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PERQUISIZIONE A GIORNALISTA E REDAZIONE DI REPORT DOPO INCHIESTA “LA BESTIA NERA” DEDICATA ALLE STRAGI DI MAFIA

Ed è proprio per verificare la genuinità delle fonti che questa Procura ha disposto una perquisizione a carico di un giornalista di Report, che non è indagato.
Tale perquisizione non riguarda in alcun modo l’attività di informazione svolta da tale giornalista, benché la stessa sia presumibilmente susseguente ad una macroscopica fuga di notizie, riguardante gli atti posti in essere da altro ufficio giudiziario

I SERVIZI E LE INCHIESTE PUNTATA (23 maggio 2022)

Si parte con il reportage “La bestia nera” di Paolo Mondani con la collaborazione di Marco Bova e Roberto Persia e la consulenza Andrea Palladino.

A 30 anni dalla morte di Giovanni Falcone, emergono documenti e protagonisti dimenticati in grado di gettare una nuova luce su quei fatti.
A Capaci, Cosa Nostra non ha agito da sola: estremisti di destra e uomini di mafia, secondo testimoni e documenti ritrovati, sarebbero stati di nuovo insieme, dopo gli anni della strategia della tensione, in un abbraccio mortale costato la vita ai giudici Falcone e Borsellino.

I due magistrati avevano il quadro completo, e oggi, tornando ad ascoltare collaboratori ed ex carabinieri, Report prova a ricostruirlo.


Disporre perquisizioni a carico di un giornalista per il suo lavoro di inchiesta è sintomo grave di arretramento della libertà di espressione in questo paese.

Riguardo L’iniziativa della Procura di Caltanissetta nei confronti di Report e di Paolo Mondani per la sua inchiesta che apre nuovi scenari sugli autori della strage di Capaci, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, ha in più occasioni chiarito che perquisizioni e sequestri nei confronti dei giornalisti, anche nel caso di pubblicazione di notizie su inchieste giudiziarie in corso, rappresentano una violazione della libertà di espressione.

Ci auguriamo che anche le autorità competenti comprendano la gravità di quanto sta accadendo in queste ore e non procedano ad atti che avrebbero conseguenze anche sul futuro del lavoro giornalistico.

L’Usigrai tutelerà in ogni sede la libertà di espressione garantita dall’articolo 21 della costituzione e il diritto dei cittadini ad essere informati nonché la protezione delle fonti giornalistiche ed è vicina ai colleghi della Redazione di Report.

Esecutivo Usigrai

?La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Caltanissetta ha diffuso un comunicato stampa a firma del procuratore capo, Salvatore De Luca, in cui spiega che la perquisizione è stata disposta a seguito delle interviste inserite nella trasmissione televisiva Report andata in onda ieri, 23 maggio 2022.

? La nota dell’inviato di Report Paolo Mondani: “Le dichiarazioni di Alberto Lo Cicero e della sua compagna Maria Romeo sono da tempo note alla Direzione Nazionale Antimafia e alla Procura di Caltanissetta. Sorprende che 30 anni dopo i fatti di Capaci si indaghi su quelle dichiarazioni solo ora. Curioso è che nel decreto di perquisizione del sottoscritto la procura di Caltanissetta chieda di esibire i primi verbali dei colloqui investigativi nei quali Lo Cicero inizialmente raccontava molti più particolari che non riporterà, per motivi da accertare, nei successivi verbali di indagine.

Anche la Romeo veniva sentita più volte, e più volte ha ribadito le circostanze a noi riferite. Nel frattempo molti documenti sono spariti. Ma è noto che la Procura Generale di Palermo questi documenti li ha ritrovati tanto da spingere la Direzione Nazionale Antimafia a iniziare un’inchiesta”

Leggi il comunicato ?


PROCURA DELLA REPUBBLICA

presso il Tribunale di Caltanissetta

Direzione Distrettuale Antimafia

COMUNICATO   STAMPA

Nell’ambito della trasmissione televisiva Report, andata in onda in data 23.5.2022, sono state inserite le interviste al Luogotenente dei Carabinieri in congedo Walter Giustini ed alla signora Maria Romeo, dalle quali è emerso complessivamente che, nel corso delle indagini condotte nel 1992 dai Carabinieri del Gruppo 1 – Palermo, coordinate dalla Procura di Palermo, sono state fornite da parte di Alberto Lo Cicero, prima quale confidente e poi quale collaboratore di giustizia, preziose informazioni circa la preparazione della strage di Capaci (quindi prima del tragico evento), nonché circa la funzione svolta da Biondino Salvatore quale autista del latitante Salvatore Riina, molti mesi prima che lo stesso venisse catturato in compagnia dello stesso Biondino.

Tali dichiarazioni sono totalmente smentite dagli atti acquisiti da questa Procura sia presso gli archivi dei Carabinieri, sia nell’ambito del relativo procedimento penale della Procura di Palermo. Il riscontro negativo emerge dalle trascrizioni delle intercettazioni ambientali fatte nei confronti del Lo Cicero, prima della sua collaborazione, nonché da tutti i verbali di sommarie informazioni e di interrogatorio dallo stesso resiprima dei su indicati eventi.

In particolare, nel corso delle sommarie informazioni in data 25 agosto 1992, il Lo Cicero dichiara di aver riscontrato delle anomalie nel comportamento di alcuni uomini d’onore poco prima della strage di Capaci, pensando però che volessero organizzare qualcosa per ucciderlo (il Lo Cicero era già stato vittima di un tentato omicidio nel dicembre del 1992), concludendo “mai avrei pensato quello che poi è avvenuto” (e cioè la suindicata strage).

Per quel che riguarda la rilevanza di Biondino Salvatore, il Lo Cicero ha affermato, sia nel corso delle discussioni intercettate, che nell’ambito degli interrogatori antecedenti alla cattura di Salvatore Riina, che il detto Biondino era l’autista del latitante Gambino Giacomo Giuseppe, arrestato già diversi anni prima delle dichiarazioni in esame, non facendo in alcun modo menzione del Salvatore Riina, se non in data 22.1.1993 (cioè in data successiva alla cattura del detto latitante): “vedendo la sua immagine proprio sui giornali e in televisione, mi sono ricordato che quella persona l’ho vista qualche volta nella villa del Troia”.  

Allo stesso modo il Lo Cicero, sia nel corso delle conversazioni intercettate, che nel corso degli interrogatori da lui resi, al Pubblico Ministero e ai Carabinieri, non fa alcuna menzione di Stefano Delle Chiaie.

Non compete a questo Ufficio esprimere valutazioni generali in ordine alla completezza e tempestività delle indagini coordinate da altra autorità giudiziaria a meno che le stesse non abbiano una rilevanza penale in un procedimento di sua competenza; qui si intende solamente affermare che sono del tutto destituite di fondamento le affermazioni circa la sussistenza di specifiche e tempestive dichiarazioni rese dal Lo Cicero sugli argomenti sopra indicati e, quindi, che sarebbe stato possibile evitare la strage di Capaci ed anticipare di alcuni mesi la cattura di Salvatore Riina.

Questa Procura ha già espresso il proprio convincimento circa la sussistenza di mandanti e concorrenti esterni nella strage di via D’Amelio, chiedendo nel processo per il c.d. depistaggio la condanna degli imputati con la contestata aggravante di mafia,riguardante la finalità di coprire le alleanze di alto livello di cosa nostra in quel periodo. Tuttavia, le difficilissime indagini che possono consentire l’accertamento della verità devono essere ancorate ad elementi di fatto solidi e riscontrati.
Per tali motivi questo Ufficio, che si era imposta la rigorosa consegna del silenzio, è costretto ad intervenire per smentire notizie che possano causare disorientamento nella pubblica opinione e profonda
ulteriore amarezza nei prossimi congiunti delle vittime delle stragi, che si verrebbe a sommare al tremendo dolore sofferto.

Ed è proprio per verificare la genuinità delle fonti che questa Procura ha disposto una perquisizione a carico di un giornalista di Report, che non è indagato.
Tale perquisizione non riguarda in alcun modo l’attività di informaz
ione svolta da tale giornalista, benché la stessa sia presumibilmente susseguente ad una macroscopica fuga di notizie, riguardante gli atti posti in essere da altro ufficio giudiziario.

Infatti, secondo quanto accertato da questo Ufficio, in una occasione, il detto giornalista avrebbe incontrato il suindicato Luogotenente in congedo Giustini, non per richiedergli informazioni, ma per fargli consultare la documentazione in possesso di esso giornalista in modo che lo stesso Giustini fosse preparato  per le imminenti sommarie informazioni da rendere a questa Procura. E’ necessario verificare la natura di tale documentazione posta in lettura al Giustini, che presumibilmente costituisce corpo del reato di rivelazione di segreto d’ufficio relativo alla menzionata attività di altra autorità requirente. Tale accertamento è tanto più rilevante in considerazione dell’importanza che Giustini attribuisce a tale documentazione, nonché a seguito delle contraddittorie versioni fornite da quest’ultimo in materia di comunicazione nel 1992 delle informazioni da parte dell’Arma all’Autorità Giudiziaria di Palermo.

Il Procuratore della Repubblica

Salvatore De Luca

La bestia nera
PUNTATA DEL 23/05/2022

https://www.raiplay.it/video/2022/05/La-bestia-nera—Report-23052022-cb35d7d6-4e12-48f3-aa52-b715c5f22469.html 

di Paolo Mondani

Collaborazione di Marco Bova, Roberto Persia
Consulenza di Andrea Palladino
Immagini di Dario D’India, Davide Fonda, Andrea Lilli, Alessandro Spinnato
Montaggio di Giorgio Vallati 

 

A 30 anni dalla morte di Giovanni Falcone, emergono documenti e protagonisti dimenticati in grado di gettare una nuova luce su quei fatti.
A Capaci, Cosa Nostra non ha agito da sola: estremisti di destra e uomini di mafia, secondo testimoni e documenti ritrovati, sarebbero stati di nuovo insieme, dopo gli anni della strategia della tensione, in un abbraccio mortale costato la vita ai giudici Falcone e Borsellino. I due magistrati avevano il quadro completo, e oggi, tornando ad ascoltare collaboratori ed ex carabinieri, Report prova a ricostruirlo.

Oggi 24 maggio all’indomani della messa in onda dell’inchiesta la DIA, su mandato emessso dalla Procura di Caltanissetta ha perquisito l’abitazione dell’inviato Paolo Mondani. L’ordinanza della Procura è firmata 3 giorni prima.
Leggi il comunicato stampa della Procura di Caltanissetta 

La risposta dell’inviato di Report Paolo Mondani: 
Le dichiarazioni di Alberto Lo Cicero e della sua compagna Maria Romeo sono da tempo note alla Direzione Nazionale Antimafia e alla Procura di Caltanissetta. 

Sorprende che 30 anni dopo i fatti di Capaci si indaghi su quelle dichiarazioni solo ora. 
Curioso è che nel decreto di perquisizione del sottoscritto la procura di Caltanissetta chieda di esibire i primi verbali dei colloqui investigativi nei quali Lo Cicero inizialmente raccontava molti più particolari che non riporterà, per motivi da accertare, nei successivi verbali di indagine. Anche la Romeo veniva sentita più volte, e più volte ha ribadito le circostanze a noi riferite. Nel frattempo molti documenti sono spariti. Ma è noto che la Procura Generale di Palermo questi documenti li ha ritrovati tanto da spingere la Direzione Nazionale Antimafia a iniziare un’inchiesta.  

?Dai verbali dimenticati, ma anche dalle testimonianze inedite di alcuni ex uomini delle forze dell’ordine emerge che Falcone e Borsellino avevano preso sul serio il ruolo dell’ eversione di destra, della massoneria e della p2 della struttura Gladio, negli omicidi e nelle stragi che venivano attribuiti alla mafia.

?E che anche dietro la strage di Bologna vi fossero gli stessi. Una pista quella di Falcone rimasta in sospeso ma che ritroviamo indagando sui mandanti del suo omicidio.

Rivedi la puntata integrale su Rai3 e RaiPlay?

https://fb.watch/dcK8gsvPR2/

Davanti la sede della Rai in Via Teulada una conferenza stampa per esprimere solidarietà a Paolo Mondani e alla squadra di Report


Durante la conferenza stampa sono intervenuti il Presidente e segretario della FNSI, il segretario USIGRai e il presidente dell’ordine dei giornalisti Carlo Bartoli

All’indomani dell’inchiesta andata in onda sui legati tra mafia ed estrema destra perquisita l’abitazione dell’ inviato di Report Paolo Mondani.
?Il servizio del Tg3
https://fb.watch/dcKiNPVQ7A/ 

?Manifestazioni di solidarietà da rappresentanti di stampa e istituzioni dopo la perquisizione di questa mattina disposta dalla Procura di Caltanissetta nella casa del giornalista Paolo Mondani e nella redazione di #Report, a seguito della messa in onda ieri sera dell’inchiesta “La bestia nera” dedicata alle stragi di mafia e non solo.

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