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«LA POLITICA VADA VERSO UN CAMMINO RIFORMATORE»

A Cronache TV Palamara fa intendere di scendere in campo


Parla del passato, di vicende ormai note che lo riguardano e che riguardano il “Sistema” della magistratura da lui stesso raccontato, ma è sul presente – dice più volte Luca Palamara – che bisogna essere concentrati. E, verosimilmente, anche sul futuro. Non lo dice espressamente, l’ex potentissimo magistrato, ospite di “Impatto zero” negli studi di Cronache tv.

Ma lo lascia intendere dai ragionamenti che fa, dai riferimenti a un meccanismo giudiziario che nonostante il vaso di pandora scoperchiato al momento non dà segni di riforme. È la politica, in ultima analisi, che dovrà farsi carico delle riforme. È a quel mondo che parla Palamara.

Non a caso nel girare la Basilicata, e non solo, al fianco di Palamara si vede spesso il capogruppo di Forza Italia in Regione Basilicata Francesco Piro. Una simbiosi la loro che potrebbe preannunciare anche la nascita di qualche progetto politico importante. Il correntismo dell’ordine giudiziario è ancora lì, esattamente quello di cui Palamara, presidente dell’Anm e componente del Cms poi radiato (con ricorso che pende davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo), è stato protagonista e dominus a lungo, per almeno due lustri. Il futuro di Palamara significa probabilmente anche politica, del resto strada già sperimentata, unica strada rimasta per affrontare quella “massima sfiducia nella giustizia” che ormai l’Italia avverte, a trent’anni da Manipulite.

Una giravolta totale nel Paese, dagli anni in cui l’esasperazione per un sistema diffuso di corruzione radunava i cittadini davanti alle scale del palazzo di giustizia di Milano e poi, a seguire, di tutte gli altri tribunali italiani via via impegnati a disinnescare storie grandi e piccole di mazzette e collusioni della politica, al disincanto di oggi. Con la deludente conclusione che quel sistema di malaffare è sempre lì in agguato, camaleontico e opportunista nei nuovi meccanismi criminali, e la magistratura, fortemente compromessa nella credibilità e nell’autonomia, non è più l’ultima speranza di pulizia che gli italiani avevano immaginato.

Luca Palamara diventato nel frattempo scrittore di successo con un primo libro, “Il Sistema” scritto con Alessandro Sallustiche ha sfiorato le 300 mila copie collocandosi tra i best seller di sempre dell’editoria saggistica italiana e in cui ha raccontato un sistema oscuro di commistioni tra le correnti della magistratura, la politica, l’informazione, fatti di cui è stato protagonista, dominus assoluto di quel sistema, è tornato in libreriacon un secondo libro scritto sempre con Alessandro Sallustidal titolo “Lobby & Logge”. Per una terza puntata si vedrà, «parliamo del presente », risponde alla conduttrice Lucia Serino.

Cosa ha spinto Palamara a raccontare? «“Se vuoi aiutarci racconta”, tanti magistrati che non hanno fatto parte del meccanismo di potere mi hanno incoraggiato », ha risposto, «è doveroso che le cose si sappiano, per farsi un’idea non solo per una discussione, ancheper spingere poi la politica a un serio cammino riformatore». E alla domanda sul perché non lo abbia raccontato prima, Palamara ha risposto che intanto «era doveroso raccontare per squarciare un velo di ipocrisia che riguarda la magistratura.

Sul perché non prima: io mi sento di averlo fatto prima, spesso ne abbiamo parlato, nel mio caso a un certo punto bisognava dare conto di quello che era accaduto e ho ritenuto di doverlo raccontare. Soprattutto quando nella magistratura c’è stata uno spostamento della linea di comando, fino ad arrivare a un sovvertimento nel Csm». Cioè uno spostamento di tipo politico, da quello di sinistra a quello più spostato a destra.

«Essere definito un ex magistrato le crea disagio?», gli ha chiesto la conduttrice. «No – ha risposto – anzi mi stimola ancora di più ad andare avanti su nuovi percorsi». Palamara ha poi datato le “guerre” all’interno della magistratura, dal 1990, dai tempi del Corvo di Palermo. Poi le vicende delle Procure di Milano, Roma, una costante quella delle Procure, trasformate in luoghi di potere, di comando, coi rapporti con l’informazione in grado di incidere sul sistema politico. «Le correnti altro non sono che uno specchio della politica, spartizione, Cencelli. Dà fastidio se viene raccontato.

Vincere il concorso in magistratura è un sogno, dal giorno dopo qualcosa cambia. Il processo penale non è più luogo per accertare fatti ma strumento di lotta politica, per fare in modo che passi una versione piuttosto che un’altra. Siamo al capolinea».

Fuga di notizie, separazione delle carriere, indipendenza e terzietà della magistratura, gestione dei pentiti, gli altri temi trattati. A ogni domanda, al tentativo della giornalista di tornare sulle sue vicende personali, Palamara ha contrapposto un atteggiamento di ottimistica apertura verso nuove possibilità future. «Un ciclo si è chiuso », ha detto. «E un altro sta per cominciare».


 

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