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C’ERA UNA VOLTA LA LEGA IN BASILICATA IL “SALVA POTENZA” DISTRUGGE IL PARTITO

La crisi nel Carroccio si allarga: l’astensione del vice commissario regionale finisce sul tavolo romano. I vertici prendono tempo ma chiedono a tutti di evitare fughe in avanti


Lega lucana si è dato il via ad una vera e propria resa dei conti. L’aria nel Carroccio lucano non è mai stata serena e distesa (più volte da queste colonne abbiamo raccontato delle faide interne al partito) ma questa volta neanche all’intransigente Commissario regionale Roberto Marti sarà possibile far sotterrare l’ascia di guerra alle varie anime del partito.

A far scattare la miccia, di una guerra che covava da tempo, sono stati i voti del gruppo regionale della Lega all’ultimo Consiglio regionale sul famoso “Salva Potenza”, comune (e bene ricordalo) a guida leghista del sindaco Mario Guarente.

Su 5 consiglieri regionali della Lega a venir meno con l’astensione sono stati il vice coordinatore regionale Massimo Zullino e l’ex capogruppo Gianuario Aliando, mentre il materano Giovanni Vizziello si è espresso addirittura contrario. Voti che hanno innescato reazioni a catena.

LE ACCUSE

Mercoledì scorso il gruppo della Lega Potentino guidato dal segretario cittadino Alfonso Nardella, e dai consiglierai e assessori comunali di Potenza, aveva chiesto a muso duro le dimissioni di Massimo Zullino dal ruolo di vice commissario regionale del partito. Con la minaccia di autosospendersi tutti dal partito se questa richiesta non verrà soddisfatta.

A rincarare la dose il giorno seguente, dai microfoni di Cronache Tv, sono stati l’assessore al bilancio del Comune di Potenza Gianmarco Blasi e il senatore della Lega e responsabile del Mezzogiorno Pasquale Pepe. Blasi ha ribadito come: «Zullino si è astenuto su un voto fondamentale per la città di Potenza. L’unico capoluogo di regione, mi preme ricordarlo, amministrato dal suo partito in Italia. Senza parlare del suo intervento che non è stato affatto piacevole sulla città capoluogo. È chiaro che deve dimettersi ».

A far comprendere che la questione è già arrivata sul tavolo romano è stato il senatore Pepe che ha annunciato: «Dopo il 12 giugno, dopo le lezioni amministrative e dopo quelle referendarie, chi di competenza avrà modo di valutare e di scegliere in meglio per evitare che questa situazione non abbia più a ripetersi. Dove ci sono state delle responsabilità conclamate qualcuno potrebbe anche essere inchiodato ».

Il giorno successivo poi è arrivata la netta condanna del sindaco di Potenza, Mario Guarente, che pur evitando parole di delusione nei confronti di Aliandro e Vizziello, non si è risparmiato nel commentare «vergognose » le parole utilizzate da Zullino.

«Chi vuole fare politica sulla nostra città deve imparare a sciacquarsi la bocca con il nome di Potenza» ha aggiunto Guarente. Quello che fino agli scorsi giorni era noto era solo che Zullino, dopo questa pioggia di critiche, era corso a Roma per parlare con i vertici del partito. L’incontro è avvolto nel riserbo assoluto, la questione è di quelle che scotta.

Secondo i ben informati, però, la vicenda per ora sarebbe stata accantonata per permettere ai gruppi di concentrarsi sulle elezioni amministrative e referendarie, e poi come annunciato da Peppe dopo il 12 giugno sarà discussa dai vertici.

LEVATA DI SCUDI PER ZULLINO

In queste due settimane sarebbe stato chiesto a Zullino di mantenere un profilo basso, proprio per evitare che la situazione si ingigantisca ulteriormente.

Ma se il vice commissario regionale pare aver adottato la politica del silenzio non è stato lo stesso per i suoi fedelissimi. Dopo giorni di accuse a levare gli scudi in favore di Zullino sono stati alcuni referenti dell’aria del Vulture e del Materano.

Un documento pubblico per ribadire il buon lavoro di Zullino svolto fino ad oggi nel suo ruolo di vice commissario regionale e la sua primogenitura nell’amore verso la Lega a differenza di altri. Un documento, la cui unica stranezza è l’assenza di firme chiare in calce (tranne per la scritta “Alcuni dei referenti territoriali: Venosa, Matera, Rionero, Policoro etc etc), che aumenta lo scontro nel Carroccio.

Oltre alla solidarietà espressa per Zullino vine e ricordato come in «passato proprio il Sindaco Guarente offendeva su Facebook con epiteti irripetibili, Matteo Salvini e tutti i presenti sul pratone di Pontida. In quegli anni alcuni di noi, Zullino in primis, erano già lì a sostenere il nostro Capitano e la Lega tutta a riprova di quella identità che i “leghisti” di Potenza pare abbiano ritrovato solo ora».

Non contenti i referenti dell’area Zullino ribadiscono come «lo stesso Guarente durante la sua audizione in Commissione Regionale ha affermato che gli esponenti di questo Governo Nazionale (quindi anche la Lega) “ hanno fatto solo chiacchiere”, preannunciando inoltre con tono minatorio che se non avesse ricevuto i 40 milioni di euro per Potenza avrebbe messo i “dazi doganali” all’ingresso della Città scaturendo l’ira di quasi tutti i Consiglieri.

A seguito di questi episodi del Guarente che per sua natura comportamentale risulta spesso irruente e divisivo, ci chiediamo se forse non sia il caso che lo stesso Sindaco chieda scusa al Consiglio Regionale, ai lucani in generale ma sopratutto al suo stesso partito?»

FUOCO INCROCIATO CONTRO LA SILEO

Il dito però non viene puntato solo contro Guarente.

Ad essere presa di mera è anche la consigliera regionale Dina Sileo, ormai autosospesosi dalla Lega e passata al gruppo Misto, da sempre antagonista del collega Massimo Zullino. «L’intervento in Consiglio della Consigliera Sileo che pubblicamente dichiarava che la classe dirigente nazionale compresa la Lega, “ha fallito l’azione di governo”, risulta fuori luogo, perché sappiamo con assoluta certezza che Matteo Salvini si è speso e si sta spendendo e non solo per Potenza -è scritto nel documento-.

Per cui per tornare al tema delle dimissioni ci viene un dubbio: tanto l’intervento di Guarente & company quanto quello della Sileo, stanti le loro dichiarazioni, volevano forse chiedere le dimissioni del Senatore Pepe sbagliando nome indicando Zullino?».

Le domande però non so terminate, viene anche chiesto che: «Se proprio si vuole trovare qualcuno da additare a livello locale, non è responsabilità di un capogruppo tenere il gruppo unito? Se si punta a spostare la questione sul piano politico, non è forse il Segretario Marti il responsabile dell’azione politica Regionale? Ci fa piacere che finalmente il gruppo potentino riconosca Zullino quale Vice Segretario Regionale e quindi ci chiediamo: perché Guarente con ben 6 Consiglieri Regionali della Lega fa presentare l’emendamento “Salva Potenza” all’unico Consigliere di Forza Italia? Perché non si è rivolto al suo gruppo consiliare? Facciamo notare come Guarente e i suoi adepti abbiano prima snobbato il gruppo della Lega e poi preteso il voto favorevole ».

IL GUANTO DI SFIDA A PEPE & CO.

Che nella Lega lucana ci siano varie correnti è cosa risaputa. Nonostante i diversi commissari che si sono susseguiti abbiano sempre tentato di far passare all’esterno che il partito fosse unito è compatto, nella realtà sono state le faide interne a farla da padrona e dettare la linea politica anche all’esterno. L’ultimo episodio, ma solo in ordine di tempo, si era verificato con l’elezione del presidente del Consiglio regionale.

Per far eleggere Carmine Cicala, il designato sui tavoli romani, ci sono voluti giorni e giorni di trattative un Consiglio regionale che certificasse a Cicala l’assenza di unanimità nella maggioranza. Questa volta sul “salva Potenza” la questione sembra altrettanto seria. Ma per la corrente pro Zullino la questione sarebbe «strumentalizzata per chissà quali fini..

La triade Pepe, Fanelli e Guarente abbia dato avvio ad una lotta fratricida al suo stesso interno in vista delle prossime elezioni politiche nazionali? Strana coincidenza ! Zullino quindi, se così fosse, risulterebbe solo lo strumento e/o il pretesto per avviare altre valutazioni politiche? Tra l’altro, a sentire l’intervento di Zullino non ci sembra, come dicono loro, abbia parlato male di Potenza, al contrario… con l’azione di mediazione di Zullino che il suo ruolo gli impone e che è stata apprezzata dai territori, ha voluto lanciare un chiaro messaggio: la Lega non lavora “pro domo sua” ma si impegna a tutelare “ tutti ” i territori». Infine l’appello a sotterrare l’ascia di guerra, nonostante da questo documento si evince palesemente che per i pepiani non sarà tutto rose e fiori.

Una armistizio che però ha al suo interno già una amara pressa: «Se questa corretta azione politica del nostro Vice Segretari Regionale Zullino debba essere strumentalizzata per chissà quali fini, saremo noi a chiedere al Segretario Federale Matteo Salvini quale classe dirigente politica intende costruire in questo partito in Basilicata».


 

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