DAL SAPERE AL SAPER FARE: QUANDO ALTERNARE SCUOLA-LAVORO CREA NUOVE PROFESSIONALITÀ
L’incontro in sinergia tra Unibas e Imprese che, dalla teoria all a pratica, off re agli s tudenti le conoscenze e gli strumenti necessari per investire sul futuro in regione
POTENZA. Continuano le attività di buone pratiche per coltivare le Professionalità guardando al futuro dei giovani e della regione della Basilicata, in sinergia tra Istituzioni, Scuola, Università ed Imprese. L’iniziativa in questione è denominata “Scuole, Università e Imprese. Esperienze di P.C.T.O. a confronto”, un seminario tenutosi ieri presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi della Basilicata nel Campus di Macchia Romana.
I Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (P.C.T.O.), più comunemente detti di “alternanza scuola- lavoro”, stanno realizzando negli ultimi tempi una modalità didattica innovativa attraverso la quale è possibilie consolidare le conoscenze acquisite durante il percorso scolastico in modo decisamente più fattivo e pragmatico. L’obiettivo, pertanto, di queste esperienze è quello di arricchire la formazione e orientare il percorso di studio verso le scelte future dei giovani studenti lucani.
Tali percorsi, obbligatori per studentesse e studenti degli ultimi tre anni delle scuole superiori, rappresentano una delle innovazioni più significative, in linea con il principio della “scuola aperta”.
Nato da una sinergia tra l’assessore alle Attività produttive del Comune di Tito, Giuseppina Anna Laurino, ed il Centro di Ateneo Orientamento Studenti (C.A.O.S.) dell’Università degli Studi della Basilicata che ha voluto, con quest’ennesima iniziativa, fare il resoconto delle esperienze maturate con i principali protagonisti dell’anno scolastico 2021/2022. Al seminario hanno preso parte il prof. Ignazio Marcello Mancini, Rettore dell’Università degli Studi della Basilicata; insieme al neo assessore alle Attività produttive e allo sport della Regione Basilicata, Alessandro Galella; la prof.ssa Aurelia Sole, Prorettrice alle pari opportunità e alle tematiche di genere e la dott.ssa Giusy Laurino, deus ex machina di questa come di altre iniziative dcl calibro.
Filo rosso, infatti, del seminario – tanto quanto delle attività che l’assessore di Tito sta portando avanti oramai da tre anni, con entusiasmo e determinazione – è legato a un obiettivo ben definito, ossia quello di «provare a dare una centralità, anche didattico-laboratoriale, all’area industriale di Tito che e diventata da un po’ di tempo fucina di idee e di progetti – spiega l’assessore Laurino – solitamente, però, è stata considerata solo come mero sito di interesse nazionale per le tristi vicende legate all’aspetto dell’inquinamento.
Questione, per giunta, non ancora risolta ». Provare a privarla finalmente di questa connotazione, per «dare un aspetto più legato alla didattica» è il buon intento dell’assessore che in questi anni ha avviato «una serie di operazioni, ovviamente graduali, con gli Istituti professionali e tecnici, i Licei e l’Università per proporre questa serie di attività innovative per la regione Basilicata poiché è ancora un contesto ancora non abituato a forme di alternanza scuola- lavoro altamente qualificate», enfatizza l’assessore Laurino. Dunque, l’alternanza scuola-lavoro: dalla teoria alla pratica per far conoscere agli studenti lucani, degli Istituti scolastici del IV e V anno e dell’Università della Basilicata, una metodologia didattica dell’alternanza e offrire loro gli strumenti necessari per metterla in atto attraverso il contatto diretto con le Imprese del territorio. Il seminario si propone di fornire ai giovani lucani quanti più possibili strumenti, necessari per capirne la finalità e per organizzare operativamente i percorsi laboratoriali, accompagnando lo studente nella sua crescita formativa e professionale. Con un’attenzione particolare allo sviluppo imprenditoriale del territorio regionale.
«Si conferma, così, l’impegno delle Istituzioni insieme con l’Università di una battaglia in prima linea nella lotta non solo della dispersione scolastica e degli studi in generale, ma anche della fuga delle giovani generazioni altrove» spiega Laurino.
Uno spazio, dunque, dedicato a sette Istituti scolastici – I.I.S. Da Vinci, Nitti, I.I.S. Einstein – De Lorenzo, I.P.A.S.R. “G. Fortunato”, I.P.S.I.A. “G. Giorgi”, Liceo Scientifico “G. Galilei”, Liceo Scientifico “P. P. Pasolini”, Liceo Statale “W. Gropius” – e rivolto ai ragazzi delle classi di IV e V, in diretta collaborazione con imprenditori del territorio, più in dettaglio dell’area industriale di Tito, quali Agribiosana, Alica, Carrozzeria Senna, Elemaster/Eleprint, Geocart/ Digital Lighthouse, Hitachi, Meridionale Legnami, Omnia Work, Progetto Arredo, Sidergeo, STM; che hanno, da settembre, avviato con i giovani studenti dei laboratori “conoscitivi”, con un orientamento finalizzato ad un’unica giornata; oppure con una vera e propria attività laboratoriale distribuita ed organizzata in più giorni (P.C.T.O.) in una prgmatica attività di alternanza scuola-lavoro.
Da qui, infatti, la scelta fattiva di portarsi dietro durante il seminario nell’aula Magna dell’Unibas, una folta rappresenta anche del mondo imprenditoriale, protagonista indiretto del progetto.
Diversi i settori, ovviamente, coinvolti: dalle attività meramente artigianali, come ad esempio quella della pastificazione, a quelle rivolte alla filiera del legno – che partono dal taglio boschivo del fusto fino alla lavorazione pratica dell’albero, per giungere alla fase di progettazione di arredo e design – a quelle, effettivamente, più tecniche e digitalizzate. È stato previsto a riguardo anche un Dottorato di ricerca industriale, partito a settembre, con una borsa di studio messa a disposizione dalla Regione della Basilicata e dalle Aziende coinvolte, tra cui l’Itaci.
Che coordinandosi con la Facoltà di Ingegneria meccanica di Potenza. ha avviato la possibilità di questo giovane dottorato ad una permanenza anche internazionalizzante del Dottorato, in tal caso nella sede dell’Impresa a Lione.
«Per una fattiva esperienza di Internazionalizzazione», sottolinea Laurino. L’Università è infatti un «elemento di ulteriore forza – spiega l’assessore – un gancio con cui innescare un orientamento concreto tra giovani e Dipartimenti, finalizzato anche e soprattutto nella loro consapevolezza di quelle che sono le Facoltà esistenti in regione».
«Poi – enfatizza Lauirno – seppure i ragazzi decidessero di andare via, che sia anche solo per il mero desiderio di evadere dal provincialismo, o perché le Facoltà da loro scelte non sono ancora presenti sul nostro territorio, bene.
Purché lo facciano con consapevolezza e nozione di causa». «Dall’altro, però, – continua – c’è anche un elemento su cui bisogna lavorare». Ed è qui che insiste Laurino, ossia quello di smuovere la critica sul quanto «i giovani lucani conoscano quali siano le reali Facoltà presenti qui sul territorio e quali concrete competenze elargiscono con annessi sbocchi professionali ».
E, nell’eventulità, esista, magari, una Facoltà altrove che venga considerata più qualificata, che «abbiano quanto meno la volontà e lo stimolo, soprattutto, di tornare ed investire a casa loro ». «Se riuscissimo a trattenerne o a far tornare anche solo uno di loro, per me sarebbe già un gran bel risultato», conclude speranzosa l’assessore alle attività produttive Laurino.