NUOVA GIUNTA, CHI HA DAVVERO VINTO?
L’ingresso dei 2 nuovi di FdI più che un rafforzamento del partito è un regolamento di conti interno
Al Comune di Potenza, il sindaco ha chiuso definitivamente la crisi e inserito i due nominativi di Fratelli d’Italia nella Giunta. Napoli e Fazzari saranno assessori nella Giunta Guarente, prendendo i posti che furono di Galella e Giuzio.
NESSUN PESO IN PIÙ PER FDI
Fratelli d’Italia aveva aperto la crisi con la volontà di ottenere tre assessori come riconoscimento della maggiore crescita del partito rispetto alle elezioni amministrative. Per non cedere alle richieste di FdI, Guarente aveva immediatamente fatto la nuova Giunta Comunale lasciando due posti a Fratelli d’Italia e riservando loro una quota rosa.
Dopo qualche mese FdI perde il braccio di ferro con Mario Guarente ed accetta, non soltanto che gli assessori siano due ma anche che uno degli assessori sia una donna.
Addirittura un passo indietro per FdI che aveva, invece, ottenuto due deleghe senza l’onere della quota rosa negli accordi conclusi all’indomani delle elezioni.
IL VICESINDACO
Mentre in Regione il partito della Meloni ne esce fortemente potenziato, nel Comune capoluogo accade esattamente il contrario con una trattativa dalla quale ne esce depotenziato. Apparentemente FdI ottiene il riconoscimento del vicesindaco ma, in realtà, si tratta di una partita tutta interna al partito, considerato il rapporto esistente tra Vigilante e l’europarlamentare On. Vincenzo Sofo approdato recentemente proprio in Fratelli d’Italia.
Anzi, considerando anche Antonio Vigilante come legato a Fratelli d’Italia, il partito perde peso nella Giunta considerato che le deleghe attribuite a Michele Napoli (lavori pubblici) erano già in appannaggio allo stesso Vigilante.
Una trattativa, insomma, condotta in maniera non particolarmente brillante da Fdi sul Comune di Potenza anche grazie alla straordinaria intuizione di Mario Guarente di formalizzare la Giunta anche senza gli uomini della Meloni, la qual cosa ha consentito al sindaco di poter governare serenamente in attesa della chiusura delle trattative senza l’incubo di una mozione di sfiducia come invece accaduto in Regione.