ARMI, DROGA, DONNE E MINORI: LA MALA JONICA
Scanzano e Bernalda, volevano sostituire Schettino e Porcelli:19 misure cautelari. Intervista al Procuratore Curcio
Nel corso degli ultimi anni, le inchieste dell’Antimafia di Potenza sulla criminalità organizzata operante sulla fascia Jonica hanno creato un vuoto di potere nelle 2 principali piazze di spaccio: Bernalda e Scanzano Jonico. Per questo, i Tauriello, la madre partecipe, i figli, come Sandro, anche tra gli organizzatori, col supporto logistico dei pugliesi puntavano al controllo armato del territorio per non far seccare principalmente il traffico di stupefacenti: hashish, cocaina e marijuana. In una intercettazione si sente scarrellare una semiautomatica e comunque sequestrato un arsenale esplosivo. In tutto 19 le misure cautelari emesse dal Gip distrettuale di Potenza. Sgominata così l’associazione finalizzata al narcotraffico, aggravata dall’essere armata e dall’utilizzo del metodo mafioso. Mentre per Scanzano Jonico già noti i rapporti tra i Tauriello ed il clan Schettino, per Bernalda l’obiettivo era colmare il buco lasciato dai Porcelli. Queste le dichiarazioni del Procuratore distrettuale Francesco Curcio. Sempre più una costante, il ruolo delle donne in questo tipo di organizzazioni. Particolarmente grave, è risultato l’utilizzo di minorenni per l’attività di spaccio anche con la consapevolezza dei familiari. È il caso del pusher di 11 anni.
Gli arrestati in carcere sono: Tauriello Sandro nato in Germania, classe ’80 (organizzatore); Leone Gaetano nato a Bari, classe ’89 (organizzatore); Dimonte Graziana nata a (MT), classe ’89 (organizzatore); Lovecchio Giovanni nato a Matera, classe ’74 (partecipe); Santorsola Graziano nato a (MT), classe ’88; Gallitelli Valentino nato a Policoro (MT), classe ’80; Plati Gianpaolo nato a Policoro (MT), classe ’78; Ciccarone Francesco Paolo, nato a Santeramo in Colle (BA), classe ’75 ; Giosuè Paride, nato a Novi Ligure (AL), classe ’69; Paolini Antonio nato a Roma, classe 2001
Gli arrestati ai domiciliari: Ciurlia Italia nata a Montalbano Jonico (MT), classe ’55; Castiglione Gaetano, nato a Taranto, classe ’81; Chiruzzi Berardino, nato a Taranto, classe ’82; Fumante Simone, nato a Santeramo in Colle (BA), classe ’97; Potenza Mario, nato a Cirigliano (MT), classe ’58; Barbetta Ferdinando, nato a Santeramo in Colle (BA), classe ’81; Scalzo Nicola nato ad Altamura (BA), classe ’85
Obbligo di dimora: Fusillo Vito nato a Cisternino (BR), classe 87; De pinto Benito nato a (MT), classe 98.
Associazione finalizzata al narcotraffico, aggravata dall’essere costituita da più di 10 persone e dall’essere armata e dall’utilizzo del metodo mafioso; detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti aggravato dall’impiego nell’attività di spaccio di minorenni, concorso in detenzione e porto illegale di esplosivi, tentata fabbricazione di ordigni micidiali aggravati dal metodo mafioso. Sono questi i principali reati contestati ai diciannove indagati nell’ambito dell’operazione Circe, che all’alba di oggi ha portato all’arresto di 17 persone e a due obblighi di dimora, che ha interessato le province di Matera, Bari, Taranto e Roma.
Nell’operazione sono stati impiegati 100 carabinieri con unità cinofile dei Nuclei di Tito Scalo (Potenza) e Modugno (Bari). Le misure cautelari, 9 arresti in carcere e dieci ai domiciliari, disposte dal Gip di Potenza, sono state eseguite dai Carabinieri della Compagnia di Pisticci e Matera, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia potentina che ha coordinato le indagini. Il provvedimento cautelare scattato oggi costituisce un ulteriore sviluppo delle indagini a suo tempo concluse con un fermo d’indiziato di delitto emesso dalla Dda di Potenza ed eseguito il 18 ottobre 2021 nei confronti di altri tre indagati ritenuti indiziati di essere i vertici dell’organizzazione.
Le indagini hanno permesso di acquisire gravi indizi in ordine all’esistenza di un gruppo attivo nel traffico degli stupefacenti, costituito da numerosi sodali e operante su Marconia di Pisticci, Bernalda e Scanzano Jonico e con canali di approvvigionamento della droga in provincia di Bari e Taranto.
Dalle investigazioni sono emersi, a livello indiziario, “dati significativi”: l’attività criminale si era imposta nel mercato locale degli stupefacenti attraverso strategie diversificate, in particolare sia coinvolgendo nelle attività illecite un ragazzino di 11 anni, che non avrebbe dato nell’occhio, sia con l’intimidazione, vale a dire mediante pestaggi, minacce, violenze ed attività di ritorsione contro i soggetti che ostacolavano le attività illegali dell’organizzazione. In particolare i carabinieri hanno sventato un attentato, che l’organizzazione stava preparando nei confronti di persone ritenute “informatori dei carabinieri”, grazie al sequestro dell’esplosivo e all’arresto del soggetto incaricato di prepararlo.
Nel corso delle indagini sono stati effettuati diversi sequestri di cocaina, hashish e marijuana, oltre a 3.550 euro in contanti, 20 candelotti esplosivi artigianali di varie dimensioni (due dei quali già riempiti di polvere pirica), 2 tubi cilindrici unitamente a numerosi chiodi e biglie in ferro utili alla fabbricazione dei micidiali ordigni chiamati “tubi bomba” e “bombe carta”, nonché l’arresto in flagranza di reato di altri quattro soggetti.
Le misure cautelari sono state eseguite nei comuni di Pisticci, Bernalda, Taranto, Ginosa, Laterza, Altamura, Santeramo in Colle e Cerveteri.