POTENZA, DAL COMUNE «ANCORA NESSUN GESTO E ALCUNA GRATITUDINE» A SABIA
«L’intenzione è quella di raccogliere quante più firme e portarle a Guarente: a quel punto non potrà fare finta che la volontà dei cittadini è di non dimenticare Donato»
Una petizione on line, avviata da Sonia Topazio, per commemorare concretamente il “Mennea lucano” nel campo scuola di Macchia Romana
Una petizione on line per ricordare concretamente Donato Sabia – lo sportivo, quanto l’uomo – scomparso a Potenza a causa del Covid due anni fa e che si spera, in tal modo, possa diventare quanto prima cartacea.
A dare avvio alla vicenda e a volere fortemente la petizione è Sonia Topazio, anche lei ex atleta, conquistando il podio in diverse gare nazionali juniores, nonché amica da sempre di Donato, e con lei a sostenerla in questa mobilitazione tanti altri amici o anche solo appassionati di atletica leggera. Con tale petizione il gruppo di amici-sportivi chiede l’affissione di una targa commemorativa per ricordare un campione di cui la città parrebbe essersi dimenticata.
L’OBLIO DEL “MENNEA LUCANO”
Donato Sabia è stato definito il “Mennea lucano”, uno dei migliori protagonisti di cui la regione Basilicata e la città di Potenza potessero andare fiere e che, all’indomani della sua scomparsa, non riuscivano ad accettare che il Covid-19 l’avesse potuto sconfiggere, riducendo all’impotenza i suoi polmoni olimpici. Perché fin lì aveva portato la Basilicata: a Los Angeles nel 1984 e a Seul nel 1988. Due volte finalista ai Giochi negli 800 metri piani, ma anche medaglia d’oro agli Europei di Göteborg del 1984, prima che gli infortuni condizionassero la sua carriera sportiva.
Una carriera chiusa anzitempo così come la sua vita, a soli 56 anni. Una parabola beffarda come la sua scomparsa. Non bisogna trascurare, però, che dismessa la pettorina, Donato Sabia si è rivelato soprattutto un ingranaggio positivo e attivo della città, nell’ufficio Sport del Comune di Potenza e nelle mille iniziative che lo portavano a parlare di sport e legalità ai ragazzi. Agli studenti parlava spesso anche della sconfitta, lui che per denunciare e dire no al doping si era visto allontanato e isolato dal mondo in cui era entrato rispettando le regole, della pista e della comunità.
Ecco perché non pareva anomalo che tutto il mondo sportivo e delle Istituzioni, all’indomani della sua morte, si fosse commosso, ricordandolo con elogi che – a detta di chi lo conosceva bene – lo avrebbero imbarazzato anche perché «lui era timido». Sulle bacheche social di molti potentini si moltiplicarono gli inviti a non far morire quantomeno la memoria di Sabia, intitolandogli un luogo di sport.
La sua casa. E, così, il pensierò un po’ di tutti andò al campo scuola del rione di Macchia Romana già intitolato a Roberto Caruso, che fu – guarda caso – il primo allenatore di Sabia nel Club Atletico Potenza.
La targa all’ingresso dell’impianto, però, non è più integra, vandalizzata tempo fa. Poi, è calato il silenzio. E una parvenza di una solta: la prima Giunta Guarente, a maggio 2020, deliberò per procedere all’intitolazione del campo scuola a Donato Sabia.
L’allora assessore allo sport, Patrizia Guma, «ci ha lavorato a lungo – spiega il successore neo assessore, Gianmarco Blasi – ed è tutto pronto, molto più di una targa. I tempi si sono allungati per rispettare una precisa volontà della famiglia», ma l’intenzione di dedicare l’impianto sportivo al mezzofondista parrebbe esserci ancora.
Ma secondo Sonia Topazio, deus ex machina di questa mobilitazione nonché petizione, «ad oggi solo le buone intenzioni non bastano ed occorre giungere ai fatti – enfatizza – L’unico olimpionico morto per Covid, meriterebbe molto di più di una strada intitolata a suo nome a Campagna (SA).
Ma in particolare la sua città, che è anche la mia, potrebbe fare di più. Diamoci una mossa che, al campo scuola di Macchia Romana, tutto sembra, tranne che qualcuno abbia fatto qualcosa per la sua memoria».
LA SCELTA OBBLIGATA DI UNA PETIZIONE
Per uno sportivo, è risaputo, la sconfitta è dura da accettare. Si tenta di tutto prima di buttare la spugna e dichiarare la sconfitta.
Sicché a Sonia Topazio di rinunciare proprio non va: «Avviare questa petizione è stata quasi una scelta obbligata perché la città di Potenza, a mio avviso, ha dimenticato il nostro beniamino, punto di riferimento dello sport e della città. E bisogna smuovere le cose. Spero che tale idea possa tradursi in atti concreti quanto prima.
E questa petizione ha il senso di dedicargli altre strutture, una piazza, una targa che menzioni le sue vittorie, i sacrifici di una carriera lunga e tante altre cose conquistate da un campione tanto umile, gentile e cordiale con tutti. Per questo siamo al lavoro per mantenere vivo il suo ricordo. E Donato, l’atleta e l’uomo – conclude Topazio – si merita questo ed altro».