…CHI DEL PRENDERSI CURA NE FA POESIA
Margherita Sarli e il suo “Albero della vita” a 10 testimonianze: presentato a Potenza il libro della giornalista lucana sull’eroismo di chi ha vinto la malattia
DI ANTONELLA PELLETTIERI
Ho letto tutto d’un fiato il libro di Margherita Sarli dal titolo L’albero della Vita. Storie di straordinario coraggio, per i tipi della Telemaco Edizioni. Subito Margherita Sarli precisa che la malattia è un ingiustizia e non intende raccontarla; invece, all’autrice del volume interessa mettere in evidenza le persone con la malattia. In questo libro sono riportate le storie di dieci persone con patologie ematologiche che sono state curate nel reparto di Ematologia con Centro Trapianto del Midollo Osseo dell’Azienda Ospedaliera Regionale San Carlo di Potenza che è notoriamente un reparto di eccellenza della Sanità lucana.
Le dieci storie di Luigi, Valentina, Prebhujeet, Letizia, Marcello, Raffaella ed Alberto, Vincenzo, Rocchina e Michela, Daniela, Michele e Don Luigi sono precedute dall’introduzione dell’autrice e del dottor Michele Cimminiello che lavora presso l’Unità Organizzativa Complessa di questo reparto.
Ho preferito leggere prima le dieci storie e dopo le introduzioni per non farmi influenzare dalle parole di chi già le conosceva. Non nascondo che mi sono emozionata anche se si comprende che si è voluto dare un tono scrittorio molto delicato e che servisse solo a raccontare un percorso di guarigione: le parole dedicate alla scoperta della malattia di tutte e dieci le storie sono le più coinvolgenti e commoventi.
Dieci reazioni uguali e diverse nelle quali ci si immerge pensando a quale potrebbe essere la nostra reazione di fronte alla scoperta di un male così feroce con il quale bisogna combattere per vincerlo. La stessa delicatezza si trova nelle due introduzioni che servono solo a spiegare il perché di questo libro e a precisare “cosa significa a livello psicologico ammalarsi, per coglierne i risvolti difficili, limitanti, dolorosi ma anche e soprattutto le potenzialità implicite e intrinseche a esso connesse”.
Resta difficile anche per me trovare le parole giuste per recensire un libro che narra del dolore dei malati ma anche della speranza e della gioia della guarigione; i malati sono tutti aggrappati all’albero della Vita che è stato scelto come titolo perché la linfa vitale che scorre in un albero è come il sangue che scorre nei nostri corpi. Con questo volume leggero e pieno di grazia come il volo di una farfalla, Margherita Sarli ha voluto omaggiare il reparto di ematologia e “ coloro che ne avranno bisogno, rendendo utile la professione di chi scrive”.
Questa dolcezza giornalistica non comune rasserena molto i lettori e sorprende. Sorprende perché spesso la malattia è vissuta come una vergogna e con imbarazzo che porta a forme di solitudine che sono superate solo con la vicinanza della famiglia: sappiamo bene che non dovrebbe essere così! Ho preferito non riportare le parole utilizzate nelle dieci storie e non riassumerle; esse vanno lette una per una e con estrema attenzione e partecipazione.
Dopo la lettura del volume ho pensato ai medici e agli infermieri che sono definiti angeli da tutti e dieci i protagonisti di questo volume ma mi è tornata alla memoria anche la modernità degli scritti di Ildegarda da Bingen che, nel XII secolo, scriveva di legge di corrispondenza e che l’essere umano deve avere capacità di riprendere le energie necessarie dal mondo che lo circonda perché i disturbi sono causati dalla perdita di armonia e dalla mancanza di corrispondenza fra sé stessi e l’ambiente esterno.
Brava Margherita, hai mostrato il tuo coraggio con questo libro!