IL CODIROSSO COMUNE E LA MONOGAMIA DI COPPIA
La femmina allontanando i pretendenti crea un nido dove coverà uova blu, che alla schiusa accudirà col maschio
Il naturalista lucano, Carmine Lisandro, ci mostra da vicino il Codirosso comune, le sue abitudini e qualche curiosità.
“È un elegante uccellino della grandezza di un passero che, fino a qualche anno fa era classificato erroneamente nella famiglia dei Turdidi – spiega Lisandro- mentre oggi è stato incluso nella famiglia dei Muscicapidi.
Il maschio, da non confondere con il suo parente più stretto il Codirosso spazzacamino, è un uccellino schivo e molto territoriale che conduce una vita solitaria, alla ricerca di prede, svolazza freneticamente tra i rami e sul terreno.
Si tratta di una specie migratrice che verso aprile/maggio arriva dall’Africa nel nostro territorio per nidificare. Il maschio, nonostante la coppia sia monogama, è solito arrivare prima della femmina che lo seguirà dopo alcuni giorni e nell’attesa per allontanare eventuali rivali delimita il territorio di riproduzione cinguettando dalla cima degli alberi e muovendo su e giù la coda e le ali.
Il dimorfismo tra i due sessi, soprattutto nel periodo riproduttivo, è molto pronunciato: il maschio ha una livrea di colore grigio scuro sul dorso, nero sulla gola ed ai lati del capo, la fronte è bianca mentre il resto ha una colorazione rosso ruggine. La femmina ha un piumaggio più sbiadito e meno evidente, entrambi però hanno le zampe ed il becco neri con la coda di colore rosso ruggine da cui deriva il nome. I giovani hanno il dorso fulvo e il piumaggio punteggiato di macchie bianche.
La lunghezza di questo volatile, coda compresa, è di circa 14 cm, l’apertura alare è sui 24 cm ed il peso si aggira sui 15 grammi.
È solo la femmina a occuparsi della preparazione di un nido a forma di coppa, utilizzando fili d’erba secca, radichette, muschio e piume che costruisce in cavità di vecchi tronchi, in anfratti di ruderi o utilizzando nidi abbandonati dai picchi. Vi depone 4/6 uova di colore bluastro, che cova per 15 giorni per poi essere aiutata dal maschio a nutrire i piccoli codirossi per due settimane, cosa che continueranno a fare fuori dal nido per alcuni giorni, con una dieta costituita da insetti, bruchi, cimici, lumache e ragni
Il Codirosso comune -conclude il naturalista- in condizioni naturali ottimali, avrebbe una vita di circa 7 anni, purtroppo, nonostante sia una specie protetta dalla Convenzioni di Bonn e di Berna e dalla L.157/92, alcuni fattori lo hanno reso una specie potenzialmente minacciata di estinzione per l’uso indiscriminato di pesticidi, per la carenza di siti idonei alla riproduzione ma anche per l’aumento della siccità nei luoghi di svernamento”.