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LA REGINA È SOTTO SCACCO

Interviene a suo sostegno la sorella che definisce chi l’ha votato «stupratore della Basilicata»


Polveriera PD, e il baby segretario fa spallucce e scarica i cittadini che il 21 commissarierà


DI MASSIMO DELLAPENNA

 


LA STRATEGIA DI BRAIA

Come già detto nei giorni scorsi il Partito Democratico non è della partita per le comunali, la sinistra è rappresentata dal solo Marrese che vede ridurre il campo largo teorizzato da Speranza ad un campetto. L’esperimento Lopatriello, invece, è un interessante esperimento centrista architettato anche da Luca Braia.

Lopatriello è stato esponente di centrodestra, proveniente da Alleanza Nazionale, sindaco della città ionica ma da tempo svincolato dai partiti.

A sostenerlo una coalizione civica nella quale spiccano la presenza nella lista Progresso 2.0 di Valentina Celsi, segretario provinciale di Italia Viva. Una coalizione centrista e civica, insomma, che si candida senza il Partito Democratico e in alternativa al centrodestra alla guida della terza città lucana. Un esperimento interessante che potrebbe essere la base per un bipolarismo prossimo venturo anche nel resto della Regione Basilicata, visto il completo disfacimento del Pd.

Policoro è dunque la città simbolo di un modello che potrebbe rappresentare il futuro della Basilicata, in tal ottica la scelta del gruppo editoriale Cronache di aprire in questa fase storica una sede distaccata della televisione (canale 76) che seguirà le amministrative e non solo, si rileva quanto mai azzeccata.

IL PD NEL CAOS

Dopo la mancata presentazione della lista nella terza città lucana, intanto, inizia il dibattito interno al Partito Democratico che assume i contorni della seduta psicologica collettiva. Il primo ad uscire è stato Erminio Restaino, uno della generazione dei vincenti della sinistra lucana, più volte assessore regionale e traghettatore dell’area democristiana verso il centrosinistra.

«La mancata presentazione della lista a Policoro non può restare senza conseguenze », scrive sul suo profilo social l’esponente Dem, cui fa eco il Sen. Margiotta, attivissimo nel tessere relazioni vecchie e nuove, che ricorda che il Pd ha avuto risultati tutt’altro che soddisfacenti anche nelle altre città lucane.

Una surreale difesa di La Regina la tenta Lucia Sileo, responsabile delle donne democratiche che ricorda che il partito regione insieme al potere di via Verrastro ha perso anche la sede e il personale. La Sileo nel voler difendere «il germoglio che sta crescendo», attribuisce a La Regina un’unica responsabilità, ovvero quella di «non saper mediare tra le ambizioni dei singoli all’interno del Partito».

Una strana tecnica difensiva nella quale si cerca di difendere riconoscendo la propria responsabilità. Qualcuno svegli il giovane germoglio per ricordargli che mediare tra le varie anime e le ambizioni dei singoli è il compito specifico di chi detiene la segreteria del partito.


Ancor più strana la difesa fatta su Facebook dalla sorella di La Regina, Irene, che pur di difendere il fratello attacca il Pd e i suoi fondatori in Basilicata attaccandolo come se fossero “il male assoluto”. Tra l’altro la sorella auspicava anche che uscisse qualche big “stupratore della Basilicata” (come da lei definiti nel post che poi ha cancellato e che riportiamo in pagina, ndr) in sua difesa, ma nulla di questo è successo.

L’unico è stato Croce che considera così tanto il baby segretario da non ricordarsi nemmeno il suo cognome corretto.

Nel comunicato, infatti, lo chiama Laregina e non La Regina che difende ricordando che i guai vengo da quelli del passato (compreso il suo il suo capo corrente Santarsiero?).

LA DIREZIONE REGIONALE

Il 21 Maggio è convocata la Direzione Regionale che si preannuncia come una vera e propria resa dei conti. Nell’ordine del giorno, infatti, si possono leggere gli ultimi tre punti in cui si parla di situazione politica, amministrative 2022 e, infine, commissariamenti.

Una consecutio logica alquanto evidente nella quale si cercherà di scaricare tutte le responsabilità sui responsabili territoriali. Insomma, alla fine la responsabilità della mancata presentazione della lista a Policoro sarà del solo segretario cittadino, un comodo alibi che servirà al germoglio per continuare a crescere.

LA RIVINCITA DI ROCCO LEONE

Uno sguardo alle liste presentate a Policoro e si possono già trovare due sicuri vincitori.

Il primo vincitore è Rocco Leone, capolista della lista Alleanza per Policoro che ottiene in un colpo solo due vittorie morali. La prima vittoria è su tutti coloro i quali, partendo da una battuta di cattivo gusto, lo hanno accusato di essere un mostro sessista. La lista guidata dall’esponente di Fratelli d’Italia è composta per due terzi da donne, le donne sono più degli uomini. Con una battuta potremmo dire non una di meno ma più della metà.

La seconda rivincita l’ex sindaco di Policoro la prende sulla Lega che ogni giorno chiede le dimissioni di Leone, invoca sanzioni disciplinari ma poi candida i suoi uomini nella lista guidata dallo stesso Leone e dal segretario di FdI Pino Callà. In attesa di misurare il consenso che sancirà quanto incidano i comportamenti di Leone sull’elettorato. Insomma, come sempre in democrazia, sarà il Popolo ad essere il giudice ultimo dell’azione politica e di certo Leone ha dimostrato di essere pronto ad accettare il responso popolare.


 

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