VANDALISMO A POTENZA, DOPO LE DENUNCE BARDI LANCIA UN APPELLO ALLE ISTITUZIONI
Il presidente della Regione rivolge a tutti per fare rete: «Non lasciamo sole le famiglie in questa battaglia»
POTENZA. Quella dell’inciviltà giovanile che sta investendo indistintamente il centro storico e la periferia della città di Potenza pare stia diventando una questione che sta scuotendo gli animi quanto le coscienze delle Istiuzioni oltre che dei comuni cittadini. Dopo le segnalazioni lanciate da queste colonne sull’ennessimo atto vandalico che ha visto come protagonista ignara la chiesa di S.Michele ed altri vicoli del centro storico, si è come scoperchiato il vaso di Pandora.
Si è di colpo palesata una forma di degrado ed inciviltà generalizzata, dovuto all’abuso di alcool, di una movida sregolata e senza alcun controllo, di ragazzi che smorzano la noia imbrattando muri, suonando citofoni nel cuore della notte ed “anomalie” varie ed eventuali.
Da quella segnalazione ne sono seguite, infatti, di altre simili: denunce e dibattiti, tra piazze social e non, in cui si lanciavano e scartavano ipotesi su chi avesse responsabilità sulla cattiva gestione dell’ineducazione civica di questi ragazzini. Forse sordità, benevola o troppo sonnecchiosa tolleranzada parte di chi dovrebbe educare ed Amministrare in una civica convivenza.
Ma pare essere solo uno smollarsi “una patata bollente”. Gli Amministratori non si definiscono «maghi» e affermano che la soluzione andrebbe, invece, ricercata «tra le famiglie e la loro mancata educazione».
Eppure, di questi «tristi atti vandalici » che si stanno verificando con sempre maggiore intensità nel centro storico della città di Potenza «destando allarmanti preoccupazioni ma, soprattutto, sollecitano profonde riflessioni sul malessere che serpeggia nei giovanissimi autori di spregevoli fatti lesivi ». Ad affermarlo è il presidente della Regione, Vito Bardi che pare non rimanere «insensibile» di fronte a quanto accaduto alla vigilia di Pasqua nella chiesa di San Michele, l’ultimo grave episodio che accende i riflettori su un tema da troppo tempo rimandato.
«È giunto il momento – incalza il presidente regionale – di aprire un serio dibattito con tutta la società civile per comprendere le cause di questo disagio che assume forme di violenza e di aggressività contro il patrimonio edilizio della città e contro la serenità dei suoi abitanti ». Secondo il governatore ci si ritrova a tutti gli effetti di fronte a «un’emergenza sociale che deve essere immediatamente arginata ». Rivolgendo, tramite una nota ufficialem un appello «innanzitutto alle famiglie di questi ragazzi, affinché la loro missione educativa non smetta mai di essere esercitata».
Spiegando come sia «all’interno dell’ambiente familiare che si apprendono le prime e basilari regole di convivenza civile, il cui sistema valoriale improntato al rispetto, all’educazione, alla responsabilità contribuisce a formare la persona». Da qui la strigliata di come la famiglia debba «tornare ad essere quel luogo di cura e di attenzione, di dialogo e della parola all’interno del quale si forma e si sviluppa la personalità della prole. La famiglia torni ad essere quell’imprescindibile punto di riferimento e di approdo per i figli e per l’intera società».
Un appello, poi, il presidente della regione, lo rivolge alle scuole, strutture che reputa «formative e in cui si crea una fitta rete di relazioni ». Un luogo dove i ragazzi «devono tornare a imparare, sotto lo sguardo vigile e competente degli insegnanti, le regole della socializzazione e dello stare bene con gli altri, rispettandone i ruoli ».
E poi lancia un appello anche alle parrocchie affinché «tornino a svolgere il compito di aggregazione e di ascolto». «Gli adolescenti – spiega Bardi – hanno assunto un atteggiamento sempre più critico nei confronti della chiesa perché ha smesso di essere quel luogo di supporto in grado di dare risposte alle loro esigenze spirituali ». E poi le associazioni, quei luoghi nei quali «accogliere e raccogliere la più grande ricchezza creativa».
A loro si rivolge, anche, il presidente Bardi «perché promuovano iniziative capaci di coinvolgerli e farli sentire protagonisti della vita culturale cittadina». Infine, Vito Bardi, rivolge un appello «alle istituzioni tutte». «Non lasciamo sole le famiglie in questa battaglia – incalza – Il centro storico di Potenza deve tornare ad essere quel centro culturale propulsivo e attrattivo nel quale si sono formate intere generazioni di potentini».
Aprire i luoghi della cultura ai più giovani, creare occasioni di dialogo in cui ascoltare le loro istanze e raccogliere le loro proposte, accompagnarli verso scelte che premino le loro intelligenze: questi i suggerimenti del presidente della Basilicata. La retorica di un buon padre di famiglia, che dispensa la buona educazione come si farebbe con la pubblica amministrazione.
Ma almeno lui non se ne è lavato le mani. Suggerndo di «adottare – quantomeno – tutti insieme e responsabilmente una strategia affinché l’energia dei più giovani diventi il motore verso una fase di rinascita di tutta la città».