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CAVA MONTE CRUGNAME, LATRONICO CHIAMA IN CAUSA LA SOPRINTENDENZA

L’Assessore: «Se vuole mettere il vincolo, può»


La comunicazione fornita dalla Soprintendenza archeologica della Basilicata a Regione e Comune di Melfi sulla cava di Monte Crugname non bloccherà l’iter amministrativo avviato della Giunta Bardi per la realizzazione dell’impianto.

Questa, in sostanza, è la posizione dell’assessore all’ambiente, Cosimo Latronico.

«In verità – commenta Latronico – ho letto la comunicazione prima sui giornali e questo la dice lunga sul livello di cooperazione istituzionale esistente tra le amministrazioni che invece dovrebbero avere un unico obiettivo. Quindi ho letto la lettera della Soprintendenza e ritengo che il documento chiuda il discorso.

La lettera conferma tutto quanto espresso nelle conferenze di servizio degli ultimi cinque anni durante le quali la stessa Soprintendenza prima ha dato parere positivo, dopo lo ha sospeso ed ora riconferma il parere positivo nel senso che l’area della cava non ha né un valore archeologico, nè ambientale».

«Si sposta il discorso – prosegue l’assessore regionale all’Ambiente – nel senso che oltre la cava si proporrà, nella predisposizione del piano paesaggistico, un vincolo ambientale alla Regione per aree che si trovano ad oltre un chilometro dell’area della cava.

L’interlocuzione oggi era sul parere espresso dagli uffici di compatibilità ambientale della Regione che hanno autorizzato un progetto di cava limitato ad alcune attività e con tante prescrizioni. Su questo argomento la Soprintendenza ha confermato il suo parere positivo». In sostanza nessun blocco della procedura.

«La Soprintendenza non ha posto nessun vincolo – aggiunge l’assessore, Latronico – e questo è allo stato degli atti.

Se vogliamo dare un valore a questa comunicazione, inviata a Regione e Comune di Melfi, è che sull’area della cava la Soprintendenza non ha nulla da eccepire».

I comitati sorti a difesa di monte Crugname e che si oppongono alla cava accusano l’assessore all’ambiente di aver dato una decisa accelerazione al procedimento. «Non mi iscrivo all’albo dei cavatori – ironizza Cosimo Latronico – e lo dico sorridendo. Ho trovato un procedimento non sollecitato dagli uffici che erano stati diffidati all’adempimento perché era una procedura che durava da ben cinque anni.

Il procedimento mi è stato portato e mi è stato detto che c’erano tutti i pareri positivi, a partire dal comune di Melfi alla Soprintendenza e quindi c’erano tutte le condizioni per approvare la delibera. Del resto non avremmo potuto fare diversamente.

Ribadisco che se c’è una cosa che mi ha lasciato perplesso è che un atto tecnico non si debba chiudere con una determina tecnica ma non c’è niente di politico in una decisione del genere. La giunta regionale era obbligata ad assumere quella decisione.

A chi mi dice che ho fatto in fretta e che potevo aspettare, rispondo che il parere della Soprintendenza conferma che non c’erano le condizioni per fermare l’iter. Se la stessa Soprintendenza conferma il suo parere favorevole sull’area della cava non c’era altro da fare.

Magari si può ragionare sul resto. Se la Soprintendenza vuole porre vincoli su tutto il territorio di Melfi, come ha già fatto, è libera di farlo ma la pubblica opinione valuterà queste decisioni.

Io non ho nessun pregiudizio a favore nè contro la cava ma guardo gli atti, difendo il lavoro che fanno gli uffici, e ribadisco che siamo tutti sottoposti alle norme.

L’unica cosa che non possiamo è compiere atti arbitrari che espongono la Regione a risarcimenti milionari e questo lo eviterò sempre».

Infine un’ultima precisazione: «Partecipiamo ad un dibattito pubblico – conclude l’assessore regionale all’Ambiente, Cosimo Latronico – ed è giusto che i cittadini conoscano tutto del passato, del presente e spero anche del futuro».


 

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