DE FILIPPO, ALLA CAMERA IL PROBLEMA UNGULATI
«Il fenomeno assume le dimensioni di un flagello ma i ristori per i danni sono mediamente minimali o ridicoli»
Il Deputato del Partito Democratico lucano Vito De Filippo, porta sul tavolo dei lavori alla Camera, un lungo intervento sulla conversione del Decreto che riguarda l’emergenza “Peste suina Africana”, puntando anche i riflettori e richiamando l’attenzione del Governo sul generale problema della presenza di cinghiali nell’intero territorio nazionale.
«È il momento giusto per fare qualcosa di serio. Se non ora, quando? Il rischio è nazionale con l’incombente problema sanitario. Un flagello per l’agricoltura, l’Italia intera si mobiliti», sono le parole a latere dell’intervento.
Il discorso, in Aula alla Camera, nella discussione generale di Conversione in legge del decreto-legge 17 febbraio 2022, n. 9, recante “misure urgenti per arrestare la diffusione della peste suina africana (PSA)” l’emergenza che mette a rischio il settore suinicolo, «problema che deve essere affrontato immediatamente. È stata questa anche l’occasione per chiedere al Governo di intervenire in maniera seria e risoluta sul tema dei cinghiali. Il fenomeno è sollevato ogni giorno dalle organizzazioni professionali agricole. Questa emergenza sanitari sulla peste suina può essere l’occasione per affrontare il problema nella sua totalità» commenta il Deputato lucano.
La Peste suina africana (PSA) è una malattia virale che colpisce suini e cinghiali, altamente contagiosa e spesso letale per gli animali,non è, invece, trasmissibile agli esseri umani, eppure le epidemie hanno pesanti ripercussioni economiche nei Paesi colpiti. Nel 2014 l’esplosione della PSA in alcuni Paesi dell’Est dell’Unione Europea. Dal 2020 l’Italia, in considerazione dell’epidemia europea e in base a quanto previsto nell’ambito della strategia comunitaria di prevenzione e controllo della malattia, ha elaborato un piano di Sorveglianza nazionale, presentato annualmente alla Commissione Europea per l’approvazione e il cofinanziamento.
Inoltre con l’attività di scavo e grufolamento, questi suidi provocano anche danni indiretti alle colture, che purtroppo si verificano lungo tutto l’arco temporale dell’anno. I cinghiali prediligono terreni appena arati o irrigati, rovinando così le semine e le piantagioni. Alla ricerca di piccole prede e radici danneggiano opere come muretti a secco, ma anche il solo passaggio, soprattutto quando si spostano in grossi branchi, basta a provocare con il calpestio l’allettamento di cereali e prati. Oltre a ciò la loro presenza ormai anche diurna, sempre più invadente nelle coltivazioni, preoccupa la propria e altrui incolumità di chi opera in campagna.
Su queste basi si è snocciolato il discorso di De Filippo alla Camera: «È fatto notorio che sul nostro territorio c’è un’eccessiva presenza di cinghiali selvatici e non ci sono ormai più numeri di contenimento. Si parla di milioni di capi che provocano danni all’agricoltura e un numero di incidenti stradali assolutamente rilevante, con il rischio concreto che possano produrre ulteriori infezioni.
Non vorrei che se non affrontassimo quest’emergenza attuale, tra un anno ci trovassimo di nuovo, a dover affrontare altri focolai.
Quindi sollecito vivamente, come ripetuto in questi anni, le organizzazioni professionali agricole, il Parlamento, a mettere mano a questo complicato problema in tutte le aree del nostro Paese.
Si parla, come dicevo, di milioni di capi di cinghiali che assediano città e campagne, e con queste proporzioni il fenomeno assume le dimensioni di un flagello. I rischi sanitari, com’è noto, sono incombenti sull’intero territorio nazionale.
Di contro i ristori per i danni sono mediamente minimali e in alcune circostanze ridicoli. Raccolti e strutture agricole sono ampiamente devastate, e in tal senso ci sono dossier e documentazioni che le organizzazioni professionali hanno raccolto in questi anni. Una emergenza sanitaria che fornisce elementi affinché il Governo possa agire su tale questione, nella difficile discussione che c’è stata in questi anni tra forme di difesa e di tutela degli animali e devastazione che i cinghiali stanno producendo al settore agricolo il nostro Paese.
Credo che questa emergenza sanitaria possa essere l’occasione per affrontare complessivamente il tema.
Il Governo che si adopererà per questo problema e troverà una soluzione per risolverlo, sicuramente sarà un Governo che verrà riconosciuto dal mondo agricolo del nostro Paese come responsabile, serio. Consiglierei caldamente al Sottosegretario di farsene carico, perché la dimensione sanitaria potrebbe darsi che sia proprio la pista giusta per affrontare anche il problema più generale dei cinghiali a livello nazionale, più volte affrontato con modifiche transitorie anche sul tema della caccia, dell’attività venatoria, dei selettori, tutti strumenti che le regioni hanno messo in campo ma che sono risultati assolutamente insufficiente perché il numero degli ungulati presenti nelle campagne italiane e nelle città, come ormai la cronaca quotidiana ci racconta, è veramente impressionante.
Con queste riflessioni – conclude De Filippo- do il contributo e il senso del lavoro che il Gruppo del Partito Democratico ha dato nella Commissione, in coerenza con quanto si è ampiamente dibattuto e discusso su questo Decreto».