Il PIROMANE DELLA POLITICA

Sarà per via di quel suo cognome di fuoco, ma sta di fatto che la politica di Francesco Piro, capogruppo di Forza Italia, ha come abitudine principale non solo quella d’appiccare l’incendio, ma anche di sabotare l’arrivo in sirena dei pompieri, soprattutto di quelli comodamente interessati a spegnere le fiamme solo di casa propria. Ora c’è da dire che questa pirografia patrononimica che lascia molto a desiderare sul piano dell’eleganza discorsiva e del bon ton stilistico sta avendo quantomeno il merito inaspettato d’affossare il pensiero unico e lo spirito d’obbedienza che un anziano generale, pur in pensione, ha preteso d’inculcare come modello di favore al suo governo dei mille errori, perfino a discapito della verità e della chiarezza che finanche il centrodestra deve possedere se non vuol finire cucinato dalla pentola d’onnipotenza di Bardi. Eppure questa volta l’affondo contro il segretario della Cgil Angelo Summa rischia d’andare “fuori binario”, tanto per riesumare l’imbalsamato Folino, perché la vergogna che dovrebbe gasare l’umore incendiario di Piro andrebbe invece indirizzata contro l’occupazione politica di enti e privilegi con cui si sta sporcando onore e credibilità delle istituzioni. Ha scritto Pitigrilli: “Si nasce incendiari e si finisce pompieri”.