«IL PD TORNI PARTITO VERO»
Impatto Zero, Margiotta a Cronache Tv squilla ancora a Bardi: «Ora la Regione corra»
Gli scenari internazionali che stiamo vivendo con apprezzamento della politica estera del governo Draghi, coerente con l’impostazione atlantista annunciata all’atto del suo insediamento. Difesa dell’europeismo, patrimonio di forze politiche anche di una parte del centrodestra, Berlusconi, per quanto amico di Putin. Dubbi sulla posizione dell’ex premier Conte e dei 5 stelle, con una sola eccezione, Di Maio, che da ministro degli esteri si sta rivelando all’altezza della tradizione della diplomazia italiana.
E poi la Basilicata, il Pd, nazionale e locale, e le turbolenze tra vecchi e giovani nel partito democratico. Sono stati questi i temi affrontati con il senatore Pd Salvatore Margiotta nel terzo appuntamento di “Impatto zero”, la trasmissione di Cronache Tv ideata e condotta da Lucia Serino arrivata al suo secondo ciclo. Il servizio introduttivo è partito dall’analisi della tragica accoppiata Covid e guerra che “segna la fine della globalizzazione così come l’abbiamo conosciuta fino ad oggi”, ha detto la conduttrice.
«Dopo questo primo scorcio degli anni 20 – ha continuato la giornalista – il mondo non sarà più come prima. I colli di bottiglia della logistica che hanno soffocato i traffici internazionali delle merci, la penuria di chip, il gran balzo dei prezzi dell’energia e delle materie prime, anche agricole, tutte le perturbazioni nei cieli della globalizzazione che si erano già manifestate nella prima parte del 2020, durante i lockdown più severi, e che il mondo stava provando a superare, si sono ripresentate, amplificate dal rombo dei caccia e dei carri armati». Non possiamo non essere americani ha poi commentato in studio il senatore Margiotta, e a pieno titolo inseriti nel patto atlantico, lì dove persino Berlinguer, come dichiarò in una famosa intervista a Giampaolo Pansa del Corriere, nel 1976 si sentiva più sicuro, ha ricordato. Passando alla Basilicata, «La regione ora deve correre», ha dichiarato Margiotta, dopo la tempesta perfetta che ha unito alle due crisi internazionali quella locale «“anche un po’ ridicola” per come si è svolta, ha commentato. Con le riforme in corso “sarebbe stato meglio dialogare con una giunta regionale più affine alla mia visione politica e strategica. Ovvio.
In 18 mesi (quelli da sottosegretario al Ministero delle infrastrutture e trasporti, ndr) non ho mai ricevuto una telefonata da Bardi per l’indicazione di una qualche priorità, forse una volta per la pista Mattei. Mentre devo ammettere di aver dialogato, sia pure con un confronto dialettico, con l’assessore ai Trasporti, Merra».
Margiotta (potentino di Roma o romano di Potenza, lui stesso ha sottolineato relazioni politiche molto romane “anche se non salto un fine settimana a Potenza”) ha ricordato di come, indipendentemente dall’appartenenza politica, si sia adoperato in passato per il salva-Potenza, sindaco De Luca.
«Stessa cosa adesso, ho firmato con il senatore Pepe». Sul Pnrr e la principale infrastruttura che riguarda il Mezzogiorno, Margiotta ha fatto chiarezza (e meglio si potrà capire dalla sua viva voce ascoltando anche sui nostri canali social l’integrale nell’intervista) sul tracciato della Salerno/ Reggio, sui lotto e sulla parte lucana, spiegando come il comitato (“metà politico metà civico”) che indica la linea più veloce Tito- Auletta-Metaponto non tiene conto dei progetti, del costo e dei tempi indicati nel Pnrr, nella parte che lui stesso, quando era al governo ha contribuito a scrivere.
Sulle infrastrutture c’è molto caos comunicativo, per esempio il senatore Pd ha sottolineato con sarcasmo l’esultanza di Bardi sui 360 milioni da spendere sulla Matera Ferrandina. «Ce l’abbiamo fatta, ha detto, ma non è opera sua.
Esulta in quanto presidente della Regione in cui l’opera si farà, ma dall’esultare al prendersi la paternità ce ne vuole». Quanto al Pd, bene la politica di Letta nella crisi internazionale, poco d’accordo – si è dichiarato il parlamentare – sulla politica del campo largo delle alleanze interne: «Improbabile l’accordo con i 5 stelle per le prossime elezioni», considerate anche le recenti dichiarazioni di Conte sulla crisi internazionale. E in Basilicata: «Il mio partito deve riprendere ad essere un partito vero, c’è una nuova dirigenza, proveremo a dare una mano con coerenza e lealtà. Ma ci sono troppe fibrillazioni in giro, troppo presto.
Ci sono prima le politiche, poi le regionali». Giocando sul suo imminente 57esimo compleanno e sull’eterna “guerra” tra vecchi e giovani, Margiotta ha ricordato di essere stato lui stesso, da segretario della Margherita, ad aver fatto scelte traumatiche con persone che pure erano stati ottimi interpreti della politica in passato.
C’era comunque all’epoca una solidità e un’attesa programmata nei ruoli e nelle alternanze che oggi è saltata, evidentemente “per debolezza politica e riduzione del numero dei parlamentari”: «Se va bene, arriveremo a tre. Se va bene. Bisogna trovare coesione tra i giovani che giustamente scalpitano e i vecchi abbastanza divisi tra loro.
Ho una notevole esperienza nelle istituzioni e dunque non troverei scandaloso se qualcuno oggi dicesse che Margiotta deve cambiare postazione, troverei invece scandaloso se mi si dicesse “basta, non servi più”». Insomma la partita, in casa democratica, è solo agli inizi.