IL CENTRO DI POTENZA IN OSTAGGIO DEI TEPPISTI
Ennesimo atto vandalico nel capoluogo: tra degrado, alcool e droga. Nonostante le denunce, le Istituzioni tacciono.
Ancora un atto vandalico nel centro storico della città di Potenza. E ancora una volta in un luogo sacro: ad essere nuovamente oggetto di uno scherzo di cattivo gusto è, di fatto, la chiesa di San Michele.
Già nel mese di marzo protagonista ignara dell’ennesimo atto vandalico di qualcuno che si è “divertito” ad imbrattare il marmo dell’arco del portone principale con disegni osceni. Un gesto che ha obbligato il parroco, don Mimmo Florio, a muovere denuncia contro ignoti. «Un obbrobrio che sono costretto a tenere ancora lì intatto – spiega don Mimmo – in attesa che la burocrazia del caso a seguito della denuncia si sbrogli». «Ma il problema è ben più grave di questo – incalza il parroco di S. Michele – è oramai una costante vedere a tutte le ore del giorno e della notte ragazzi che si ubriacano qui nei paraggi».
Bivacchi notturni e non, schiamazzi, degrado, sporcizia a causa della movida selvaggia pare oramai essere all’ordine del giorno nel capoluogo.
«L’errore – evidenzia don Mimmo Florio – non è neppure da ricondurre a chi gestisce questo genere di attività, seppure vorrei confidare nel buonsenso di somministrare o meno bevande alcoliche a dei minorenni e senza vincoli orari. Bensì – continua – il problema è alla fonte: non si può affidare una licenza a casaccio: bisogna pur rendersi conto del contesto in cui si andrebbe a trovare l’attività».
E poi l’epilogo che ha fatto traboccare la goccia dal vaso. Ci si preparava alla veglia della notte di Pasqua. In tutte le chiese, anche in quella di San Michele, nel cuore del centro storico di Potenza. E mentre la chiesa veniva addobbata, le porte aperte e all’esterno sistemato il braciere, ecco che di punto in bianco il clima di raccoglimento e preghiera viene spezzato da tre ragazzini 14enni, suppergiù, che entrano in chiesa urlando e bestemmiando, prima, e buttando all’aria il braciere imbrattando tutto l’ingresso della chiesa, poi.
«Lì per lì, non c’ho pensato: ho sistemato tutto perché stava di lì a poco per iniziare la celebrazione – spiega uno dei sacrestani nonché residente che della difesa del centro storico ha fatto la sua personale battaglia e che ha mosso poi la denuncia alla Polizia. Una battaglia che, però, sta diventando ogni giorno sempre più dura. Non è un caso, infatti, che ha deciso di restare anonimo «perché – spiega – mi sono arrivate telefonate anonime e minacce».
«Non so quante volte ho segnalato di queste situazioni e mosso denunce, ma nessuno di fatto ha fatto mai concretamente nulla. Nessun provvedimento».
Racconta di ragazzi, tutti spesso minorenni, che praticamente ogni giorno creano scompiglio tra i vicoli del centro della città: «Sono spesso ubriachi, anche alle 10 del mattino. lasciano le lattine o le bottiglie ovunque capiti, sputano, fanno schizzi osceni su quelli che sono i luoghi sacri o storici della città. E non solo: sono diventati aggressivi, qualche giorno fa – racconta – sono dovuto intervenire perché avevano preso di mira una persona non vedente. Ho già fatto diverse denunce, quattro per la precisione, ma al momento una è caduta nel vuoto perché mi è stato risposto che non funzionava la videocamera di sorveglianza, per le altre sono in attesa».
Ecco, le videocamere di sorveglianza: per quanto siano piazzate in diversi punti del centro storico, tra cui anche nell’aria in questione, non bastano come garanzia di prevenzione e tutela del servizio civico o come deterrente per questa movida selvaggia che pare continuare indisturbata.
«Ho come la sensazione che nessuno si accorga del problema, o ne sottovaluti la gravità». A pochi passi, in via Rosica – continua – «pare bazzichi spesso una baby gang. punto costante di spaccio».
E così il capoluogo, che poteva vantare una volta la tranquillità e, forse anche troppo, la stasi di un centro storico “dormiente” ora, per eccesso, vive uno stato di caos e degrado. Sembra perdere pian piano anche questo requisito se ci sono cittadini e commercianti molto preoccupati da questi gruppi di ragazzini. Un fenomeno su cui iniziare a interrogarsi, smettendo di pensare che riguardi solo le grandi metropoli: il disagio dei ragazzi – su cui intervenire non solo in maniera punitiva – riguarda anche i centri come il nostro che spesso i giovani vogliono abbandonare e, magari, prima distruggere.