LA CAVA DELLA DISCORDIA
Monte Crugname spartiacque non solo della politica ambientale, ma anche di quella di FdI
Muta la linea storica sulla dottrina sociale della Chiesa professata dalla Meloni. Soprintendenza salvifica?
DI MASSIMO DELLAPENNA
IL CAMBIO DI PASSO
Il cambio di passo del dipartimento ambiente non ha retto l’onda d’urto della sovrintendenza, aveva ragione Gianni Rosa con la linea della prudenza e aveva torto chi ha puntato sulla accelerazione.
La storia è nota ma vale la pena ripercorrerla.
Sull’autorizzazione della cava l’ex titolare del dipartimento aveva invitato gli uffici alla massima prudenza, a prestare attenzione e a non accelerare la procedura, ritenendo opportuno aspettare il parere della sovrintendenza e, comunque, valutare tutti gli aspetti anche politici della questione.
La Basilicata è una terra martoriata da un punto di vista ambientale, il petrolio è solo la vistosa punta dell’iceberg di un territorio che viene saccheggiato quotidianamente.
Rosa da consigliere di opposizione era stato un difensore dell’ambiente e un nemico della speculazione sul territorio, un convinto assertore che la programmazione territoriale dovesse precedere con le autorizzazioni e, infatti, stava lavorando al piano paesaggistico che il centrosinistra aveva lasciato morire in un cassetto.
Si può accusare Rosa di tante cose, può aver commesso tanti errori (in primis quello di essersi voluto trasformare nell’uomo di fiducia di Bardi) ma certamente sulla difesa del territorio lucano dagli interessi è stato intransigente.
LA NUOVA LINEA AL DIPARTIMENTO
Arrivato al dipartimento l’assessore Latronico ha cambiato immediatamente rotta, l’autorizzazione alla Cava del Vulture gestita da un’impresa legata da rapporto di affinità con uno dei massimi esponenti locali di FdI è stato il primo atto del nuovo corso.
Cambiati gli uomini di governo del partito della Meloni, è cambiata anche la linea politica del dipartimento. Neanche il tempo di insediarsi e già il dipartimento autorizzava la cava, subito aria nuova sull’ambiente.
Un aria nuova contestata dai circoli vulturini di FdI, oltre che dal Vescovo della diocesi di Melfi, dagli ambientalisti, dai sindaci del Vulture e dalla quasi totalità dei cittadini e ora contestata anche dalla sovrintendenza.
LA PROGRAMMAZIONE NECESSARIA
«Sulla vicenda sono assolutamente neutrale» ha dichiarato Latronico non appena la polemica è iniziata a montare lamentando che dalla diocesi di Melfi fosse arrivata quasi una scomunica per il semplice richiamo alla dottrina sociale della Chiesa violata dall’assessore ciellino.
La neutralità è una scelta di campo che presuppone la presenza di interessi contrapposti sui quali si preferisce non schierarsi.
Quali erano gli interessi in campo? La difesa del territorio e gli interessi imprenditoriali? Come fa un dipartimento a rimanere neutrale tra questi interessi? Non può esserci indifferenza tra i due valori nel nome di un lasseiz faire questo si contrario alla dottrina sociale della Chiesa che mai ha troppo confidato nella mano invisibile del mercato.
L’attesa prudente di Rosa significava schierarsi dalla parte della difesa del territorio, l’iperattivismo di Latronico nella sua neutralità sconfessato dalla sovrintendenza, ha favorito gli interessi legittimi e leciti di una impresa. Non scegliere è comunque un modo di scegliere.
IL PIANO PAESAGGISTICO E L’EOLICO
La prudenza di Rosa tiene ancora ferme 300 autorizzazioni per parchi eolici. La teoria del destituito assessore era quella secondo cui era necessario prima approvare il piano paesaggistico e, poi, procedere alle autorizzazioni.
Nell’ambiente non si può tornare indietro, modificato il paessaggio non lo si può più ripristinare, non basta un atto amministrativo per sistemare una montagna o la linea di una collina.
Trovato fermo il piano paesaggistico, l’assessore Rosa gli aveva dato nuovo stimolo, ritenendolo un prius di programmazione rispetto agli interessi di chi doveva realizzare impianti eolici.
Latronico annuncia un cambio di passo, una aria nuova che consentirà l’apertura di impianti eolici su tutto il territorio prima della realizzazione del piano paesaggistico. Una neutralità che significherà una modifica non più ripristinabile del territorio.
Una scelta che modifica la linea politica di Fratelli d’Italia che sia dall’opposizione che dal Governo aveva dato priorità alla difesa del territorio.
A questo punto il partito si trova a un bivio che è un bivio politico: è stata la linea di difesa ambientale di Rosa ad essere fuori dalla strategia del Partito o è la nuova linea ad essere fuori dalla dottrina del partito della Meloni? Un bivio sul quale si dovrà decidere, dalla dichiarazione presa dai circoli del Vulture di FdI sulla cava sembra chiaro quale sia la linea maggioritaria sul territorio, una linea amministrativamente condivisa dalla sovrintendenza che premia la prudenza di Rosa.
Una linea che Fratelli d’Italia aveva all’opposizione e che Rosa ha portato al Governo in una coerenza politica che è il tratto distintivo della Meloni e della sua azione e che ora viene stravolta dal nuovo assetto politico territoriale del partito nel quale tra ambiente e interessi si resta neutrali.
Che fare? Si chiedeva Lenin più di un secolo fa, la domanda torna attuale dopo un secolo anche in un partito agli antipodi della linea politica di Lenin