MOBILITÀ ELETTRICA, IN BASILICATA STRATEGIE CERCASI: IN ITALIA, PEGGIO SOLO IN MOLISE
In 1 anno sono stati censiti soltanto 29 punti pubblici di ricarica in più: i fondi del Pnrr, la complessa sfida da vincere
Tra i tanti obiettivi da raggiungere attraverso i cospicui finanziamenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza, anche quello relativo alle cosiddette infrastrutture di ricarica per la mobilità. Per la Basilicata, la sfida si presenta complessa dato che nello scenario nazionale partirà dal penultimo posto.
Peggio, soltanto il Molise. A titolo informativo per infrastruttura di ricarica si intende la colonnina o la stazione di ricarica, ovvero quella infrastruttura che può ospitare uno o più punti di ricarica, in grado di ricaricare quindi anche più di un veicolo contemporaneamente. Da un anno, il 2020, all’altro, il 2021, la Basilicata ha incrementato la dote quantitativa, ma in maniera quasi irrilevante.
È questo quanto emerge dal report annuale “Le infrastrutture di di ricarica pubbliche in Italia” redatto da Motus-E che è la prima associazione italiana costituita da operatori industriali, filiera automotive, mondo accademico e movimenti di opinione per fare sistema e accelerare il cambiamento verso la mobilità elettrica.
In generale, il 57% circa delle infrastrutture sono distribuite nel Nord Italia, il 23% circa nel Centro, mentre solo il 20% nel Sud e nelle Isole. Il 34% nei capoluoghi di provincia e il restante negli altri comuni.
La Lombardia con 4mila e 542 punti rimane la regione più virtuosa, e da sola possiede il 17% di tutti i punti. Seguono nell’ordine Lazio e Piemonte con il 10% a testa, Veneto ed Emilia-Romagna al 9% e la Toscana all’8%.
Le 6 regioni complessivamente coprono il 65% del totale dei punti in Italia e continuano a crescere ad un ritmo costante. La Basilicata, invece, si colloca nell’ultima fascia che racchiude il range che va da 0 a 599 punti di ricarica sul territorio. Per la precisione, come riportato nella 3a edizione del report citato, in Basilicata sono state censite 188 infrastrutture di ricarica.
Al 31 dicembre del 2020, erano 159. La maglia nera in Italia è del Molise, 128 punti di ricarica. Al penultimo posto la Basilicata. Le caratteristiche orografiche del territorio lucano non sembrano rappresentare un alibi convincente anche perchè, per esempio, la Valle d’Aosta ha 415 punti pubblici di ricarica. Il report di Motus-E è per lo più di tipo quantitativo, ma contiene anche spunti di tipo qualitativo.
Ad esempio, il Molise, che è la regione con in assoluto il numero di punti di ricarica più basso, è anche quella in cui «il rapporto tra punti di ricarica e veicoli immatricolati è il più alto, indice del fatto che le infrastrutture sono state installate, nonostante non siano state accompagnate da una penetrazione dei veicoli elettrici».
Ciò che sembra mancare, ulteriore analisi potrebbe definirlo, è «la penetrazione di punti di ricarica ad alta potenza, infatti il Molise presenta una tra le percentuali più basse di penetrazione di tali tecnologie ».
Le ragioni, per il Molise come per la Basilicata, possono essere multiple come, per esempio, il basso numero di veicoli elettrici ed il conseguente «inaccettabile ritorno dell’investimento delle infrastrutture ».
Va da sè che le infrastrutture a potenze elevate presentano costi più elevati e sono quindi riservate in via prioritaria a quelle zone dove possono essere più utilizzate fin da subito. Alla politica regionale, l’individuazione delle soluzioni.