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FESTA DELL’EUROPA IN STRASBURGO

Von der Leyen: «A settembre le mie proposte. Cambiamo i trattati, se necessario»

? Discorso LIVE | Conferenza sul futuro dell’Europa

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Festa dell’Europa a Strasburgo

Von der Leyen: «A settembre le mie proposte. Cambiamo i trattati, se necessario»

Nel giorno dell’Europa, si tiene la cerimonia conclusiva della Conferenza sul futuro dell’Europa. Intervengono i cittadini che hanno preso parte al processo partecipativo durato un anno, e anche le presidenti di Europarlamento e Commissione Ue, e la presidenza di turno francese

L’EVENTO DI OGGI

Dopo un’apertura danzante della cerimonia, intervengono a Strasburgo i copresidenti del comitato esecutivo della conferenza sul futuro dell’Europa. Poi, i cittadini stessi che hanno partecipato al percorso partecipativo. Alle 13 è previsto l’intervento della presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola, alle 13:10 di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue. Alle 13:30 parla Emmanuel Macron; la Francia ha la presidenza di turno del Consiglio Ue. 

URSULA VON DER LEYEN 

La presidente della Commissione europea inizia con un riferimento a Ursula Hirschmann, che «ha resistito al nazismo ed è stata architetta dell’Europa da Ventotene». Parla della guerra e prosegue affermando che «essere immobili vuol dire cadere indietro». Con la conferenza «guardiamo a un’Europa che sia sociale, sostenibile, che curi, che guardi ai suoi cittadini, come Hirschmann ha fatto prima di noi. Con le 49 proposte e le più di 300 misure avete messo insieme una visione di Europa che guarda a ciò che è significativo; sicurezza, medicine, energia, protezione sociale nelle trasformazioni». 

A SETTEMBRE LE PROPOSTE DI BRUXELLES

«Ora è il momento di dare un esito a queste istanze». Gli europei «si aspettano che sia l’Unione a intervenire: nei prossimi mesi definiremo cosa è necessario per darvi risposte». In alcuni settori chiedete di accelerare ciò che è già in corso, ad esempio sul green deal europeo; bisogna accelerare su fit for 55 ed eventualmente eliminare i combustibili fossili. Le proposte sul salario minimo devono diventare legge, abbiamo già avviato il lavoro che ci avete chiesto; per esempio sullo scambio di dati sanitari già la scorsa settimana abbiamo avviato una proposta. Porteremo a termine le vostre richieste e c’è già molto che possiamo fare, senza indugio. Annuncerò le prime nuove proposte per dar seguito alle vostre raccomandazioni nel mio discorso programmatico a settembre.

«CAMBIANDO I TRATTATI SE NECESSARIO»

Ma non basta. L’unanimità non consente di essere celeri. L’Europa dovrebbe svolgere un ruolo maggiore su sanità, difesa, e va migliorato il modo in cui funziona la nostra democrazia su base permanente. Sto con chi vuol riformare l’Ue per renderla più funzionante. Ci avete detto dove volete che l’Ue vada, ora spetta a noi decidere il cammino per arrivarci, nei limiti dei trattati attuali o cambiandoli se necessario. Anche von der Leyen cita Sassoli, che un anno fa era qui a lanciare la conferenza.

ISTITUZIONALIZZARE I PANEL

Von der Leyen intende rendere sistematici, anche con finanziamenti continuativi, i panel dei cittadini, ai quali attingere come camere di consultazione prima di formalizzare le proposte della Commissione.

LA PRESIDENTE METSOLA E L’UCRAINA

C’è un messaggio che possiamo fare nostro: il futuro dell’Europa è ancora da scrivere. Con l’atto di aggressione medievale di Putin all’Ucraina il mondo è cambiato. Il mondo dal 24 febbraio è meno sicuro ed è cambaito anche il ruolo dell’Europa, non possiamo perdere tempo. La risposta all’invasione è la prova dei nostri valori. Il parlamento europeo lotterà per un’Europa più forte su libertà, democrazia, stato di diritto, giustizia, solidarietà, uguaglianza e pari opportunità, cioè tutto ciò che l’Europa significa. Abbiamo creato il mercato comune, abolito le frontiere interne, ci siamo dati una valuta comune, la nostra storia anche se non perfetta mostra cosa possono fare le democrazie liberali, e quanto possono ispirare.

La conferenza nasce perché c’è un divario tra le aspettative degli europei e questa Europa, ecco perché il prossimo passo dev’essere la convenzione, dice Metsola. Ci sono cose che non possono attendere: una nuova difesa, una nuova politica di sicurezza e difesa. Dobbiamo investire in rinnovabili perché questo oltre all’ambiente rafforza la nostra sicurezza. Dobbiamo interconnettere i nostri sistemi sanitari, non possiamo permetterci altre quarantene né ripetere gli errori del passato. Metsola omaggia David Sassoli, che «sarebbe orgoglioso»; la conferenza sul futuro dell’Europa è stata avviata sotto la sua presidenza.

MESSAGGIO PER L’ALLARGAMENTO

«Non esiste idea che non possa essere discussa», dice Metsola. «Da quando ero una studentessa credo nell’Europa. Le nostre idee sono più grandi della geografia, non ci sono stati grandi e piccoli, forti e deboli; oggi guardiamo a Ucraina Georgia Moldavia Balcani occidentali che a loro volta guardano a noi. Dobbiamo usare il potere dell’Europa per cambiare le vite di queste popolazioni come è accaduto per il mio paese, Malta».

VERHOFSTADT CONTRO MUSK E ZUCKERBERG

Il liberale Verhofstadt, federalista convinto, parla come copresidente del comitato esecutivo della conferenza. Dice che i risultati, cioè «i 49 obiettivi che vanno realizzati attraverso 300 proposte e misure, sono stati approvati anche dalla plenaria. Mostrano la via da seguire per la nostra Unione per i prossimi decenni: un’Ue più integrata, democratica, capace di agire più rapidamente e in modo più decisivo». Tra le lezioni apprese dalla conferenza, dice Verhosftadt, c’è il fatto che la divisione tra sovranisti ed europeisti non corrisponde alla realtà, ciò che accomuna gli europei è invece l’ambizione a un’Europa all’altezza delle aspettative. Inoltre i cittadini non hanno paura del cambiamento. La conferenza ci indica la strada per sfuggire all’irrilevanza, per un’Europa sovrana e capace di agire. Infine, non esiste una vera contraddizione tra democrazia rappresentativa e partecipativa: in una democrazia moderna entrambe sono necessarie; va istituzionalizzata la partecipazione diretta dei cittadini come antidoto alle divisioni nella società; invece Musk e Zuckerberg vedono gli esseri umani come esseri da profilare.

UN «SUCCESSO» PER CLEMENT BEAUNE

Segretario di stato agli Affari europei, Clement Beaune, esponente del governo francese, è anche lui copresidente del comitato esecutivo della conferenza, che definisce «un successo». Bisogna ora darvi seguito, «ci saranno delle scelte da fare, dovremo rendicontarne per spiegarle a voi partecipanti».

LA COMMISSARIA E LA GUERRA

«La nostra democrazia vincerà contro le bombe di Putin». Parla Dubravka Šuica, la commissaria Ue che ha guidato il lavoro della Commissione sulla conferenza, anche lei copresidente nel comitato esecutivo. «L’adesione della Croazia, il mio paese, all’Ue, è stata un momento significativo per me. Sono stata testimone di guerre sanguinose e so che la democrazia non va presa per scontata. Pur al centro del modello europeo, era manchevole della partecipazione dei cittadini. Il panel dei cittadini ha lavorato duramente, vogliamo un’Europa il più inclusiva e rappresentativa possibile: qui è rappresentato un ampio spettro di società civile. La conferenza non è stata perfetta ma sono questi processi che ci consentono di crescere».

I CONTRIBUTI DEI CITTADINI

A rotazione intervengono alcuni partecipanti ai panel. «Non sempre abbiamo avuto risposte chiare e sappiamo che mettere in atto tutte le trasformazioni che chiediamo richiederà tempo». Tilde, dalla Svezia, parla dell’importanza che tutti gli europei, «indipendentemente dal fatto che abitino in zone rurali o in città, dalla nazione di appartenenza, dal genere», possano accedere in modo paritario «a istruzione, servizi sociali, standard di vita, condizioni di lavoro e salari dignitosi». La vocazione è alla «solidarietà, giustizia sociale e pari opportunità: vogliamo essere di più di un’Unione economica, dobbiamo agire come una famiglia». Parole anche sul clima: «Serve più rapidità in ambito climatico, l’Ue deve guidare il cambiamento, in questo e altri ambiti»

LA FESTA DELL’EUROPA

Il 9 maggio 1950 il ministro degli Esteri francese Robert Schuman con la sua dichiarazione ha aperto la stagione dell’integrazione europea. Proponendo di condividere a livello europeo le risorse strategiche, carbone e acciaio, per superare le rivalità franco-tedesche foriere di guerra, ha di fatto impresso lo slancio per quella che oggi è diventata l’Unione europea.

IL FUTURO DELL’UE

Dopo un processo partecipativo durato un anno, oggi si conclude, con questa cerimonia, la Conferenza sul futuro dell’Europa. A 72 anni di distanza dalla dichiarazione Schuman, la guerra è ai confini dell’Ue e il dibattito sulle risorse torna a frammentare i governi. Le parole di Schuman restano premonitrici: «Per salvaguardare la pace mondiale servono sforzi creativi proporzionati ai pericoli». Quanto saprà essere «creativa», l’Ue, e quanto profondamente sarà capace di riformarsi? La guerra in Ucraina è diventata l’occasione perfetta, per alcuni governi e partiti europei, per spingere verso un’ulteriore militarizzazione dell’Ue. Anche per questo, l’idea di una convenzione per riformare i trattati ha trovato una prima maggioranza. Ma dall’esperienza partecipativa della Conferenza sul futuro dell’Europa emerge una vocazione più profonda. Se le forze ecologiste e progressiste non abbandonano il campo, e ne fanno valere gli esiti, avremo un’Ue più vicina all’ambiente e alle persone, un’Europa democratica e sociale. Il rischio che i governi, con l’alibi della guerra, procedano speditamente solo a cambiamenti nell’ambito della difesa e dell’integrazione economica è alto.


La festa dell’Unione europea all’ombra della guerra

  • Il 9 maggio 1950 Robert Schuman getta le basi di quella che oggi è l’Ue, suggerendo di condividere le risorse strategiche, carbone e acciaio, per rendere impossibile la guerra fra europei. A 72 anni di distanza, la guerra è ai confini dell’Ue e il dibattito sulle risorse torna a frammentare i governi.
  • Le parole di Schuman restano premonitrici: «Per salvaguardare la pace mondiale servono sforzi creativi proporzionati ai pericoli». Quanto saprà essere «creativa», l’Ue, e quanto profondamente sarà capace di riformarsi? La guerra in Ucraina è diventata l’occasione perfetta, per alcuni governi e partiti europei, per spingere verso un’ulteriore militarizzazione dell’Ue. Anche per questo, l’idea di una convenzione per riformare i trattati ha trovato una prima maggioranza.
  • Ma dall’esperienza partecipativa della Conferenza sul futuro dell’Europa emerge una vocazione più profonda. Se le forze ecologiste e progressiste non abbandonano il campo, e ne fanno valere gli esiti, avremo un’Ue più vicina all’ambiente e alle persone, un’Europa democratica e sociale. Il rischio che i governi, con l’alibi della guerra, procedano speditamente solo a cambiamenti nell’ambito della difesa e dell’integrazione economica è alto.

Metsola all’AGI: “Il nostro futuro è in pericolo, cogliamo l’occasione per creare un’Europa dell’energia”

Intervista alla presidente dell’Europarlamento: lo scenario peggiore sarebbe quello di non rispondere positivamente alla domanda di adesione di Kiev. “Dopo il petrolio stop a ogni combustibile fossile dalla Russia. Serve l’impegno di Roma per resistere al Cremlino”. “L’Italia sia leader nell’Unione”

“Il futuro dell’Unione europea è in pericolo a causa dell’invasione russa dell’Ucraina” per questo “l’Ue deve continuare a fare tutto il possibile per porre fine a questa guerra e aiutare il popolo ucraino”. E in testa a ciò che si può fare vi è l’embargo, dopo quello del petrolio, “di tutti i combustibili fossili dalla Russia”.

Sono passati poco più di cento giorni da quando (il 18 gennaio) Roberta Metsola, eurodeputata maltese 43enne, è  diventata la presidente del Parlamento europeo. Da allora sono successe cose rivoluzionarie per l’Unione. In un’intervista all’AGI Metsola racconta la sua idea e visione di Europea, del presente e del futuro.

“In questi cento giorni mi sono sentita orgogliosa e onorata di rappresentare tutti i cittadini dell’Unione ma è stato un periodo molto impegnativo”, dichiara. “Quando sono entrata in carica non mi aspettavo che mentre stavamo cercando di superare le conseguenze della pandemia di Covid-19, saremmo stati colpiti dall’inaccettabile invasione russa dell’Ucraina. Questa è la nostra principale sfida, perché questa aggressione è anche contro l’Europa e contro i nostri valori e principi. Il nostro futuro è in pericolo. Ecco perché dobbiamo fare tutto il possibile per porre fine a questa guerra e aiutare il popolo ucraino, come abbiamo fatto fin dal primo momento”, racconta Metsola, prima leader delle Istituzioni Ue a visitare Kiev e che continua a chiedere di avvicinare sempre di più l’Ucraina all’Europa: “Non rispondere alla sua richiesta di status di candidato sarebbe lo scenario peggiore”.  

“Ciò che ho imparato da quella visita è che anche se l’Ue ha già fornito molta assistenza logistica, umanitaria, militare e finanziaria, possiamo sempre fare un po’ di più ed è quello che stiamo facendo in questo momento negoziando un nuovo pacchetto di sanzioni”, dichiara. “Sono stati ascoltati gli appelli del Parlamento europeo a fermare le importazioni di petrolio russo. A seguire dobbiamo avanzare verso un embargo completo su tutti i combustibili fossili russi”, esorta Metsola. Ma vanno tenuti in considerazione gli impatti sull’economia europea.

“Stiamo adottando misure per affrontare questa situazione e mitigarne il più possibile le conseguenze”, assicura la leader Ue. “Allo stesso tempo – aggiunge – dobbiamo districare le nostre dipendenze dal Cremlino ponendo fine alle importazioni di petrolio russo e avanzando verso il nostro obiettivo di gas zero dalla Russia. Dobbiamo anche usare questa crisi per creare un’Unione dell’energia tra i 27 Stati membri”. Ma non sarà facile. Anche per questo diventano importanti le richieste dei cittadini europei avanzate con la Conferenza sul Futuro dell’Europa che prevedono, tra l’altro, il diritto d’iniziativa al Parlamento europeo e il superamento dell’unanimità al Consiglio. Per riuscirci sarà necessario modificare i trattati.  

“La pandemia di Covid-19 e la guerra in Ucraina ci hanno dimostrato che dobbiamo rafforzare il modo in cui l’Ue opera in materia di politica sanitaria, estera, di difesa ed energetica. Se ciò richiede modifiche anche ai nostri Trattati, allora rispondiamo alle richieste dei nostri cittadini. Niente dovrebbe essere fuori dal tavolo”, evidenziata la politica maltese. E non può esserci un’Unione forte senza un Parlamento europeo forte. “È l’istituzione dei cittadini, tutti i suoi membri sono eletti direttamente dai cittadini e li rappresentiamo, quindi appare naturale che i cittadini chiedano un ruolo più forte per il Parlamento europeo”, conferma Metsola.  

“È già uno dei parlamenti legislativi più forti del mondo, con poteri sia legislativi che di controllo. Vorrei che mettesse in uso tutta la sua autorità ed energia per rispondere correttamente e concretamente a ciò che i nostri cittadini si aspettano da noi, sia in materia di salute, che in difesa o energia. Per questo, il Parlamento dovrebbe anche essere dotato del diritto di iniziativa”, aggiunge. 

Su questo fronte, a giudicare dal discorso del presidente del Consiglio Mario Draghi al Parlamento europeo, non mancherà il sostegno dell’Italia per una riforma dell’Unione. premier “Draghi è un europeo convinto e l’Italia è un Paese molto rilevante per l’Ue. È uno dei più grandi Stati membri, ha una delle economie europee più potenti e la sua situazione geopolitica è fondamentale per l’Europa. Per tutti questi motivi, l’Italia deve essere leader in Europa”, esorta Metsola. “

Non ci può essere una vera politica comune dell’Ue in materia di migrazione senza l’Italia, l’Ue non supererà la crisi economica provocata dal Covid-19 senza l’Italia e l’Ue avrà bisogno di un continuo impegno attivo da parte dell’Italia nel resistere al Cremlino, a sostegno dell’Ucraina”, sottolinea Metsola. “Ho visitato l’Italia la scorsa settimana, dopo aver incontrato il premier Draghi a Strasburgo, e sono convinta che l’Italia continuerà a contribuire in tutti questi campi”, assicura la presidente dell’Eurocamera.

 

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