UN UOMO SOLO SENZA COMANDO
Cicala non molla la presidenza, il cdx gli volta le spalle: pacemaker rimpasto inutile
I 10 minuti di sospensione diventano 1 settimana, proprio alla Festa dei Lavoratori la coalizione proverà a chiudere l’accordo?
POTENZA. L’accordo per individuare il nuovo presidente del Consiglio regionale non c’è. Orami è diventata una certezza, se si considera l’Aula rimasta vuota anche ieri.
Le 24 ore di pausa prolungata che il centrodestra lucano si era dato per provare a fare sintesi e riconfermare così il leghista Carmine Cicala alla guida del parlamentino lucano non sono affatto bastate. La situazione era chiara già dopo i primi tre scrutini: per Cicala solo 9 voti su 13 della maggioranza aventi diritto.
E così conscio che non avrebbe superato neanche il quarto voto, nonostante i voti che servivano erano solo 11, il presidente in proroga ha concesso «solo 10 minuti di pausa e non oltre» al centrodestra per mettere pace.
10 minuti sono poi diventati 10 ore, poi 24 e così via. La seduta è stata quindi aggiornata ad ieri pomeriggio intorno alle 16.
Ma anche questo appuntamento è saltato perché la maggioranza non ha trovato la quadra, addirittura facendo diventare i 10 minuti oltre una settimana. Il nuovo rinvio del Consiglio infatti è addirittura al 2 maggio.
In queste 24 ore di pausa il centrodestra non è riuscito a mettere pace e a far sì che l’accordo stretto a Roma, tra i vertici della coalizione di centrodestra uscita vincente dalle elezioni il 19 marzo 2019, per un secondo mandato del presidente uscente il leghista Carmine Cicala venisse rispettato. Una debacle politica quella di Cicala a cui però lui pare non voler dare peso.
Nonostante i numerosi appelli, in primis quelli giunti dall’opposizione e poi anche dagli stessi membri della maggioranza, a dimettersi e provare a fare un passo di lato per il bene della Regione il leghista non molla. Anzi.
Dinanzi alle dimissioni di due membri dell’opposizione dall’Ufficio di presidenza, rispettivamente il vicepresidente del Consiglio regionale e il segretario dell’Assise, Mario Polese e Gianni Leggieri il presidente in proroga si dice rammaricato ma si tiene stretto la poltrona.
Lui pare essere ben lontano dal rassegnare le sue dimissioni, a quanto pare nonostante non abbia l’unanimità della maggioranza per rivestire quel ruolo non ha intenzione di abbandonare lo scranno più alto del Consiglio regionale.
Probabilmente Cicala pare essere convinto che i mal di pancia di Baldassarre, Zullino e Vizziello palesatesi al momento del voto con la loro assenza possano rientrare prima della seduta del 2 maggio.
La cura di Cicala potrebbe essere rappresentata dalla riunione dei vertici del centrodestra che si dovrebbe tenere lunedì mattina prima dell’avvio dei lavori dell’Assise
. I segretari dei partiti di centrodestra, Moles (FI), Marti (Lega) e Quarto (FdI) dovrebbero provare a fare il punto della situazione e convincere i dissidenti a votare compatti con quanto scelto da tutti. Il problema in questo momento però pare essere tutto intorno al nome di Cicala. In questi anni purtroppo il presidente uscente non avrebbe costruito grandi relazioni nel parlamentino lucano.
Infatti, se il mancato appoggio di Baldassarre divenuto “battitore libero” dopo l’uscita da FdI è plausibile quello dei due colleghi di partito Zullino e Vizziello appare strano.
Cero non è una novità che Zullino non sia in linea con la posizione del partito ma un gesto così eclatante è il sinonimo che nella Lega più di qualcosa non vada.
Ora reste da comprendere se lo strappo sia ricucibile in pochi giorni o se dal Carroccio, per mantenere la presidenza del Consiglio, è il caso che si pensi seriamente a un sostituto di Cicala.