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IL 10 MAGGIO CHE FECE DI PICERNO “LEONESSA”

Celebrazioni per le 70 vittime, di cui 17 donne, che combatterono nella rivoluzione repubblicana “ingannando il nemico”

Picerno ha ricordato i martiri della rivoluzione napoletana del 10 maggio 1799 con una giornata dedicata, iniziata presso “l’albero della libertà” con il tributo ai caduti: la deposizione della corona alla presenza dei ragazzi dell’IC statale “G.Fortunato” e dell’IIS “Einstein- De Lorenzo” sezione di Picerno.

A seguire presso la Torre, l’inaugurazione della Sede del Comitato Provinciale dell’Istituto per la Storia del Rinascimento Italiano, con Antonio Lerra Direttore del Comitato Provinciale di Potenza. Infine “Musica Rivoluzionaria” con il concerto del pianista Scafarella, le Associazioni “Basilicata Circuito Musicale” e “Amadeus”.

Lo storico meridionalista Fortunato, seguendo i registri parrocchiali locali, riuscì ad elencare i nomi dei 70 caduti, pubblicando nel 1882 “I morti di Picerno- 10 maggio 1799” e nel 1889, centenario della Repubblica Napoletana, “Il 1799 in Basilicata”.

La rivoluzione repubblicana fu un importante momento storico per la Basilicata: «Finite le munizioni -scrisse Fortunato- mancando il piombo, furono fuse le canne di organo delle chiese, i piombi delle finestre, gli utensili domestici, gli strumenti di farmacia. Sacerdoti, vecchi, giovani continuarono a combattere fino all’ultimo e in tale resistenza parecchie donne, vestite come uomini, combatterono a fianco dei mariti e dei fratelli, ingannando il nemico. 17 donne, caddero vittime insieme ad altri 53 patrioti: Dominica Bove, Lavinia Caivano, Angela Cappiello, Laura Capece, Rosa Cataldo, Virgitta Coletta, Angela D’Antonio, Caterina Decanio, Maria Gioiosa, Giuseppa Pasquale, Angela Rossillo, Dominica Rossiello, Carmela Potenza, Rosa Potenza, Rosa Sapienza, Dominica Tarullo, Rosa Vazza» ed ancora «L’esempio delle donne e degli uomini del Maggio picernese, il carico ideale e l’eredità che tutto questo porta, sono elementi fondanti per la comunità di Picerno e per tutti i cittadini del paese che sono rivestiti del ruolo di testimoni attivi del loro passato».

La cittadina lucana entra così nella storia dell’Italia meridionale: in essa si raccolsero i repubblicani del dipartimento di Avigliano per organizzarvi la resistenza contro le forze Sanfediste che avanzavano verso Potenza. L’avanzata dell’Esercito della Santa Fede si conclude quel 10 maggio con la presa e il sacco di Picerno, cui seguì la resa di Muro Lucano, di Avigliano e infine la conquista di Potenza. Picerno per essere stato centro di raccolta dei repubblicani della Basilicata occidentale e per l’eroismo mostrato, meritò l’appellativo di “Leonessa della Lucania”.

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