MATERA, RINVENUTA DISCARICA NEL “PALOMBARO”
L’inchiesta di Cronache TV ha riguardato le condizioni della storica cisterna per la raccolta delle acque
Ci troviamo nella centralissima piazza Vittorio Veneto a Matera, di fronte all’ex convento dell’Annunziata, un luogo di grande rilievo culturale, circondato da edifici di grande pregio storico e anche da monumenti di grande rilievo architettonico, ma soprattutto una piazza che nel suo enorme grembo ipogeo custodisce una straordinaria cisterna per la raccolta delle acque, che prende il nome di Palombaro.
Ebbene proprio sotto il palazzo della prefettura e la chiesa romanica di San Domenico si trova una propaggine sotterranea del Palombaro che noi siamo andati ad esplorare consapevoli di trovarci al cospetto di un esempio di straordinaria architettura idraulica che non a caso costituisce una delle principali testimonianze di Matera come patrimonio Unesco.
Siamo così scesi nell’ipogeo, l’antico fondaco di Matera pronti a rivivere la vita di centinaia di anni fa, ma abbiamo subito constatato che la situazione non è proprio delle migliori. Scorgiamo infatti cavi elettrici scoperti e le grotte sono abbandonate e latenti residui di immondizie si ammucchiano qua e là.
Il quadro elettrico e soprattutto i bottoni della centralina, quelli che servono probabilmente a mettere in funzione la fontana soprastante, sono esposti alla mercé di tutti e anche l’impiantistica non versa in situazioni proprio ottimali tant’è vero che oltre a sporcizie ed escrementi di animali i cavi elettrici scoperti potrebbero a seguito di piogge innescare pericolosi cortocircuiti.
Ma forse la scoperta più sconfortante fatta da Cronache TV non è tanto l’incuria in cui versa questa zona storica, quanto il fatto che una delle cisterne realizzata centinaia di anni fa a perfetta forma di campana in cocciopesto, per raccogliere l’acqua, è diventata ora una vera e propria discarica dove sono stati gettati oggetti di plastica e materiali non biodegradabili, nonché sversate sporcizie liquide di ogni genere oltre al germogliare di una spontanea forma di vegetazione le cui radici rischiano di fratturate e danneggiare in modo permanente le architetture di un capolavoro di ingegneria idrogeologica unico al mondo.
I cunicoli ipogei del palombaro sono davvero estesi e visto che anticamente essi consistevano in una vera e propria area mercatale, artigianale e produttiva della città ipogea, primordiali insediamenti, li siamo andati ad esplorare dato che l’accesso è aperto a tutti e il luogo è incustodito.
Ciò che cattura la nostra attenzione è la maestria con la quale in tempi remoti quell’intero banco di calcarenite è stato scavato e scolpito ad arte ricavando una vera e propria micro polis sotterranea con straordinari equilibri di architettura in negativo.
Ma a dispetto di tale eccelsa forma d’arte, abbiamo scoperto che anche questa zona del palombaro è diventata una vera e propria discarica dove ci sono laterizi di risulta, vecchio tavolame e soprattutto sporcizie che davvero poco hanno a che fare con un luogo così particolare e protetto dall’Unesco.
A pochissimi metri da questa zona del Palombaro che abbiamo esplorato, c’è l’ingresso vero e proprio del Palombaro lungo un luogo visitato da milioni di persone ed è davvero un peccato che una delle sue parti più antiche sia in abbandono e affetta da sporcizie, un’offesa non solo alla geniale abilità di quanti nel corso dei secoli hanno realizzato questo capolavoro di architettura idraulica, ma un’offesa anche alle tante persone che ci invidiano un capolavoro Unesco di tale valore e si affidano a noi affinché lo custodiamo e lo proteggiamo.