FANELLI E LA SINDROME DI STOCCOLMA
L’assessore dimentica non solo l’appartenenza al Pd, ma pure che Tripaldi gli è stato avversario ad Avigliano
Intanto sulle consulenze al collega di corrente Carretta si scopre che è anche avvocato del Dg
DI MASSIMO DELLAPENNA
Con la pieni poteri, Bardi ha nominato quale Direttore Generale del dipartimento della Sanità, l’ex sindaco di Avigliano Domenico Tripaldi, uomo del Partito Democratico, già Direttore Generale di Santarsiero e legato a doppio filo alla sua corrente.
Al Crob, apprendiamo dalle pagine di questo stesso giornale, gli incarichi legali vengono assegnati ancora a Giampaolo Carretta, avvocato, ex capogruppo in consiglio comunale del Partito Democratico della Città di Potenza anch’egli legato alla corrente di Santarsiero.
Viene da chiedersi se l’unico avvocato in grado di difendere il Crob, come altri Enti da cui pure con questo governo ha preso incarichi, sia Carretta o se l’essere legato all’ex sindaco di Potenza sia un titolo curriculare per lavorare con il centrodestra.
Viene da chiedersi se Francesco Fanelli, neo assessore alla Sanità che ha sconfitto ad Avigliano la lista costruita dallo stesso Tripaldi sia disponibile ad accettare che non esista nessuna discontinuità nel governo della sanità lucana.
IN PRINCIPIO FU PERRI
In principio fu Giampiero Perri, è stato lui il primo uomo dell’ancient regime recuperato da Bardi e messo a capo della struttura incaricata di gestire i fondi del Pnrr, la misura straordinaria che rappresenta la più importante risorsa economica dei nostri tempi. La biografia politica di Perri forse non è nota al Presidente, ma sicuramente è conosciuta dalla città e alla Regione.
Dopo una giovanile militanza in Alleanza Cattolica, formazione di tradizionalisti cattolici, è stato candidato del centrodestra alla Presidenza della Regione Basilicata, sconfitto e non eletto in Consiglio Regionale è stato segretario regionale di Forza Italia prima dell’arrivo di Guido Viceconte.
Durante il Governo De Filippo viene nominato Direttore Generale dell’Apt. Di fatto, in mancanza di un assessore al turismo è colui il quale si dedica alle politiche del turismo durante i governi del centrosinistra. Scompare dalla scena politica per anni, salvo poi ritrovarsi a capo della più importante linea di strategia politico-economico della Regione Basilicata.
In pratica la persona incaricata dal centrosinistra di determinare la politica turistica della Regione Basilicata è la stessa che ha ricevuto l’incarico di gestire le politiche economiche della stessa Regione mentre al Governo è il centrodestra.
In un gattopardesco cambiamento di tutto affinché nulla cambi, l’unica cosa che è cambiata è il logo del Partito di appartenenza, evidentemente simile ai taxi di matteiana memoria.
IMBOSCATI E SOPRAVVISSUTI
È lungo l’elenco delle persone che si sono distinte per il salto della quaglia, uomini per tutte le stagioni e per tutte le parti politiche. Se si sbircia su Facebook, si può notare la pungente ironia di Pietro Sanchirico, conosciuto da tutti come uomo di stretta fiducia proprio di De Filippo, che ogni tanto ricorda a tutti che molti di quelli che parlano contro “quelli di prima” sono stati parte di “quelli di prima”.
L’ultima nomina è quella di Ercole Trerotola, avvocato esperto in diritto matrimoniale, già membro del Corecom ai tempi del Governo De Filippo, fratello del consigliere regionale Carlo Trerotola, candidato alla Presidenza della Giunta in contrapposizione a Bardi e sconfitto da quest’ultimo. Ercole Trerotola, come il fratello Carlo, da giovane frequentava il Movimento Sociale Italiano.
Durante la compagna elettorale dagli archivi di via della Scrofa emerse la tessera del Msi di Carlo Trerotola e le foto che lo ritraevano nei comizi di Almirante.
Sindaco di Alleanza Nazionale nel Comune di Balvano, fu candidato al Consiglio Regionale proprio nel Partito con la Fiamma Tricolore. Da allora la sua presenza politica è scomparsa fino alla nomina al Corecom durante il Governo De Filippo e la sua attuale scelta come consulente di Acquedotto Lucano per l’operazione verità annunciata da Bardi.
In molti si chiedono come sia possibile che l’operazione verità possa essere svolta dal fratello di quello che guidava la coalizione di “quelli di prima”, ovvero di coloro i quali, nella narrazione del centrodestra, sono i responsabili dello sfascio di Acquedotto Lucano.
Ma come già sviscerato ieri da queste colonne, il tema centrale è: fermo restando che Ercole è un ottimo matrimonialista, è quello che serviva ad Aql per i problemi di conto? Sarà all’altezza della Delloitte a cui in prima battuta si era pensato di affidare l’incarico?
IL SILENZIO DEL CENTRODESTRA
Quello che colpisce maggiormente è il silenzio del centrodestra su questa Restaurazione che sta colpendo la Regione Basilicata in cui niente è cambiato rispetto a prima e gli uomini che contano e che comandano sono sempre gli stessi.
La Lega che, con il capogruppo continua ad unirsi agli attacchi della sinistra contro le frasi di Leone, non ha niente da dire sul recupero effettuato da Bardi degli uomini della sinistra.
Invece di chiedere le dimissioni di Leone per inseguire sul suo campo la sinistra, non sarebbe più opportuno pretendere la revoca dell’incarico non dico anche a Giampiero Perri e a Ercole Trerotola, ma almeno a Domenico Tripaldi.
Non è forse in nome di un radicale cambiamento che hanno chiesto il voto. Fratelli d’Italia che dello slogan “mai col Pd, mai con i cinque stelle” ha fatto il suo punto di forza, vuole limitare questa chiarezza solo agli assessori e ai consiglieri regionali o intende imporla anche per i ruoli di sottogoverno? Francesco Piro, capogruppo di Forza Italia che ha avuto il coraggio di uscite anche fortissime contro l’andazzo della sua coalizione, avrà l’autorevolezza ora che è anche vive presidente del Consiglio per chiedere l’estromissione di tutti gli uomini del passato regime dal Governo Regionale in qualsiasi ruolo? E magari procedere anche a quelle nomine che in Consiglio sono ferme da mesi per qualche “piccio” di Re Carmine Cicala.
Qui si parrà la nobilitade, qui la capacità del centrodestra di attuare l’autentico cambiamento che non può consistere soltanto nei cambi di bandiere e casacche ma anche in cambi reali di politica e di uomini. Altrimenti il sacrificio trentennale di tutti coloro i quali si sono opposti alla sinistra imperante in Basilicata sarebbe stato inutile e tutto sarebbe rimasto come prima.
Con buona pace del cambiamento promesso, se al posto di Tripaldi c’è sempre Tripaldi, tanto valeva confermare anche De Filippo e Pittella