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MEMORIA CORTA: TURSI EBBE 600MILA € DALLA REGIONE E FU LO STESSO DISSESTO

Per marrese 2 milioni e mezzo: è giusto?


di Massimo Dellapenna


BARDI CONTRO COSMA

Certo il salva Potenza fa scalpore perché è una routine, un’abitudine, una cosa che si ripete periodicamente ma non è l’unico caso in Basilicata. Nel replicare al sindaco di Tursi, Bardi ha evidenziato come negli anni passati sia stato proprio il comune guidato da Cosma a beneficiare del contributo della Regione Basilicata per ripianare i suoi debiti. All’epoca dei fatti il Presidente della Regione era Marcello Pittella, la regione diede al Comune della Rabatana 600.000 euro, Cosma espresse tutta la sua gratitudine spostandosi politicamente dal centrodestra di sua provenienza al variegato mondo dei supporter dell’allora governatore. Una misura straordinaria per un Comune che versava in condizioni di difficoltà.Tra l’altro alla fine non bastarono nemmeno i 600.000 euro che mamma Regione versò a Tursi per salvarla. Poco dopo, infatti, il Comune comunque andò in dissesto: oltre il danno, la beffa.

MONTALBANO (JONICO) SONO

Né diversamente avvenne per Montalbano Jonico, all’epoca come adesso guidato dall’attuale Presidente della Provincia di Matera Marrese. Nel 2017 il Comune jonico ebbe un contributo di 2.500.000 euro per evitare il dissesto. Anche in quel caso il Presidente della Regione era Marcello Pittella e la cosa passò in silenzio e sotto gamba. Un contributo straordinario di 2.500.000 euro per un Comune che ha il decimo della popolazione di Potenza e non offre servizi intercomunali non è un intervento di poco conto.

UNA PRASSI SBAGLIATA

È la prassi della Regione Basilicata quella di cui ha beneficiato Potenza, una prassi che favorisce i Comuni e le amministrazioni meno virtuose, quelle che meno hanno la capacità di far “tornare i conti” e che riescono a camminare con la proprie gambe. Una prassi che va avanti da sempre e che, nei fatti, penalizza tutte quelle amministrazioni le cui Giunte e i cui uffici sono attenti a far quadrare i conti e a riuscire a sostenere le spese con le entrate. In Basilicata, infatti, ci sono 130 comuni quasi tutti piccoli, i cui sindaci sono costretti a fare i conti con i tagli di bilancio, con le difficoltà di una macchina amministrativa spesso obsoleta e di difficile rinnovamento, con le spese spesso insostenibili e che nella maggior parte dei casi ci riescono a costo di tagli dolorosi che in molti casi non consentono di dare alla cittadinanza tutti i servizi di cui la stessa ha bisogno. Amministrare un piccolo Comune è spesso un atto eroico, un atto di sacrificio personale i cui costi non sono paragonabili ai benefici sia economici che di prestigio. Tanti sindaci dovrebbero essere premiati per il solo fatto di essere in grado di portare avanti i propri comuni senza nessun aiuto e, invece, vengono due volte danneggiati da questo tipo di reiterate scelte politiche.

Da un lato, infatti, devono tagliare le spese rispetto agli obiettivi posti, dall’altro indirettamente devono vedere che le tasse versate dai propri cittadini servono per rimpinguare le casse di chi ha deciso di governare senza badare a spese.

RENDERE CONTO DELLA GESTIONE

La regola dovrebbe essere uguale per tutti, se la Regione Basilicata ritiene di voler aiutare i Comuni dovrebbe fissare dei criteri normativi e dare un contributo ordinario per tutti proporzionato a quei parametri, in modo da consentire a tutti i Comuni, virtuosi o meno, di avere maggiori somme a disposizione per i propri cittadini. Intervenire soltanto per salvare i Comuni in difficoltà è un errore di metodo che premia chi gestisce male le risorse e penalizza i virtuosi, una sorta di doping contabile che va verso la direzione di penalizzare chi fa quadrare i conti. Forse è il caso che la Regione Basilicata non solo modifichi la propria predisposizione verso chi è in maggiore difficoltà ma anche che chieda il conto della gestione delle risorse consegnate. È contrario ad ogni regola di buon senso che chi ha beneficiato di un aiuto alle proprie dissestate finanze utilizzi risorse per organizzare panchine letterarie o spettacoli teatrali come avvenuto, per esempio, nel Comune di Montalbano Jonico beneficiario delle risorse aggiuntive della Regione Basilicata.

Un Comune che non è in grado di camminare con le proprie gambe e chiede aiuto, dovrebbe occuparsi di ripianare i debiti e di tagliare le spese non pensando di vivere come se l’aiuto regionale sia diventato una prassi. Vale per tutti, per Potenza come per tutti i Comuni della Regione, altrimenti i sacrifici dei tanti sindaci virtuosi (di qualsiasi schieramento politico) sarebbero sacrifici vani.


 

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