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LE MANI DI BUSCIOLANO SUL “TESORETTO”

Autorità di Bacino di Basilicata, ai titoli di coda la gestione liquidatoria: soppressione con sorpresa


L’ENTE AVVISA VIA VERRASTRO CHE HA “IN PANCIA” «13 MILIONI E 417 MILA €»: LA REGIONE RISPONDE DI GIRARLI AL CAPO DI GABINETTO


Con un ritardo di oltre 2 anni rispetto al termine originariamente fissato, il 31 dicembre 2019, si intravedono, almeno sulla carta, i titoli di coda della gestione liquidatoria dell’Autorità di Bacino della Basilicata.

Autorità di Bacino che costituita nel 2001 con apposita legge regionale, la stessa che quantificava, per quell’anno, gli oneri a carico della Regione Basilicata per le spese di funzionamento in «lire 100.000.000», è stata poi è soppressa e posta in liquidazione nel marzo del 2019.

Per fine anno, raccontava il “novellato” legislativo regionale, tutto si sarebbe concluso. E invece no, ancora la parole fine non è stata scritta.

Dettaglio importante, che al termine della Gestione liquidatoria, il trasferimento delle somme residue, quelle non assegnate in attuazione di leggi nazionali all’Autorità di Bacino del Distretto dell’Appennino Meridionale, alla Regione Basilicata. Il “tesoro”, anche se non sono del tutto chiare le modalità del calcola, ora ha un valore numerico.

Come attestato dalla soppressa Autorità di Bacino della Basilicata, e come comunicato alla Regione, al dicembre scorso, la giacenza presso la tesoreria dell’Ente, era di 15 milioni e 25 mila euro.

Per maggiore precisione, le risorse finanziarie svincolate da impegni che «potranno essere trasferite alla Regione, ammontano a 13 milioni e 417 mila euro ». Il prospetto redatto dall’Autorità di Bacino e depositato a via Verrastro, offre molti spunti contabili meritevoli di approfondimento.

Scavando, la vicenda somiglia sempre più al gioco delle 3 carte. La prima di queste corrisponde al nominativo del già, e per anni, segretario generale dell’Autorità di Bacino di Basilicata, Antonio Anatrone, che ora naviga, lui che in passato è stato anche presidente di Acquedotto Lucano, nelle tranquille acque del Ministero della Salute all’Ufficio di rendicontazione e controllo presso la Direzione Unità di missione per l’attuazione degli interventi del Pnrr.

Ad ogni modo, riprendendo le fila della Gestione liquidatoria e non oltrepassando il perimetro dei carteggi, formalmente, col ritardo di 2 anni, la seconda carta, la stessa risulta completata, ma per l’estinzione, e, pertanto, per l’effettiva soppressione dell’Ente, necessario un tassello: la conoscenza della meta della riallocazione delle risorse finanziarie.

A questo punto, sul tavolo, anche se coperta, ecco comparire la terza carta. Non di rado, viaggiando sui binari Regione-risorse pubbliche, si giunge alla stazione Busciolano.

Così, anche questa volta. Oltre ai soldi, c’è poi anche il capitolo del passaggio di funzioni dall’Autorità alla Regione. Senza deviazioni di percorso, il tragitto avrebbe avuto come approdo naturale il Dipartimento regionale dell’Ambiente.

Ma, invece, le funzioni e le risorse finanziarie rinvenienti dalla soppressione della gestione liquidatoria dell’Autorità di Bacino della Basilicata, che l’Ente ha quantificato in «13 milioni e 417 mila euro», saranno trasferite in capo alla Struttura di missione Pnrr che dipende dal Capo di Gabinetto del presidente di Regione, Michele Busciolano. Per dirla con gli stessi termini utilizzati dalla Giunta regionale, con sublimazione dell’aggettivazione, è da Busciolano «la collocazione più idonea e funzionale ».

Dal gioco delle 3 carte al Risiko dell’ex dirigente Enel che in Regione prosegue senza ostacoli con la sua inarrestabile ascesa di potere e comando.

Nel caso dell’Autorità di Bacino della Basilicata, appare evidente che il trasferimento in questione in capo a Busciolano, che opera con incarico fiduciario, poco, per non dire nulla, sia aderente al principio, sancito Costituzionalmente, della separazione tra l’attività politica e di indirizzo e l’attività di gestione.

In ogni caso, dato il perdurare del mancato trasferimento alla Regione delle relative risorse, non c’era chi premeva il pulsante di ok la bonifico, «il soggetto preposto “non si trova più nella titolarità e nelle condizioni giuridiche necessarie per assicurare in forma diretta gli adempimenti », la Regione ha nominato un Commissario ad Acta, un dirigente non casualmente in servizio presso il Dipartimento Ambiente, che ha un compito: acquisire le risorse finanziarie, trasferendole a Busciolano.


 

Ferdinando Moliterni

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