“TABAGISMO E SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE” : WORLD NO TOBACCO DAY
Ogni sigaretta fumata o prodotto del tabacco utilizzato spreca risorse preziose da cui dipende la nostra esistenza. Smettere di fumare è una decisione per la nostra salute e la salute del nostro pianeta. Il fumo di tabacco contribuisce ad alzare il livello di inquinamento atmosferico e contiene tre tipi di gas serra
?In corso il Convegno ISS
“Tabagismo e Servizio Sanitario Nazionale” per il #WorldNoTobaccoDay
?rapporto sul fumo
?attività Telefono Verde
?mappa Centri antifumo
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https://live.starleaf.com/OTg5NzU0MzY6MDMzMzYy
“TABAGISMO E SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE” : WORLD NO TOBACCO DAY
#NoTobaccoDay
#WorldNoTobaccoDay #31maggio
Secondo l’OMS ogni anno nel mondo più di 7mln di persone muoiono a causa del consumo di tabacco e 1,2mln per esposizione passiva.
In?? almeno 90mila decessi sono correlati al consumo del tabacco all’anno.
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31 maggio 2022, Giornata mondiale senza tabacco
Quasi un italiano su quattro (il 24,2% della popolazione) è un fumatore: una percentuale che non era stata mai più registrata dal 2006.
Dopo un lungo periodo di stagnazione si assiste quest’anno a un incremento di 2 punti percentuali: i fumatori infatti erano il 22% nel 2019, ultimo anno di rilevazione pre-pandemica. Il trend rilevato nel triennio 2017-2019 che vedeva una costante diminuzione delle fumatrici, non viene invece confermato nel 2022: quest’anno, infatti, si assiste a un incremento nella percentuale dei fumatori, che riguarda entrambi i sessi.
In aumento anche le persone che fumano sigarette a tabacco riscaldato: 3,3% del 2022 rispetto al 1,1% del 2019, ma più di una persona su tre (il 36,6%) le considera meno dannose di quelle tradizionali.
Sono questi i dati più significativi del report dell’ISS diffuso nell’ambito del XXIV Convegno “Tabagismo e Sistema Sanitario Nazionale”, in occasione del 31 maggio, Giornata mondiale senza tabacco, promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che quest’anno si focalizza sull’impatto del tabacco sul pianeta: dalla coltivazione, alla produzione, alla distribuzione e ai rifiuti.
“Stiamo avvelenando il nostro pianeta. Durante tutto il suo ciclo, il tabacco inquina il pianeta e danneggia la salute di tutte le persone”. Questo il messaggio della campagna OMS, che mira, inoltre, a evidenziare gli sforzi dell’industria del tabacco per “apparire ecosostenibile” e migliorare la propria reputazione e quella dei suoi prodotti commercializzandoli come rispettosi dell’ambiente.
Smettere di fumare per salvare il nostro pianeta
Il tabacco uccide oltre 8 milioni di persone ogni anno e distrugge il nostro ambiente attraverso la coltivazione, la produzione, la distribuzione, il consumo e i rifiuti post-consumo, danneggiando ulteriormente la salute umana.
Ogni sigaretta fumata o prodotto del tabacco utilizzato spreca risorse preziose da cui dipende la nostra esistenza. Smettere di fumare è una decisione per la nostra salute e la salute del nostro pianeta. Il fumo di tabacco contribuisce ad alzare il livello di inquinamento atmosferico e contiene tre tipi di gas serra.
Il tabacco danneggia l’ambiente ed è dannoso in ogni sua fase
Il ciclo di vita del tabacco è un processo estremamente inquinante e dannoso. Di solito si pensa solo all’inquinamento atmosferico causato dal fumo ma il danno da fumo si verifica lungo l’intera catena di approvvigionamento ed è molto più complesso.
La coltivazione, la produzione e l’uso del tabacco avvelenano l’acqua, il suolo, le spiagge e le strade con sostanze chimiche, rifiuti tossici, mozziconi di sigarette, comprese le microplastiche, e rifiuti delle sigarette elettroniche e del tabacco riscaldato. Non dobbiamo lasciarci ingannare dal tentativo dell’industria del tabacco di distrarci dai danni ambientali da fumo, rendendo ecologici i suoi prodotti attraverso donazioni a iniziative di sostenibilità e pubblicizzando gli “standard” ambientali che spesso si impongono.
- In tutto il mondo circa 3,5 milioni di ettari di terra vengono distrutti per coltivare tabacco ogni anno. La coltivazione del tabacco contribuisce anche alla deforestazione di 200.000 ettari all’anno e al degrado del suolo.
- La produzione di tabacco impoverisce il pianeta di acqua, combustibili fossili e risorse metalliche.
- La globalizzazione della filiera e delle vendite del tabacco implica che l’industria del tabacco utilizza modalità di trasporto ad alta intensità di risorse.
- In tutto il mondo, ogni anno, 4,5 trilioni di mozziconi di sigaretta non vengono smaltiti correttamente, generando circa 770 milioni di chili di rifiuti tossici e rilasciando migliaia di sostanze chimiche nell’aria, nell’acqua e nel suolo.
- Fare in modo che l’industria del tabacco ripulisca il loro pasticcio
L’industria del tabacco trae profitto dalla distruzione dell’ambiente e deve essere ritenuta responsabile per la distruzione ambientale, pagare per i rifiuti e i danni, compreso il recupero del costo della raccolta di questi rifiuti.
Aiutare i coltivatori di tabacco a passare a colture sostenibili
I governi e i responsabili politici dovrebbero aiutare i coltivatori di tabacco a passare a mezzi di sussistenza alternativi e più sostenibili per ridurre l’impatto ambientale della coltivazione, della stagionatura e della produzione del tabacco, continuando, allo stesso tempo, ad attuare misure di controllo del tabacco.
Servono politiche più forti
I consumatori sono diventati più attenti all’ambiente e scelgono prodotti più sostenibili. Le multinazionali del tabacco hanno fatto della sostenibilità ambientale un pilastro integrante delle loro strategie di responsabilità sociale d’impresa e hanno adottato diverse pratiche di greenwashing (pulizia delle spiagge e commercializzazione di nuovi prodotti ecologici) per distogliere l’attenzione del pubblico dalle proprie azioni dannose per l’ambiente.
La campagna 2022 invita i governi e i responsabili politici a rafforzare la legislazione, compresa l’attuazione e il rafforzamento dei programmi esistenti per rendere i produttori responsabili dei costi ambientali ed economici della gestione dei rifiuti di tabacco. L’OMS raccomanda inoltre ai paesi di vietare completamente la pubblicità, la promozione e la sponsorizzazione del tabacco in conformità con la Convenzione Quadro sui Prodotti del Tabacco dell’OMS.
In Italia
Il consumo di prodotti del tabacco (da fumo e non da fumo) è tuttora nel nostro Paese la principale causa di morbosità e mortalità prevenibile.
Si stima che siano attribuibili al fumo di tabacco oltre 93.000 morti (il 20,6% del totale di tutte le morti tra gli uomini e il 7,9% del totale di tutte le morti tra le donne) con costi diretti e indiretti pari a oltre 26 miliardi di euro (Tobacco Atlas sesta edizione). Per quanto riguarda i tumori, il tabacco è il fattore di rischio con maggiore impatto a cui sono riconducibili almeno 43.000 decessi annui.
Nel 2021 il fumo di tabacco è più diffuso nella fascia di età che va trai 25 e i 34 anni (25.7%); in particolare, per gli uomini la quota più elevata si raggiunge tra i 25-34 anni (31.5%), mentre per le donne la fascia di età con la prevalenza più alta è quella tra i 20-34 anni, con una percentuale pari al 21% (Fonte ISTAT).
Per quanto riguarda i ragazzi, secondo l’indagine GYTS del 2018, circa uno studente su cinque dai 13 ai 15 anni ha fumato più di una sigaretta negli ultimi 30 giorni. Il fumo di sigaretta è più diffuso tra le ragazze (23,6%) rispetto ai coetanei maschi (16,2%): entrambi i dati sono in calo rispetto al 2014 (indagine GYTS 2018). È attualmente in corso l’ultima indagine GYTS (2022) che presto fornirà dati aggiornati.
Sigarette elettroniche e nuovi prodotti del tabacco
La comparsa sul mercato negli ultimi anni di nuovi prodotti a base di nicotina (dalle sigarette elettroniche ai prodotti del tabacco di nuova generazione) ha aperto nuovi scenari relativamente alle strategie di prevenzione. La loro diffusione come alternativa alle sigarette tradizionali, in particolare, rappresenta motivo di preoccupazione per la salute pubblica. Le problematiche riguardano essenzialmente i possibili effetti sulla salute legati all’eventuale presenza di sostanze pericolose nei liquidi di ricarica o nelle emissioni.
L’uso della sigaretta elettronica riguarda circa il 2,5% della popolazione con più di 14 anni e dai dati della GYTS risultano raddoppiati i giovani che la usano tra il 2014 e il 2018
I nuovi prodotti del tabacco riscaldato sono entrati nel mercato italiano nel 2015 e anche se le indagini sulla prevalenza non riescono a coglierne appieno la diffusione tra i consumatori, i dati sulle vendite ne fanno il prodotto più acquistato subito dopo le sigarette.
Anche se le aziende produttrici ne sostengono l’uso in un’ottica di riduzione del danno, le evidenze scientifiche disponibili non sono sufficienti a dimostrare che il prodotto sia associato a un’effettiva riduzione del rischio. Tale approccio non può essere adottato quale strategia di salute pubblica, che mira invece alla disassuefazione dal fumo e dall’utilizzo di prodotti del tabacco o contenenti nicotina.
Tabacco e Covid-19
La recente pandemia da Covid-19 ha avuto un impatto enorme di salute pubblica a livello mondiale e ha reso necessaria l’adozione in tutti i Paesi di misure per il contenimento del contagio e il rafforzamento delle precauzioni individuali (distanza di sicurezza, comportamenti corretti sul piano dell’igiene).
Data la trasmissione per via aerea del virus, in genere attraverso le goccioline respiratorie (droplets) diversi studi hanno cominciato ad approfondire il rapporto tra infezione e fumo, con risultati peraltro ancora non univoci e definitivi.
L’OMS già a marzo 2020 sottolineava che il fumo può aggravare situazioni patologiche come il Covid-19, dato che il tabacco comporta “una ridotta capacità polmonare che aumenterebbe notevolmente il rischio di malattie gravi”. Vari studi hanno dimostrato che il fumo di sigaretta rappresenta un fattore prognostico negativo per tali pazienti, i quali ricorrono più facilmente alla terapia intensiva o alla ventilazione meccanica o presentano un numero di sintomi da Covid-19 più elevato rispetto ai non fumatori.
Considerati i ben noti danni da fumo e le iniziali evidenze di nocività dell’uso di sigarette elettroniche, appare, pertanto, importante, anche in relazione all’epidemia da Covid-19, sostenere soprattutto i fumatori e i consumatori di prodotti con o senza nicotina verso la motivazione a smettere, con sicuri benefici, immediati e di lungo periodo, per la salute.
Tabacco e Piano Nazionale della Prevenzione
Con l’approvazione del Piano Nazionale della Prevenzione 2020-25 e dei singoli Piani Regionali, le Regioni sono state chiamate a promuovere l’adozione consapevole di uno stile di vita sano e attivo in tutte le età e nei setting di vita e di lavoro, integrando cambiamento individuale e trasformazione sociale.
All’interno del Macro Obiettivo 1 dedicato alla prevenzione delle Malattie croniche le Regioni hanno sviluppato programmi di contrasto al consumo dei prodotti del tabacco e con nicotina condivisi tra i Servizi sanitari e sociosanitari, istituzioni educative e datori di lavoro, attivando reti e comunità locali.
Telefono Verde Fumo
Il Telefono Verde contro il Fumo 800 554088, numero presente dal 2016 (D.L.vo n.6 del 2016) sui pacchetti di sigarette, è un servizio nazionale, anonimo e gratuito, promosso dall’Osservatorio Fumo, Alcol e Droga (OssFAD) dell’Istituto Superiore di sanità.
Attivo dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 16, il servizio svolge attività di consulenza sulle problematiche legate al fenomeno del tabagismo, rappresentando un collegamento tra Istituzione e cittadino-utente, un punto d’ascolto e di monitoraggio.
Per approfondire
- World NoTobacco Day 2022 Campagna OMS
- segui la diretta streaming del Convegno dell’Istituto Superiore di Sanità.
Data di pubblicazione: 31 maggio 2022 , ultimo aggiornamento 31 maggio 2022
?️R. Pacifici – @nazionale_e a convegno #ISS #NoTobaccoDay:
“Il 75 per cento dei fumatori dichiara di aver iniziato tra i 15 e i 20 anni, è questa la fascia di età a cui si deve rivolgere la prevenzione. Oltre il 9% inizia a fumare prima dei 15 anni”
#fumo #WorldNoTobaccoDay
?IN ITALIA CRESCE NUMERO DI FUMATORI
?circa 800mila in più rispetto al 2019 (+2%)
3⃣triplicato consumo di sigarette a tabacco riscaldato
?️Pacifici: il primo incremento significativo dal 2006, riguarda entrambi i sessi
?Report #fumo ISS?
#NoTobaccoDay
Comunicato Stampa N°39/2022 – Fumo: in Italia circa 800mila fumatori in più rispetto al 2019. Triplicato il consumo di sigarette a tabacco riscaldato
Pacifici: è il primo incremento significativo dal 2006 e riguarda entrambi i sessi
Il report dell’ISS in occasione della Giornata mondiale senza tabacco il 31 maggio
ISS 30 maggio 2022 – Quasi un italiano su quattro (il 24,2% della popolazione) è un fumatore: una percentuale che non era stata mai più registrata dal 2006. Dopo un lungo periodo di stagnazione si assiste quest’anno a un incremento di 2 punti percentuali: i fumatori infatti erano il 22% nel 2019, ultimo anno di rilevazione pre-pandemica. Il trend rilevato nel triennio 2017-2019 che vedeva una costante diminuzione delle fumatrici, non viene invece confermato nel 2022: quest’anno infatti si assiste a un incremento nella percentuale dei fumatori che riguarda entrambi i sessi. In aumento anche le persone che fumano sigarette a tabacco riscaldato: 3,3% del 2022 rispetto al 1,1% del 2019, ma più di una persona su tre (il 36,6%) le considera meno dannose di quelle tradizionali. Sono questi i dati più significativi del report dell’ISS diffuso oggi in occasione della Giornata mondiale senza tabacco di domani, promossa dall’OMS. Il tema proposto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per il 2022 è focalizzato sull’impatto del tabacco sul pianeta: dalla coltivazione, alla produzione, alla distribuzione e ai rifiuti. La campagna mira inoltre a evidenziare gli sforzi dell’industria del tabacco per “apparire ecosostenibile” e migliorare la propria reputazione e quella dei suoi prodotti commercializzandoli come rispettosi dell’ambiente.
“L’aumento dei fumatori rilevato dal report è un segnale che desta preoccupazione – dice Silvio Brusaferro, presidente dell’ISS – e rispetto al quale è importante attivare azioni di prevenzione a partire dai più giovani per garantire una vita più lunga, con meno disabilità e qualitativamente migliore per noi e per chi ci vive accanto”.
Anche l’incremento dei nuovi prodotti del tabacco ha contribuito ha modificare il trend degli anni precedenti.
“Il dato di quest’anno – dice Roberta Pacifici, responsabile del Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’ISS – ci conferma come la pandemia abbia significativamente influenzato le abitudini al consumo dei prodotti del tabacco e di nicotina degli italiani. I nuovi prodotti del tabacco e le e.cig si sono aggiunti al consumo delle sigarette tradizionali e i loro utilizzatori infatti sono quasi esclusivamente consumatori duali. La falsa percezione di consumare prodotti meno o addirittura non nocivi per la salute e il sentirsi autorizzati ad utilizzarli in ogni luogo, in deroga alla legge Sirchia, stanno certamente incidendo sull’aumento del loro consumo”.
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Il convegno
L’Istituto Superiore di Sanità ha organizzato, per la Giornata di domani il XXIV Convegno “Tabagismo e Servizio Sanitario Nazionale” che si terrà in sede alle ore 8.30, on line su piattaforma StarLeaf e in modalità streaming
- Il consumo
Sono 12,4 milioni i fumatori in Italia e rappresentano il 24,2% della popolazione. Gli ex fumatori sono il 14,9% della popolazione italiana e i non fumatori il 60,9%. La prevalenza più alta di fumatori di sesso maschile si registra nella fascia d’età compresa tra i 25 e i 44 anni (42,9), mentre nella fascia d’età 45-64 anni si registra la prevalenza più alta tra le donne (24,5%). Oltre i 65 anni troviamo le prevalenze più basse in entrambi i sessi.
Tra i fumatori di sesso maschile si registra anche la percentuale più alta di chi fuma più di 20 sigarette al giorno (25,6% rispetto al 13,4% delle donne) mentre tra le fumatrici la percentuale più bassa di chi fuma meno di 9 sigarette al giorno (36,0% rispetto al 31,4% degli uomini). Quasi la metà dei giovani fumatori nella fascia d’età 15-24 anni (49,8%) fuma meno di 9 sigarette al giorno, sebbene il 45,5% di essi consumi tra le 10 e le 19 sigarette/die.
Si fumano in media 11,5 sigarette al giorno. Il consumo medio giornaliero di sigarette si conferma in diminuzione, sebbene tale diminuzione consista di fatto nella riduzione di 2 sigarette in 10 anni (erano 13,6 sigarette/die nel 2011), con ancora il 20,4% di fumatori che consumano più di 20 sigarette al giorno.
Rispetto all’area geografica, la prevalenza di fumatori è più alta al Sud in entrambi i sessi: 32,6% negli uomini, 21,6% nelle donne.
Si fumano principalmente sigarette confezionate (84,9%) e sigarette fatte a mano (14,9%), sebbene queste percentuali siano in diminuzione rispetto a quanto registrato nel 2019 (90,2% per le sigarette tradizionali, 18.3% per le sigarette fatte a mano). Le sigarette fatte a mano sono significativamente più diffuse tra i giovani di sesso maschile e residenti nelle regioni del Centro Italia.
- La sigaretta elettronica e i prodotti a tabacco riscaldato
In Italia gli utilizzatori abituali e occasionali di e-cig sono il 2,4% della popolazione, ovvero circa 1.200.000 persone. Dopo un trend che vedeva negli anni precedenti una diminuzione degli utilizzatori, questi nel 2022 sembrano essere di nuovo in aumento (erano il 2,5% nel 2017, 2,1 nel 2018, 1,7% nel 2019). L’81,9% di chi usa la sigaretta elettronica è un fumatore, dunque un consumatore duale che fuma le sigarette tradizionali e contemporaneamente l’e-cig. Il 2,8% dei fumatori abituali o occasionali di sigaretta elettronica sono invece persone che prima di utilizzare l’e-cig non avevano mai fumato sigarette tradizionali.
Per quanto riguarda le sigarette a tabacco riscaldato (HTP), queste vengono utilizzate abitualmente o occasionalmente dal 3,3% della popolazione italiana, circa 1.700.000 persone. Il loro consumo è triplicato, passando dall’ 1,1% nel 2019 al 3,3% nel 2022. Relativamente alla percezione del rischio per la salute derivante dall’uso delle sigarette a tabacco riscaldato, si osserva che sebbene la maggioranza dei fumatori (il 52,2%) ritenga che esse siano dannose al pari delle sigarette tradizionali, il 36,6% ritiene che lo siano meno: quest’ultima percezione si è maggiormente diffusa tra i fumatori rispetto a quanto rilevato nel 2019 (era il pensiero del 25,3% dei fumatori). Inoltre, il 38,8% della popolazione (48,4% dei fumatori) ritiene che questa tipologia di prodotti non portino al consumo di sigarette tradizionali mentre il 26,1% degli italiani (37,2% dei fumatori) ritiene che l’esposizione passiva al consumo di sigarette a tabacco riscaldato non faccia male alla salute.
- Fumo passivo
Consentire di fumare in casa ai propri ospiti è un comportamento fortemente correlato allo stato attuale di fumatore. Infatti mentre non consente di far fumare all’interno della propria casa il 45,0% dei fumatori (erano il 48,9% nel 2019), non lo consentono il 75,4% degli ex-fumatori (erano il 74,9% nel 2019) e l’83,5% dei non fumatori (erano l’80,4% nel 2019): in diminuzione pertanto il comportamento virtuoso da parte dei fumatori, ma in aumento il divieto di fumare in casa da parte degli ex-fumatori e dei non fumatori.
Anche l’esposizione dei bambini al fumo passivo in casa è fortemente correlata alla condizione di fumatore: infatti, mentre dichiarano di esporre al fumo passivo i bambini il 22,6% dei fumatori, questa percentuale scende al 5,5% nel caso di ex-fumatori e al 4,7% dei non fumatori.
Dopo oltre 15 anni dall’entrata in vigore della legge antifumo (legge Sirchia), il rispetto del divieto di fumo nei luoghi chiusi è diventato un comportamento adottato nella maggior parte dei casi e in tutta Italia con un sostanziale rispetto della legge. Purtroppo l’introduzione sul mercato di prodotti alternativi alla sigaretta tradizionale (e-cig e sigarette a tabacco riscaldato) ed una legislazione non ancora adeguata ai nuovi scenari del mercato di questi prodotti, stanno rimettendo in discussione l’educazione al comportamento rispettoso nei confronti dei non fumatori. Infatti, il 66,8% degli utilizzatori di e-cig (erano il 62,6% nel 2019) ed il 74,6% dei fumatori di sigarette a tabacco riscaldato (erano il 62% nel 2019) si sentono liberi di usare questi prodotti nei luoghi pubblici (mezzi di trasporto pubblici, privati, locali, bar, ecc..). Gli incrementi percentuali registrati nel 2022 degli utilizzatori di entrambe le tipologie di prodotti disposti a trasgredire i divieti di fumo, mandano un ulteriore chiaro segnale di allerta nei confronti di una legislazione ancora troppo fragile nei confronti dei prodotti diversi dalla sigaretta tradizionale.
- Smettere di fumare, la piattaforma dell’ISS e il Telefono Verde
Smettere di fumare rappresenta un cambiamento importante nella vita dei tabagisti e a volte possono essere necessari più tentativi prima di riuscirci.
Per questo la piattaforma “Smettodifumare” offre la mappa geolocalizzata dei Centri Antifumo presenti sul territorio nazionale, fornendo indicazioni pratiche per un facile accesso. La piattaforma ospita anche la nuova Guida digitale Smetto di Fumare, uno strumento da leggere, compilare e personalizzare che fornisce consigli e strategie utili per abbandonare la sigaretta e superare i momenti critici. Guarda il video su come consultare la guida
- Telefono Verde Fumo
Dall’inizio della sua attività nel 2000 il Telefono Verde contro il Fumo (TVF) 800 554088 ha preso in carico oltre 98.000 telefonate e nell’ultimo anno (1 maggio 2021- 30 aprile 2022) sono giunte al Servizio oltre 8.500 telefonate. Si chiama di più dal Nord (40% delle telefonate totali) poi dal Sud e dalle Isole (37%), ed infine dal Centro del Paese (23%). Chi telefona è quasi sempre un fumatore (92%) ma non mancano le chiamate di familiari e amici che chiedono aiuto per far smettere di fumare i propri cari (7%).
La conoscenza del Telefono Verde Fumo è giunta, per la quasi totalità degli utenti, dalle avvertenze riportate sui pacchetti di sigarette (97%).
I fumatori che contattano il Servizio per il 65% sono maschi e per il 35% sono femmine e sono distribuiti in modo piuttosto omogeneo nelle diverse classi d’età senza importanti differenze di genere. La richiesta principale portata dall’utenza fumatrice è “aiuto per smettere di fumare” (95%), anche in virtù di precedenti tentativi di cessazione risultati fallimentari: il 68% dei fumatori, infatti, dichiara di aver messo in atto almeno un tentativo di smettere. Rispetto all’anno scorso, raddoppia la percentuale degli utenti che chiede informazioni sui prodotti di nuova generazione (erano lo 0,6 nel 2021, sono l’1,1% nel 2022).
Ogni telefonata si caratterizza in un intervento professionale diversificato e personalizzato, dove l’aspetto dell’accoglienza, dell’informazione e del sostegno alla motivazione a smettere si configurano elementi salienti ed imprescindibili della relazione di aiuto tra l’esperto e l’utenza.
- Centri Antifumo
L’ISS si occupa annualmente del censimento dei Centri Antifumo su tutto il territorio nazionale e l’aggiornamento concluso a maggio 2022 registra 223 Servizi. Continua pertanto il trend in diminuzione del numero dei Centri Antifumo attivi in Italia: erano infatti 268 nel 2021 e 292 nel 2019. La distribuzione dei Centri Antifumo non risulta omogenea sul territorio nazionale: il 61% dei servizi si colloca al Nord, il 17% al Centro e il 22% al Sud e nelle Isole. I Servizi offrono trattamenti integrati e per questo si avvalgono di differenti professionalità tra cui medici, infermieri professionali, psicologi. Tra le tipologie di intervento proposte il counselling individuale (68%), la terapia farmacologica (62%), la psicoterapia di gruppo (30%), la psicoterapia individuale (30%) e gruppi psicoeducativi (19%). Rispetto allo scorso anno, diminuisce la % di infermieri che presta servizio presso i centri antifumo (erano il 22% nel 2021, sono il 12% nel 2022), mentre aumenta il personale medico dedicato (erano il 29% nel 2021, sono il 41% nel 2022).
Presso i Servizi si può accedere alle prestazioni con diverse modalità e forme di contribuzione: alcune prestazioni sono gratuite per l’utente, altre soggette al pagamento del ticket o di altre tipologie contributive (quota associativa, intramoenia).
?DATI DEL REPORT #FUMO ISS
?12,4 milioni di fumatori in Italia (24,2% popolazione)
?nuovi prodotti, #ecig, #tabaccoriscaldato si aggiungono a sigarette tradizionali favorendo un consumo duale
?in media 11,5 sigarette al giorno
?Leggi?
https://iss.it/primo-piano/-/asset_publisher/3f4alMwzN1Z7/content/id/7146126
#NoTobaccoDay