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PD E FDI ORMAI IRRICONOSCIBILI

Nel partito della Meloni dal cambiamento, all’adeguamento: dall’ascesa alla crisi d’identità


Oggi Direzione regionale di fuoco per i dem. Santarsiero avvisa: «Bene l’analisi di Cronache, ma occorre dar tempo a La Regina»


DI MASSIMO DELLAPENNA


I partiti cambiano, si evolvono, mutano classe dirigente, discutono al loro interno e, alcune volte si trasformano fino a diventare irriconoscibili.

IL PARTITO DEMOCRATICO

Oggi nella Direzione Regionale del Partito Democratico si consumerà lo scontro finale tra “i nuovi” e “i vecchi”, tra quelli che pensano che il partito ereditato da La Regina fosse un partito morto, senza né personale né sede né struttura che il baby segretario sta cercando di resuscitare e quelli che ricordano il passato come passato di vittorie e di trionfi, di politica di governo e di presenza solida sul territorio.

Vedremo come andrà a finire, vedremo se il “tenero germoglio” avrà la forza di continuare la crescita solitaria, se avrà l’esigenza di accettare qualche sostegno o se questi sostegni avranno la capacità di distruggere tutta la pianta per tornare a prima.

Certo i fasti del Partito Regione appaiono lontani, le guerre intestine accompagnate dalla perdita di potere e di struttura, la scissione di Italia Viva che continua a raccogliere i risultati delle strategie territoriali di Mario Polese sono fatti evidenti ma nessuno avrebbe mai immaginato un così grande disfacimento di quello che fu il primo partito in questa regione.

FRATELLI D’ITALIA

Dall’altro lato della barricata, non solo politica ma anche esistenziale c’è FdI. Sembra proprio uno strano contrappasso quello del partito di Giorgia Meloni in Basilicata, quasi una storia reciproca a opposta a quella del PD lucano. Al tempo in cui il Partito Democratico era il Partito Regione e governava ovunque, nasceva FdI e nasceva quasi come una provocazione, “un capriccio della storia” per citare il suo fondatore. Poche persone avrebbero dato e diedero credito a quel gruppo di folli che, guidati da Gianni Rosa, misero su il partito in Basilicata.

Esisteva ancora il PDL e Rosa, Venezia, Giuzio, Galella, Vigilante e pochi altri, come dei visionari decisero di provarci in Basilicata. Ci credettero in pochi, fu un lavoro certosino quello di Rosa, una chiamata all’impegno politico che riuscì ad aggregare tante persone sui territori, rielesse Rosa in Consiglio Regionale e determinò la vittoria di Dario De Luca a sindaco di Potenza.

Una vittoria storica per la destra che, prima superò Cannizzaro sostenuto da Forza Italia e, poi, si impose contro il centro-sinistra per la prima volta. Una vittoria monca, però, che portò ad un’esigenza di allargamento della coalizione e, quindi, alla fuoriuscita dalla maggioranza e dalla Giunta comunale che lasciò sul campo Coviello, Bellettieri e altri che, tra il partito e l’assessorato, optarono per l’assessorato. Nessuno ci avrebbe scommesso una lira su quei folli visionari, eppure quel gruppo vinse con il centodestra la Regionali e, poi, le Comunali e con Rosa all’ambiente, Galella, Giuzio e Vigilante assessori comunali hanno cercato di trasformare quel sogno di cambiamento e quel coraggio in azione di Governo.

IL CAMBIO DEL VENTO

Oggi, sembra che il vento sia cambiato. Come sempre accade quando i partiti crescono sono arrivati l’ex pentastellato Caiata e, poi dalla Lega l’ex finiano Coviello, e dai movimenti civici di area sinistra Quarto e, per qualche tempo Baldassarre.

Oggi, il gruppo “storico” di FdI è assolutamente periferizzato nel partito, sparito da tutto, scomparso se non nella persona del solo Galella, uomo di fiducia di Rosa. Un cambiamento normale ma che rischia di essere un cambiamento antropologico del partito e, forse, la rimozione di quel gruppo è proprio funzionale a quel cambiamento. Una normale crisi di crescita ma è nei momenti di crescita che si deve stare attenti per evitare distorsioni della colonna vertebrale.


 

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