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LEONE SI AUTOINGABBIA

Dopo l’autosospensione, l’autonascondiglio per sfuggire alle domande di La7


IL CASO DELLA FRASE SESSISTA CONTRO LA MERRA ALLA RIBALTA NAZIONALE: CHE FIGURACCIA


Non si ferma la bufera sulla frase sessista rivolta dal consigliere regionale di Fratelli d’Italia Rocco Leone all’assessora Donatella Merra. Quel “consiglio” sui «gargarismi di pisello» pronunciati durante la seduta dell’ultimo Consiglio regionale rimbomba fuori e dentro il parlamentino lucano.

La frase captata dai microfoni aperti durante la diretta streaming e fatta diventare virale dal video pubblicato da Cronache Lucane è sbarcato anche fuori regione. Un video diventato virale in pochissimo tempo e ripreso dalle maggiori testate giornalistiche.

Domenica sera, inoltre, sul caso della frase sessista è voluta tornarci anche la trasmissione “Non è l’arena” su La7 condotta da Massimo Giletti. La giornalista Cristina Mastrandrea è andata a Policoro per provare ad ottenere delle risposte. Rocco Leone però ha preferito, almeno questa volta, fare scena muta. Anzi.

Dinanzi alle telecamere de La7 il consigliere regionale è scappato. Captato in auto mentre rientrava a casa vicino la sua abitazione dalla giornalista di “Non è l’arena” Leone ha preferito non scendere dall’auto e non rispondere a nessuna domanda. Il meloniano questa volta con la giornalista, senza neanche abbassarre il finestrino della sua auto, è stato lapidario: «Non voglio parlare con voi».

Dopo un tentativo di ricorrerlo, andato a male, da parte della troupe televisiva con momenti anche di tensione (come si evince dal racconto fotografico), Leone si sarebbe “rifugiato” in una abitazione vicina per evitare le telecamere.

Sembrerebbe che per rientrare a casa e passare “inosservato”, all’incalzare della giornalista, il meloniano si sia fatto trasportare da un furgoncino oscurato, scortato da una pattuglia dei Carabinieri. Leone, questa volta ha preferito non esporsi.

Il politico che in questi anni ci ha abituato ad esternazioni variegate come la famosa pastasciutta mangiata dal paziente zero in Basilicata, durante il Coronavirus, fino alle ultime accuse mosse nei confronti del presidente della Regione Bardi sulla mancata riconferma in Giunta, ha probabilmente fatto voto di silenzio. Una scelta comprensibile, considerato che almeno questa volta da sorridere sulla battuta rivolta alla Merra c’è ben poco.

La frase di chiaro stampo sessista ha toccato corde troppo delicate anche solo per provare a trovare una giustificazione. L’autosospensione che si è inflitto per due settimane, rinunciando agli emolumenti, per scusarsi dopo essere finito nell’occhio del ciclone non è bastata. Neanche le parole di scusa inviate con una nota sono bastate ad evitargli le richieste di dimissioni, alle quali Leone spera di poter rispondere con un’autosospensione senza rinuncia allo stipendio.

Oggi infatti la presidente della Commissione regionale Pari Opportunità, Margherita Perretti, dopo lo sciopero con i sindacati indetto l’indomani dell’accaduto sotto la Regione, in una conferenza stampa ritornerà a chiedere le dimissioni del meloniano.


 

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