STORIE D’AMORE E RIVOLUZIONE, LETTERA A NORETTA
Dino De Angelis racconta Aldo Moro
Le 86 lettere che Aldo Moro scrisse dal “carcere del popolo” in cui le Brigate rosse lo hanno tenuto prigioniero per 55 giorni sono quelle di cui, finora, si è avuta notizia.
Alcune di loro, scritte a mano, furono recapitate dai “postini” delle Br; altre non furono mai recapitate E’ molto probabile che durante la sua prigionia Moro abbia scritto altre lettere, ma di quest’ultime non si è mai avuta notizia.
Le lettere di Moro offrono uno spaccato molto importante dell’intera vicenda.
In primo luogo smentiscono in maniera netta e categorica quanto fu detto e scritto all’indomani del suo sequestro e cioè che Moro non fosse più lucido, che i suoi scritti avvenissero sotto dettatura, che Moro fosse sotto l’effetto di droghe e via dicendo.
In realtà, attraverso le sue lettere, Moro tentò, invano, di condurre una trattativa per la sua liberazione. Una trattativa abilissima e sottile che si infranse contro il presunto “Partito della Fermezza” che riuscì a coagulare attorno ad una linea di intransigenza che non intendeva trattare in alcun modo con i Brigatisti).
Le missive si dividono in due gruppi.
Da una parte quelle politiche, rivolte ai vertici del suo partito, la Democrazia cristiana, ma anche alle principali cariche dello Stato e a papa Paolo VI.
Dall’altra i messaggi più privati indirizzati alla moglie Eleonora e ai figli.
Questa lettera l’onorevole Moro la scrisse dopo aver ricevuto la sentenza di condanna a morte da parte del tribunale popolare delle BR.
Devono essere state ore di angoscia da parte di Aldo Moro, che fino all’ultimo, con la misura che gli era propria, chiama in causa il non intervento del suo partito in una trattativa che non fu mai nemmeno iniziata. E così l’onorevole fautore del compromesso storico decide di inviare il suo estremo saluto alla famiglia, indirizzando l’ultimo scritto della sua vita alla moglie Noretta.
Mia dolcissima Noretta,
dopo un momento di esile ottimismo, dovuto forse ad un mio equivoco circa quel che mi si veniva dicendo, siamo ormai, credo, al momento conclusivo.
Non mi pare il caso di discutere della cosa in sé e dell’incredibilità di una sanzione che cade sulla mia mitezza e la mia moderazione.
Certo ho sbagliato, a fin di bene, nel definire l’indirizzo della mia vita. Ma ormai non si può cambiare. Resta solo di riconoscere che tu avevi ragione. Si può solo dire che forse saremmo stati in altro modo puniti, noi e i nostri piccoli.
Vorrei restasse ben chiara la piena responsabilità della D.C. con il suo assurdo e incredibile comportamento. È poi vero che moltissimi amici (ma non ne so i nomi), non si sono mossi come avrebbero dovuto.
Cento sole firme raccolte avrebbero costretto a trattare. E questo è tutto per il passato. Per il futuro c’è in questo momento una tenerezza infinita per voi, il ricordo di tutti e di ciascuno, un amore grande grande carico di ricordi apparentemente insignificanti e in realtà preziosi.
Uniti nel mio ricordo vivete insieme. Mi parrà di essere tra voi. Per carità, vivete in un’unica casa, anche Emma se è possibile, e fate ricorso ai buoni e cari amici, che ringrazierai tanto, per le vostre esigenze.
Bacia e carezza per me tutti, volto per volto, occhi per occhi, capelli per capelli.
A ciascuno una mia immensa tenerezza che passa per le tue mani.
Sii forte, mia dolcissima, in questa prova assurda e incomprensibile. Sono le vie del Signore.
Ricordami a tutti i parenti ed amici con immenso affetto ed a te e tutti un caldissimo abbraccio pegno di un amore eterno.
Vorrei capire, con i miei piccoli occhi mortali come ci si vedrà dopo.
Se ci fosse luce, sarebbe bellissimo.
Il Papa ha fatto pochino: forse ne avrà scrupolo.
Ora, improvvisamente, quando si profilava qualche esile speranza, giunge incomprensibilmente l’ordine di esecuzione.
Noretta dolcissima, sono nelle mani di Dio e tue.
Prega per me, ricordami soavemente.
Che Iddio vi aiuti tutti. Un bacio di amore a tutti
Aldo