NELLA “CASA DELLE TECNOLOGIE”, SEMINARIO SU COME SARÀ L’AGRICOLTURA NEL FUTURO
Nella Città dei Sassi, Unibas e relatori regionali e internazionali hanno illustrato le nuove frontiere dell’agronomia innovativa
“Le sfide tecnologiche per l’agricoltura di precisione e la gestione sostenibile dei paesaggi”: è stato questo il tema affrontato nella sede della Casa delle Tecnologie Emergenti a Matera nel corso del Ciclo di seminari Organizzato dall’Università della Basilicata.
Dopo i saluti dell’assessore comunale all’Innovazione, Cotugno che ha sottolineato l’importanza del seminario per la formazione digitale degli studenti, c’è stato l’intervento da remoto di Nuno Canada, professore dell’Istituto Nazionale di Ricerca Agraria del Portogallo.
Canada ha sottolineato il ruolo strategico dell’investigazione agricola nella dinamizzazione della ricerca scientifica nel settore agricolo favorendo i processi di sviluppo delle tecniche agronomiche.
«Un processo – ha detto Paola D’Antonio dell’Università degli Studi della Basilicata – che coinvolge anche la dieta mediterranea e un’agricoltura monitorata in tutte le fasi dalla coltivazione al prodotto finito ».
Michele Perniola poi, anch’egli professore dell’Unibas si è concentrato sulla comparazione dei modelli degli obiettivi della politica agricola della Comunità europea a quelli degli Stati Uniti ai fini della individuazione delle strategie tecniche di produzione agricola più efficienti.
Luigi Sartori invece, docente dell’ Università di Padova, ha tracciato un profilo dello sviluppo tecnologico dall’ agricoltura di precisione 3.0 fino all’elaborazione dati e la super agricoltura 5.0 che si avvale di robotica e intelligenza artificiale. Di spessore anche l’intervento di Enzo Acito, una delle prime menti che sono state artefici della Casa delle tecnologie emergenti di Matera.
«Tutta la tecnologia ruota intorno al cervello umano che è un elemento che è coltivato all’interno dell’università ma poi deve lievitare e deve diventare efficace e operativo nel mondo della produzione».
Ecco perché, ha aggiunto Acito, «diventa fondamentale fare in modo che i ragazzi terminati gli studi possano sviluppare le loro attività sul proprio territorio e alimentarne la crescita con le loro energie e intelligenza».
Dopo l’analisi strategica, Acito ha illustrato agli studenti presenti quello che può essere considerato il fiore all’occhiello della innovazione, formazione e applicazione della tecnologica materana: l’ Academy.
Si tratta appunto di un’accademia che, ha detto Acito, «è stata pensata a Matera per formare 50 ragazzi all’anno per tre anni con borse di studio pagate dal ministero del Sud e le docenze vengono fornite dai grossi players che siccome sono interessati a costruire queste figure professionali per alimentare il proprio circuito forniscono i docenti alle università ».
E vi è ancora di più perché, ha concluso Acito, «un creativo che si trova a Matera ha la possibilità di poter arrivare a raggiungere i propri obiettivi molto meglio che se fosse al centro di Milano per cui qui a Matera si creano le condizioni per innescare il processo delle imprese culturali che gravitano intorno all’ Academy e che innesca processi di contaminazione locale e favorisce un circuito virtuoso di talenti e opportunità lavorative».