I DIPENDENTI DEI GRUPPI PROTESTANO DA CICALA
Dopo la denuncia del vice presidente Piro sono gli stessi dipendenti a chiedere che l’UdP si riunisca e autorizzi i pagamenti
L’inizio del secondo mandato per il presidente del Consiglio regionale Carmine Cicala è tutto in salita. Ad un mese dalla sua rielezione per il leghista Cicala ci sono stati più oneri che onori.
Questa volta però a smuovere dal torpore il rinnovato presidente Cicala è stata una delegazione dei collaboratori dei gruppi consiliari.
Un gruppo di collaboratori e parte delle “posizioni organizzative” hanno chiesto di essere ricevuti dal leghista, sul tavolo: il ritardo nel pagamento degli stipendi. La questione non è nuova, anzi.
Nei giorni scorsi il vice presidente del Consiglio Francesco Piro ha fatto propria la necessità di un cambio di passo e ha attenzionato proprio la questione degli stipendi.
Piro senza peli sulla lingua aveva sollecitato una riunione di presidenza per pianificare il pagamento dei collaboratori che ad oggi sono senza stipendio, annunciando di aver già provveduto “tasca propria” per quanto di competenza.
Ma non solo, ci sono anche altre questioni che meriterebbero un approfondimento, bollando il tutto con un serafico: «Atteggiamento incomprensibile di Cicala».
Parole che oggi trovano riscontro nelle rimostranze dei dipendenti che non avendo avuto ancora ciò che gli spetta hanno voluto incontrare direttamente Cicala. Il presidente si è trovato costretto a riceverli, giustificando i ritardi per il mancato deposito del “bilancio” regionale.
Motivo che lo avrebbe perciò spinto a chiedere comprensione ai dipendenti, impegnandosi quanto prima a risolvere la questione. Le parole del presidente però non sembrano aver rincuorato i collaboratori che restano in ogni caso in attesa almeno di conoscere la data della riunione dell’Ufficio di Presidenza. Una data che gli permetterebbe almeno di sperare in una soluzione in tempi brevi.
Ad oggi la gestione economica dei gruppi rimane impantanata, ma una data per giungere a più mite soluzione sembra ancora lontana.
Nonostante nei giorni scorsi, dopo la denuncia del vice presidente Piro, i leghisti scesi in difesa di Cicala come il commissario regionale del Partito Marti aveva garantito che una data è stata fissata dai membri dell’UdP nessuno conferma.
Per Cicala il secondo mandato comincia con non poche beghe interne. Appena eletto ha dovuto fare i conti con il caso Leone, dopo la frase sessista pronunciata dal meloniano ai danni dell’assessora Merra, e con la conseguente ira della Commissione regionale Pari Opportunità.
Poi ha dovuto incassare le critiche del vice presidente del Consiglio Francesco Piro, prima sulla comunicazione delle scelte del caso Leone fatte in «autonomia » e poi sulla mancata convocazione dell’UdP con tutto ciò che ne consegue.
E ora deve fare i conti con la rabbia dei dipendenti. Probabilmente il punto che più di tutti potrebbe costargli grande fatica diplomatica e non solo.