetto di plastica nero sulla testa.

Dopo averle legato anche i piedi, ha preso un martello e ha iniziato a colpirla su tutto il corpo, fino a raggiungere la testa.


Fontana, nel ripercorerre la racapricciante scena delittuosa ha affermato:

“l’ho colpita diverse volte, ma non forte, partendo dalle gambe in su. Poi quando sono arrivato verso la testa ho iniziato a colpirla forte Non so bene il perché. Non so che cosa sia successo. Lei si muoveva con la testa e io continuavo a colpirla ma non so dove perché aveva il sacchetto. Le ho tolto il cappuccio e credo che fosse morta. Mi son reso conto di averle procurato molte ferite dalle quali perdeva molto sangue. Ma, non sapendo che altro fare, le ho tagliato la gola con un coltello da cucina a lama liscia che poi ho gettato. Vedevo che stava soffrendo e ho concluso le sue pene tagliandole la gola. Dopo averla uccisa l’ho guardata per mezz’ora”

Dottoressa Sionis, sulla base dei dettagli emersi dalla confessione, è possibile tracciare un iniziale profilo criminologico del Fontana?

Fontana ha offerto una parziale ed artefatta ricostruzione del fatto-reato.
La narrazione intrisa di menzogne, omissioni, incongruenze ed edulcorata al fine di condizionare favorevolmente i suoi interlocutori, in ogni caso, permette di tracciare un preliminare profilo del soggetto.

Egli è senza dubbio un sadico, esibizionista e voyeurista 

Un manipolatore, avvezzo al mendacio e con capacità empatica totalmente assente.

Ritengo che la confessione derivi da una scelta ponderata e tesa ad avvantaggiarlo in ambito giudiziario.

Fontana ha finto di collaborare con gli inquirenti nel momento in cui si è reso conto di essere stato smascherato, difatti, ha omesso numerosi dettagli e ha dichiarato il falso.

In primis, non è credibile che non ricordi con precisione la data del delitto.

Secondo quanto riferito dagli organi di informazione, avrebbe collocato l’omicidio, alternativamente, nella mattina del 10 o in quella dell’11 gennaio, mentre era in smart working.

Non è improbabile che finga di non ricordare la data precisa al fine di poter spostare e ricollocare a suo vantaggio tutta la concatenazione degli eventi e così evitare la aggravante della premeditazione.

Potrebbe aver anticipato la data del delitto tra il 10 e l’11 gennaio, di modo che l’acquisto del seghetto e del freezer risultino successivi e non anteriori alla mattanza.

In merito al seghetto, inoltre, non è detto che quello acquistato nella data indicata dal Fontana, sia lo stesso utilizzato per la mattanza.

Ha dichiarato di essersi disfatto del coltello, pertanto, è probabile che abbia fatto sparire anche il seghetto con il martello e successivamente ne abbia acquistato di nuovi.

Fontana è certo di poter dimostrare che sino all’11 gennaio Carol fosse in vita.

Per tale motivo fa riferimento alla registrazione di due video e riferisce di aver cancellato, guarda caso, solo quello dell’omicidio.

Non è improbabile che, qualora quel fimato fosse stato registrato col telefonino attualmente sottoposto ad analisi informatica, una volta acquisito dal dump, riporti una data successiva e prossima a quella di ricezione del pozzetto freezer, ossia dal 15 gennaio in poi.

Qualora nel cellulare in giudiziale sequestro non vi fosse traccia del filmato del delitto, verosimilmente significherebbe che potrebbe averlo registrato con un altro dispositivo e forse immesso nel dark web.

Gli snuff movie sono pagati molto bene

Non è verosimile che abbia sgozzato Carol con un coltello da cucina, contestualmente al momento in cui, levatole il sacchetto dalla testa e verificate le gravi lesioni, “abbia voluto porre fine alla sua sofferenza”: Fontana era armato di coltello e martello sin dal principio.

E non si è mai spostato dal cadavere prima di aver concluso il macabro rituale, compresa la mezz’ora di osservazione post mortem.

Non è credibile quando afferma di non essersi reso conto di quali fossero i punti nei quali stava infliggendo le martellate, a causa del sacchetto che occultava il cranio.

La testa è un distretto di piccole dimensioni pertanto è chiaro a tutti che qualunque colpo, le venga inferto con violenza, possa essere mortale.

L’accoltellamento e lo smembramento del cadavere costituiscono atti sessuali sostitutivi.

Il medico legale ha evidenziato una certa precisione chirurgica nel depezzamento tale da ritenere che l’autore potesse avere competenze specifiche in chirurgia, appunto, o essere un macellaio o un cacciatore, ad esempio.

Il depezzamento non ha avuto il fine di agevolare l’assassino nell’occultamento del cadavere

Invero, i poveri resti hanno ricoperto la funzione di souvenir/totem: Fontana ha interagito col cadavere per circa due mesi.

Non è improbabile che nella mezz’ora post omicidiaria durante la quale sostiene di aver osservato il cadavere, abbia compiuto atti sessuali sui resti e/o masturbatori.

Fontana ha anche dichiarato di aver acquistato un braciere che però avrebbe restituito, essendosi rivelato inutile al fine di carbonizzare i poveri resti della vittima.

Considerata la passione per l’arte culinaria e la fotografia e visto il grave sadismo e cinismo di cui è pervaso, non sarebbe da escludere l’ipotesi dell’utilizzo del braciere nella mise en place di una scenografia dell’orrore finalizzata ad immortalare quelle orride immagini per poi destinarle al mercato illegale.

In conclusione, emerge un quadro personologico e criminologico nefasto: Fontana è un lucido assassino, socialmente pericoloso e con alta propensione a condotte della stessa specie di quelle per le quali è indagato.

Dopo poche settimane dall’efferato omicidio ha preso contatti con altre ragazze offrendosi come fotografo e ha aperto un sito online per la vendita di filmati e immagini hard:

Fontana è un predatore che presenta tratti e caratteristiche sovrapponibili a quelle che si riscontrano nei profili criminologici del serial killer

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