«RISORSE UMANE E STRUMENTALI PER GESTIRE IL SERVIZIO SANITARIO, ANCHE DAI CENTRI PRIVATI»
Il presidente nazionale di Federlab Italia, Lamberti a “Impatto zero”su Cronache Tv: dalla gestione della pandemia all’emergenza tamponi
Èun diritto costituzionale la tutela della salute e quanto sia importante concepire la spesa sanitaria non solo come un costo da abbattere, ridurre, ottimizzare ma innanzitutto come strumento per la garanzia di quel diritto è la grande lezione che ci viene dagli anni drammatici della crisi da Covid.
Se, fino al 2019. la parola d’ordine era “tagliare” per avere i conti in ordine; oggi, la parola d’ordine è riformare la sanità secondo criteri di prossimità in grado di raggiungere anche l’ultimo paziente del più lontano comune delle aree interne come la Basilicata.
Belle parole, ma si sa che i servizi costano, occorrono uomini, risorse e strutture. Quel concetto di pubblico-privato considerato una business opportunity in tutti i settori dell’economia e della cultura, principio ispiratore di molti bandi in gestazione del Pnrr, proprio nella sanità stenta ancora ad essere accettato come risolutore delle criticità – si chiamano liste d’attesa – di un settore primario per i cittadini.
C’è sullo sfondo un atteggiamento culturale e politico molto italiano che tende a distorcere il concetto di sanità privata. Quell’aggettivo – privato – viene visto con sospetto come se le strutture accreditate fossero centri di scrocco, degli usurpatori delle finanze pubbliche e non un’integrazione necessaria di un sistema sanitario nazionale che non ce la fa da solo ad assolvere alle sue funzioni.
La madre di tutte le battaglie, con delle specificità in ogni regione ma sostanzialmente identica nella contesa amministrativa, è quella per i tetti di spesa. Ma vediamo cosa è successo per esempio per la questione tamponi durante la pandemia. Senza i laboratori privati, per arrivare poi anche alle farmacie, sarebbe stato mai possibile fronteggiare la crisi? Se n’è parlato ieri sera nella nuova puntata di “Impatto zero”, la trasmissione di Cronache lucane tv ideata e condotta da Lucia Serino.
Ospite Gennaro Lamberti, il presidente nazionale di Federlab Italia. La chiacchierata è partita dalla gestione della pandemia, dall’emergenza tamponi dei primi giorni, alla corsa delle settimane successive, alla battaglia per allargare il servizio ai laboratori privati fino ad arrivare alle farmacie. Ed è poi sui tetti di spesa, sulla ripartizione del fondo sanitario nazionale, sulle differenze Nord- Sud che Lamberti si è soffermato.
Con una proposta nuova che è stata portata all’attenzione del ministero della Salute ed è «in fase interlocutoria», ha detto il presidente di Federlab. La proposta riguarda la gestione delle case della salute previste nel piano di riforma sanitario post Covid-19 per far fronte a quei bisogni di prossimità assistenziale emersi nei mesi della gestione della crisi. «Abbiamo proposto che a gestire le case della siano i centri privati accreditati, abbiamo risorse umane e strumentali per vincere questa sfida alla quale non può essere chiamato solo il servizio pubblico, per il semplice motivo che non ce la fa». «C’è molta retorica sul Pnrr, ma rischiamo che sia una grande occasione persa.
Anche perché – continua Lamberti – non bisogna dimenticare le risorse che mette a disposizione sono per investimenti ». «In altre parole, fatte le case della salute, dove si vanno a prendere poi i medici, gli infermieri, i biologi che servono per farle funzionare»? Un problema che si era immediatamente posto all’indomani della fine dello stato d’emergenza decretato dal governo. L’intervista a Lamberti, trasmessa ieri sera sul canale 76 di Cronache tv, può essere rivista sui nostri canali social. _
_Lamberti negli studi di Cronache Tv int ervist ato d alla Serin o «Abbiamo risorse umane e strumentali per vincere questa sfida pandemica alla quale non può essere chiamato solo il servizio sanitario pubblico, per il semplice motivo che non ce la fa. Noi abbiamo proposto che a gestire le “case della salute” siano i centri privati accreditat