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BUCHI E AIUTI STRAORDINARI: POTENZA, POZZO SENZA FONDO

Le amministrazioni cambiano, ma la richiesta è la stessa


DI MASSIMO DELLAPENNA


Quello del contributo straordinario alla Città di Potenza per affrontare gli ordinari buchi di bilanci ed evitare l’ormai rituale dissesto finanziario è diventato un abitudine nelle politiche economiche della Regione Basilicata. Come un pozzo senza fondo la città di Potenza è in grado di non riempirsi mai né è mai capace di camminare sulle sue gambe.

I SERVIZI PER TUTTA LA PROVINCIA E LA REGIONE

Tutte le amministrazioni che si sono susseguite, di qualsiasi colore politico esse fossero, hanno sempre ripetuto il ritornello secondo cui la città di Potenza merita un trattamento privilegiato perché è “città regione”, ovvero luogo dove si riversano tutte le esigenze del territorio e della popolazione regionale.

Un ritornello, invero, alquanto singolare che presenta due vuoti logici. In primis si deve evidenziare che città di Potenza non è l’unica città che offre servizi comprensioriali. Anche Matera ed addirittura Lagonegro e Melfi offrono servizi per tutti i comuni delle rispettive aree, basti pensare al Tribunale e all’ospedale di Lagonegro, alla zona industriale di Melfi o a tutti e a tutti i servizi anche in termini scolastici che le città più importanti offrono.

In seconda battuta occore non sottovalutare che, l’essere città che offre servizi, in una corretta gestione delle risorse e dei mezzi potrebbe essere un punto di forza se ben utilizzato. Non è chiaro, ad esempio, perché il sistema dei trasporti urbani non venga razionalizzato come in ogni altra città capoluogo, con un hub per l’arrivo degli autobus extraurbani e i mezzi di trasporto urbani (autobus e scale mobili) utilizzate per raggiungere i punti cittadini che servono anche ai comuni limitrofi.

Quanto cambierebbero le casse del Comune di Potenza e anche la sicurezza stradale se i mezzi extraurbani che portano gli studenti da fuori città fossero costretti a lasciare i passeggeri allo scalo degli autobus, dovendo poi gli studenti prendere i mezzi urbani per raggiungere le scuole? Certamente non assisteremmo, almeno nelle ore di punta agli autobus urbani vuoti e ai mezzi extraurbani in giro ad ingolfare la città.

TRASFORMARE CITTÀ REGIONE IN UNA OPPORTUNITÀ

Trasformare la centralità di Potenza in una opportunità e non più in un problema anche di bilancio dovrebbe essere l’obiettivo strategico di una nuova buona amministrazione.

Invece, si continua a utilizzarlo come alibi che consente a Potenza ad attingere sempre alle casse dei cittadini di tutta la Regione. Certo colpisce il fatto che i consiglieri regionali di ogni provenienza territoriale ogni anno siano disponibili a prendere le risorse dalla tasche dei cittadini dei propri comuni per destinarle al pozzo senza fondo di Potenza.

131 CAMPANILI

La Basilicata, in realtà, al di là dei retorici campanilisimi ha una strutturazione che si può osservare anche soltanto percorrendo le fondovalli della nostra regione, strade che prendono il nome dai fiumi che attraversano la nostra terra e dai quali è possibile vedere i tanti campanili, ognuno con una sua storia e una sua tipicità e, quindi, con i suoi problemi.

Perché l’eccesso di servizi che la città di Potenza offrirebbe (secondo la narrazione dei suoi amministratori di qualsiasi colore) deve essere tenuto in considerazione maggiore dalla Regione Basilicata rispetto ai problemi di cui le altre Comunità soffrono per il fatto che molti servizi sono concentrti a Potenza?

Se la città di Potenza, secondo gli amministratori della Città, deve essere risarcita perché tutti i cittadini dei comuni limitrofi si riversano in città, qualcuno ha mai calcolato il risarcimento che gli altri comuni della provincia devono ricevere perché centinaia dei loro cittadini spostano quotidianamente a Potenza trasferendo nella città anche i loro centri di spesa? Forse è opportuno, per superare la guerra dei campanili, che la Regione Basilicata definisca una volta per tutte il contributo da dare a tutti i Comuni della Regione, fissando dei criteri e dei requisiti oggettivi senza dover riservare a Potenza un trattamento di favore a discapito degli altri Comuni.

Questo sarebbe un impegno serio, un atto di programmazione reale che consentirebbe di affrontare alla radice le esigenze dei singoli comuni senza danneggiare né privilegiare nessuno e senza campanilisimi.

Riuscirà questo Consiglio Regionale ad approfittare dell’ennesima richiesta di denaro da parte della città capoluogo per affrontare in modo strutturale il problema o, come sempre avvenuto in passato, preferirà aiutare con i soldi di tutti i lucani la città di Potenza fino al prossimo dissesto? Anche su queste cose si misura il cambiamento.


 

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