LA MUTILAZIONE GENITALE FEMMINILE “MGF”
Accendiamo i riflettori su una pratica che tocca anche donne immigrate presenti sul nostro territorio. E’ nostro dovere conoscere per poter intervenire sia per fermare questa forma occulta di violenza, che per formare gli operatori sanitari a cui si rivolgono le donne che l’hanno subita.
Ne parleremo giovedì 26 maggio alle ore 17 presso il Polo Bibliotecario a Potenza
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Mutilazioni genitali femminili: in quali paesi vengono praticate?
Perché? Quali sono le conseguenze?
LA MUTILAZIONE GENITALE FEMMINILE “MGF”
La mutilazione genitale femminile (MGF) si riferisce a procedure che comportano la rimozione parziale o totale dei genitali esterni femminili o altre lesioni ai genitali femminili per motivi non medici. Di solito vengono eseguite da un circoncisore tradizionale con una lama e senza anestetico.
Sebbene sia internazionalmente riconosciuta come violazione dei diritti umani, si calcola che siano circa 68 milioni le ragazze in tutto il mondo che rischiano di subire questa pratica prima del 2030.
In quali paesi viene praticata la mutilazione genitale femminile?
La mutilazione genitale femminile viene praticata principalmente in circa 30 paesi dell’Africa e del Medio Oriente, ma anche in alcuni paesi dell’Asia e dell’America Latina e tra comunità provenienti da queste regioni.
Anche se illegale nell’UE, e alcuni stati membri la perseguono anche quando viene eseguita fuori dal paese, si stima che circa 600mila donne che vivono in Europa siano state vittime di questa pratica, e che altre 180mila siano a rischio in 13 paesi europei.
Quali sono i motivi per cui si praticano le mutilazioni genitali femminili?
Le mutilazioni genitali femminili sono praticate principalmente su ragazze tra l’infanzia e i 15 anni. Le motivazioni sono collegate a una serie di ragioni culturali e sociali come la pressione sociale e la tradizione, insieme all’idea che sia una pratica sostenuta dalla religione e collegata a ideali di bellezza e purezza – ma in realtà la mutilazione genitale femminile precede la diffusione del Cristianesimo e dell’Islam e riflette profonde disuguaglianze tra i sessi.
Purtroppo i corpi delle donne sono sempre stati un campo di battaglia. Si tratta sempre del controllo degli uomini sui corpi delle donne
dibattito in Parlamento del 18 dicembre 2019
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dolore intenso e sanguinamento eccessivo
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difficoltà a urinare
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cisti, infezioni e infertilità
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problemi psicologici
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diminuzione del piacere sessuale
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complicazioni durante il parto
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maggior rischio di decessi neonatali
Porre fine alle pratiche di mutilazione genitale femminile – l’impegno del Parlamento europeo
Il Parlamento europeo ha ripetutamente dimostrato un forte impegno per aiutare ad eliminare questa pratica in tutto il mondo. Adottando norme e risoluzioni, il Parlamento ha raccomandato un’azione comune per sradicare la mutilazione genitale femminile. Mercoledì 12 febbraio 2020 i deputati hanno votato una nuova risoluzione per chiedere alla Commissione europea di includere azioni per porre fine alle pratiche di MGF nella nuova Strategia per la parità di genere dell’UE, che verrà presentata a marzo 2020, e di fornire assistenza alle vittime. I deputati ribadiscono inoltre l’invito a integrare le misure di prevenzione per la mutilazione genitale femminile in tutte le politiche, in particolare in materia di salute, asilo, istruzione, occupazione, ecc.
Scopri di più sulla lotta del Parlamento per i diritti delle donne
Un’app per contrastare le mutilazioni genitali femminili
Nel 2019 un gruppo di cinque studentesse keniane (“The Restorers”) che ha sviluppato un’applicazione per aiutare le vittime e le potenziali vittime della mutilazione genitale femminile, è arrivato nella rosa dei finalisti per il Premio Sacharov del Parlamento europeo per la libertà di pensiero.
La loro candidatura segna un passo importante nella lotta alle mutilazioni genitali femminili, e incoraggia i più giovani a svolgere un ruolo attivo nella propria comunità.