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PARCO DELL’APPENNINO: PRIORE ORMAI DÀ SEGNI DI SQUILIBRIO

Dopo i post sessiti, attacca pure Pipponzi


«Èinaccettabile che rappresentanti delle istituzioni “cadano” e perseverino nel più becero sessismo. Mi preoccupa che costui sia datore di lavoro anche di tante donne e vorrei sapere che condotte assume nei loro confronti».

È stato questo il commento che la Consigliera regionale di Parità, Ivana Pipponzi, ha rivolto tramite Cronache Lucane all’ennesimo post discutibile sulle donne pubblicato sui social da Giuseppe Priore.

Priore non è un semplice cittadino ma è un rappresentante delle Istituzioni, più precisamente riveste il ruolo di Presidente del Parco Nazionale Appennino Lucano.

La Pipponzi nel suo intervento ha chiesto alle Autorità preposte di adottare «ogni opportuno ed immediato provvedimento». Il day after a tale richiesta si è aperto con l’ennesimo post social del Presidente del Parco Appennino Lucano che sulla sua bacheca ha scritto: «Che pepenzi o peponzi, sta mattina».

In molti nelle leggere il messaggio social di Priore ci hanno visto un chiaro riferimento, collegato al “gioco” di parole, al cognome della Consigliera regionale di Parità Pipponzi.

D’altronde la coicnidenza del post subito dopo le affermazioni della Pipponzi non riescono a far pensare ad una assurda casualità.

Basti pensare che la solidarietà verso la Pipponzi è stata immediata, diversi gli attestati di stima giunti alla Consigliera regionale di Parità non solo di semplici cittadini che si sono detti «disgustati » da tali atteggiamenti ma anche da diversi rappresentanti delle istituzioni che hanno gridato «vergogna».

La notizia che ha fatto il giro della rete molto velocemente è giunta anche al senatore della Lega, Pasquale Pepe che nei giorni scorsi sempre dopo un altro post “discutibile” di Priore sulle donne ucraine (in pieno conflitto armato) aveva presentato una interrogazione al Ministro. Pepe, da fonti certe, pare aver inserito nel dossier da presentare al Ministro anche questo post social.

Priore inoltre è già oggetto di un’altra interrogazione parlamentare, tuttora inevasa del settembre scorso, riguardante sempre un altro post social.

Questa volta però il riferimento era offensivo nei confronti del leader della lega Matteo Salvini, accostato ad un talebano. Lo stesso Salvini minacciò una querela verso Priore.

Come detto dalla stessa Consigliera Pipponzi «Dalle istituzioni ci aspettiamo innanzitutto il buon esempio ed il rispetto, poi percorsi volti all’effettiva inclusione, forieri di un rafforzamento della cultura paritaria, non certo becere battute che strumentalizzano il corpo della donna ».

È evidente che, tali discutibili post social, che non ha mai inteso cancellare tali affermazioni dalla sua bacheca o addirittura scusarsi pubblicamente coinvolga anche la credibilità del governo nazionale che gli ha permesso di essere riconosciuto come presidente del Parco dell’Appennino Lucano.

Che si tratti di insulti sessisti, molesti sessuali o di discriminazioni di genere, la violenza sulle donne intesa in senso ampio è un fenomeno ancora molto diffuso. Le campagne di sensibilizzazione, le lotte di genere e le denunce hanno certamente permesso nel tempo di migliorare la situazione ma la strada da fare per debellare ogni forma di violenza è ancora tanta.


 

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