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IL MUSEO DEI SASSI: IL COMUNE CI RIPENSA

La variante sul “Parco della civiltà contadina” fa discutere, riapre il cantiere e il dibattito politico

CAOS MATERA


Una recente delibera della Giunta comunale di Matera ha stabilito che il progetto detto Parco della civiltà contadina e finalizzato al recupero e alla valorizzazione delle case grotta del Sasso Caveoso, sarà oggetto di una variante che consentirà di apportare alcune modifiche. Di per sé la cosa sarebbe del tutto normale se non fosse per il fatto che le modifiche consentiranno di riportare in vita l’accantonato progetto del Museo “Dea”.

Va detto che l’idea di realizzare un museo a cielo aperto proprio nella zona dei Sassi, fu del professor Rocco Mazzarone che per primo negli anni ‘60 formalizzò la sua proposta e successivamente il progetto museale venne denominato con l’acronimo Dea che significa demoetnoantropologico.

I primi lavori vennero iniziati dal Comune nel 2017 per un costo di 720mila € e una parte della zona venne in effetti ristrutturata e dotata di pavimentazione, rete fognaria, lampade a braccio e parapetti, lasciando però sempre una vasta area del Sasso Caveoso in totale abbandono. Fu a questo punto che entrò in gioco il nuovo intervento di riqualificazione detto Parco della civiltà contadina che, propedeutico all’evento di Matera Capitale europea della cultura 2019, si presentava come una sorta di superamento del Dea, un nome quest’ultimo destinato tra l’altro a non comparire più nel nuovo progetto.

Ed ecco allora che Cronache Lucane nel corso di un’inchiesta sui Sassi suggerì di non abbandonare il progetto del Dea ma anzi di rivitalizzarlo e armonizzarlo col nuovo intervento del Parco della civiltà contadina. Ebbene, come testimoniano i recenti provvedimenti presi dal Comune di Matera, possiamo affermare con grande soddisfazione che l’amministrazione materana ha deciso di seguire l’indirizzo suggerito oltre un anno fa da Cronache Lucane.

La Giunta comunale ha infatti confermato l’intento di non accantonare il progetto Dea che gli stessi esperti consultati dall’Amministrazione hanno definito: «Una delle principali risoluzioni progettuali che sono contenute nei programmi attuativi della legge 771/86 inerenti il recupero dei Sassi».

Il nuovo Dea inoltre, apprendiamo dai documenti ufficiali, «Si avvarrà delle competenze in sinergia tra loro della Direzione generale dei musei presso il Ministero dei beni culturali, dei rappresentanti delle Soprintendenze regionali della Regione Basilicata, del Museo nazionale Ridola e del Museo della civiltà dell’Eur di Roma ». Verrà inoltre costituito un comitato scientifico che, come annunciato dall’Amministrazione, «Assumerà la regia antropologico-culturale dell’intervento Dea e promuoverà altresì l’attività di incontri e di ricerca per rendere viva la nuova istituzione museale».

Ma soprattutto, ha annunciato il Sindaco Bennardi, verrà modificata la designazione del progetto ripristinando l’originaria denominazione di “Museo Dea di Matera”.

Occorre anche dire che la notizia non ha trovato tutte le forze politiche concordi, il leader Schiuma del movimento Cittadini Controvento, infatti, ha espresso perplessità nel progetto di variante e soprattutto sull’intento espresso dalla Giunta comunale di «Istituire una Fondazione per gestire il museo Dea, che abbia come enti fondatori il Ministero dei beni culturali e il Comune di Matera ». Sicuramente dunque non mancheranno gli sviluppi dei lavori nel nuovo cantiere del “Dea” ormai salvo.

Ma ci saranno di sicuro sviluppi anche nel dibattito politico allorché maggioranza e opposizione si confronteranno in Consiglio comunale sulla necessità di ultimare al più presto un museo che attende da troppi anni di essere inaugurato.


 

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