POTENZA, IL RACCONTO DI “ARTEMIDE” «NOI SIAMO IN TRINCEA OGNI GIORNO»
In occasione delle “Giornata internazionale contro l’omobilesbotransfobia” il Centro lucano avvia una 3 giorni di analisi e approfondimenti
In occasione della “Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia”, si è svolto ieri, presso il Palazzo della Cultura del Comune di Potenza, il primo di un ciclo di 4 eventi che il centro servizi Artemide – presidio lucano a protezione e promozione del benessere e dei diritti delle persone Lgbtqi+ (lesbiche, gay, bisex, trans, queer ed intersessuali) – dedica alla giornata mondiale contro l’omobilesbotransfobia.
Una data non casuale, come spiega dettagliatamente la presidente dell’Arcigay Basilicata, Morena Rapolla: «Il 17 maggio 1990 l’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiara che l’omosessualità non è più una malattia mentale. Dopo 30 anni le persone Lgbtqi+ sono ancora vittime di violenze e discriminazioni inaccettabili in uno Stato che continua a dirsi civile.
Nel report 2022 di Ilga Europe, un gruppo di advocacy che raccoglie varie associazioni impegnate nel promuovere i diritti Lgbtqi+, l’Italia è tra gli ultimi Paesi europei nella tutela dei diritti della Comunità, attestandosi su un indice del 25%, solo al 24 esimo posto della classifica». «Gli indicatori presi a riferimento – evidenzia Rapolla – riguardano il riconoscimento dei diritti civili, la presenza di leggi contro i crimini d’odio, l’educazione nelle scuole, le tutele sanitarie e sociali.
I Centri contro le discriminazioni, come Artemide, rappresentano un poderosissimo strumento per invertire questo preoccupante trend; nei primi due mesi di attività abbiamo avuto già alcune segnalazioni e richieste di accesso, il che che ci conferma quanto necessario fosse avere un simile presidio anche in Basilicata – conclude la presidente dell’Arcigay Basilicata, Morena Rapolla – Noi, siamo in trincea ogni giorno». In agenda, una tre giorni di iniziative dedicate alla Comunità Lgbtqi+ e volti alla costruzione di una Società inclusiva che rifugga dagli steccati dell’odio per arricchirsi attingendo all’altrui diversità e che spaziano da un’analisi legislativa, ad approfondimenti di cultura e di laboratori emozionali di tutela e rispetto dell’affettività finanche a performance in piazza.
Il workshop di ieri mattina era incentrato sul tema: “La tutela delle persone Lgbtqi+ nell’alfabeto dei Diritti Umani” con la partecipazione di Giuristi, Attivisti ed Istituzioni locali e nazionali come la Senatrice Alessandra Maiorino, impegnata attivamente sul versante dei Diritti Civili; la consigliera nazionale di Arcigay, Pia Ciminelli; l’assessora alle Pari Opportunità, Vittoria Rotunno; la Consigliera regionale di Parità, Ivana Pipponzi; la presidente del CPO dell’Ordine degli Avvocati di Potenza, Raffaella Donadio; il presidente del COA di Potenza, l’avv. Maurizio Napolitano; l’avvocato Luca Lorenzo, la Dott.ssa Martina Castellana, la Dott.ssa Chiara Sassano e l’attivista di Amnesty international, Alessia Araneo.
Seguiranno nei prossimi giorni la presentazione del libro “Fame blu” di Viola Di Grado e un ciclo di appuntamenti laboratoriali a cadenza periodica, dal titolo “Diversamente: Laboratorio Emozionale di Tutela e Rispetto dell’ Affettività”, curato dalla Dott.ssa Chiara Sassano, psicologa e psicoterapeuta del Centro servizi Artemide e dalla Dott.ssa Giorgia Croce. E un ultimo evento che, a causa di infauste previsioni meteorologiche. è stato rinviato a data ancora da destinarsi.
Si tratta di una performance intitolata “Sur le fil”, un racconto che sperimenta la gestualità del corpo con l’acrobatica aerea e trova nelle sfumature una forma nuova di equilibrio. La metafora del filo e del come ognuno di noi sia un funambolo sul crinale della vita. A volte la vertigine paralizza, altre fa avanzare, respirare l’ebbrezza di un nuovo passo.
La performance è stata curata dalla Cooperativa sociale Iskra, il cui presidente, Umberto Sessa, racconta: «Come Centro Artemide stiamo contattando tutti gli ambiti sociali regionali per promuovere un’attivitá di sensibilizzazione e di formazione con i servizi sociali e sociosanitari comunali e territoriali. Stiamo inoltre contattando gli organismi del terzo settore nei diversi territori per predisporre protocolli operativi finalizzati ad intercettare le richieste di aiuto attraverso una rete di prossimitá che si ramifichi in tutto il territorio regionale».
Un ricco panel di eventi, dunque, per confrontarsi sui traguardi raggiunti dalla Comunità Lgbtqi+ italiana quanto di quella locale e di tutti gli altri ancora da conquistare, come spiega Ivana Pipponzi, Consigliera regionale di Parità della Basilicata: «Il panel eventi realizzato dal centro Artemide in occasione della Giornata Internazionale contro l’omobilesbotransfobia, rappresenta un’occasione straordinaria per continuare a lavorare alla piena inclusione ed al contrasto alle discriminazioni delle persone Lgbtqi+.
Istituzioni ed Attori della Società civile devono lavorare in una sinergia virtuosa perchè solo insieme si può centrare l’obiettivo della Parità. Il centro Artemide, unicum in Basilicata, sta portando avanti un lavoro importante e rappresenta un presidio di tutele e supporto multidisciplinare alle persone Lgbtqi+, ed allo stesso perciò va tutto il mio plauso e pieno sostegno».
Ebbene, in Italia a livello normativo a che punto sono i riconoscimenti sulla questione di Diritto Civile e di Uguaglianza, della presenza – o meglio – dell’assenza di leggi contro i crimini d’odio? L’avv. Luca Lorenzo spiega dettagliatamente che «i dati statistici sono impietosi.
Se è vero, com’è vero, che esiste un marcato gender gap tra il sesso maschile e quello femminile nell’accesso al mondo del lavoro, questo dato è ancora più drammaticamente marcato per quanto riguarda le persone Lgbtqi+: una dura realtà in cui almeno il 19% di queste persone nel mondo lavorativo è stato oggetto di discriminazioni o di comportamenti deteriori. Di questo, un 4% è stato anche vittima di licenziamenti ingiustificati.
Questo dato è sensibilmente più basso per un semplice motivo – continua – ossia perché la tutela legislativa per i licenziamenti discriminatori è ancora esistente in questo Paese».
Uniti, dunque, per creare un fil rouge che racconti, analizzi e agisca concretamente sulla libertà di amare e amarsi senza provare paura o limiti, in una battaglia identitaria da vincere.