SENTENZA PROCESSO A MARCO VENTURI, GUP: CARLOTTA BENUSIGLIO SI È SUICIDATA
La gup Raffaella Mascarino ha assolto il Venturi dall’accusa di omicidio volontario, la condanna a sei anni è per “morte in conseguenza di altro reato”, lesioni e stalking
SENTENZA
SENTENZA PROCESSO A MARCO VENTURI, GUP: CARLOTTA BENUSIGLIO SI È SUICIDATA
La gup Raffaella Mascarino ha assolto il Venturi dall’accusa di omicidio volontario, la condanna a sei anni è per “morte in conseguenza di altro reato”, lesioni e stalking.
Il giudice ha così dato ragione alla criminologa Ursula Franco che da subito si era espressa con nettezza “quella omicidiaria è un’ipotesi insostenibile a meno che a Marco Venturi non si vogliano riconoscere dei superpoteri. A permetterci di escludere che Marco Venturi abbia stordito e poi sospeso all’albero di piazza Napoli la povera Carlotta non sono solo gli orari forniti dalle telecamere di piazza Napoli ma anche le risultanze autoptiche, lo stato degli abiti e del luogo in cui è stato ritrovato il cadavere della fidanzata.”
Carlotta Benusiglio, 37 anni, è stata trovata impiccata ad un albero di Piazza Napoli a Milano intorno alle 6.00 del 31 maggio 2016. Dopo una iniziale archiviazione come suicidio, il caso è stato riaperto e il fidanzato di Carlotta, Marco Venturi, 41 anni, è stato indagato e poi processato per omicidio volontario aggravato.
Nell’ordinanza del 15 ottobre 2020 si legge: “Il Tribunale del Riesame di Milano ritiene che non vi siano gravi indizi di colpevolezza a carico di Marco Venturi, avendo gli elementi fin qui acquisiti accertato – con rilevante probabilità – che la morte di Carlotta Benusiglio sia avvenuta per suicidio compiuto dalla stessa”
Marco Venturi è stato comunque rinviato a giudizio per omicidio nonostante Riesame e Cassazione abbiano ritenuto fondata l’ipotesi suicidaria.
Oggi è stata emessa la sentenza di primo grado: la gup Raffaella Mascarino ha assolto il Venturi dall’accusa di omicidio volontario, la condanna a sei anni è per “morte in conseguenza di altro reato”, lesioni e stalking.
L’avvocato Andrea Belotti, legale del Venturi ha così commentato:
“L’ipotesi dell’accusa che Venturi abbia strangolato e inscenato il suicidio di Benusiglio è completamente caduta, per quanto posso capire dal dispositivo del giudice di cui mi sfugge la logica sia fattuale che giuridica”
Vediamo come si erano espressi alcuni noti personaggi sul caso Venturi/Benusiglio:
La psicologa Roberta Bruzzone ha dichiarato: “Io ritengo che ci siano gli elementi per superare quanto hanno scritto i giudici del Riesame e per privilegiare l’ipotesi che ho sempre ritenuto essere quella più solida, ossia quella di matrice omicidiaria.”
Sul caso, nell’ottobre 2020, si era anche espressa anche la conduttrice Federica Panicucci: “anche perché, velocemente Gianmarco perché devo chiudere, è stata ritrovata con i piedi poggiati per terra, no? quindi eee… verosimilmente non è p-o-s-s-i-b-i-l-e che si sia i-m-p-i-c-c-a-t-a e sia morta così, perché aveva i piedi poggi… non c’era nemmeno il nodo, non c’era nemmeno il nodo.”
La criminologa Ursula Franco, già in tempi non sospetti, dichiarò che “le indagini del consulente della famiglia Benusiglio, Antonio Barili, che ha analizzato le telecamere di piazza Napoli, la piazza di Milano dove si è impiccata Carlotta il 31 maggio 2016, permettono di escludere che Marco Venturi abbia ucciso la Benusiglio, sono infatti sufficienti gli orari delle inquadrature della telecamera Napoli 14 ad escludere che Marco Venturi abbia avuto il tempo materiale di commettere un omicidio e simulare un suicidio”
In un’intervista sul caso del 16 ottobre 2020, il biologo Luciano Garofano ha dichiarato: “Sì, assolutamente sì, che hanno meno tenuta e quindi facilitano la compressione con le mani o con un altro oggetto. Il problema credo che qui sia la tempistica c’è assolutamente LA TEMPISTICA C’E’ proprio perché era facilitata ci sono… naturalmente c’è la sua presenza, ci sono tutti i precedenti che riguardano il comportamento, quindi io non credo che la pistola fumante sia le telecamere – intanto un grande plauso al team dell’avvocato Tizzoni perché io so quando si lavora dalla parte della… del… dei familiari quanto è difficile veramente fare accertare quello che dovrebbe fare spesso e non fa, per tanti motivi, la procura, però voglio dire la… le telecamere non sono la pistola fumante, ha chiuso un cerchio di elementi molto più probanti, che sono appunto sulla tempistica, sui precedenti e in realtà sulla sua presenza su quel luogo”
Di seguito la replica della criminologa Franco: “Marco Venturi è stato inquadrato in entrata e in uscita sempre e solo in Via dei Vespri Siciliani, una prima volta alle 3:40:04 e la seconda volta, 2 minuti e 22 secondi dopo, alle 3.42.26. Come è noto ormai a tutti, per raggiungere l’albero del parco di piazza Napoli al quale è stata trovata impiccata Carlotta da casa sua si impiega almeno un minuto, quindi circa due minuti ad andare e tornare, restano 22 secondi. Mi pare di capire che, secondo il biologo Garofano, un ragazzo che pesa 68 chili può strangolare fino a stordirla o a ucciderla e poi impiccare una ragazza che ne presa 60 in 22 secondi, e per di più senza neanche farle sfiorare il terreno con gli abiti, né trascinarla, mi chiedo a quale casistica faccia riferimento. Lo invito a fare degli esperimenti in merito nello studio del programma televisivo di successo Quarto Grado”
Di seguito una ormai datata analisi della criminologa Franco:
A permetterci di escludere che Marco Venturi abbia stordito e poi sospeso all’albero di piazza Napoli la povera Carlotta non sono solo gli orari forniti dalle telecamere di piazza Napoli ma anche le risultanze autoptiche, lo stato degli abiti e del luogo in cui è stato ritrovato il cadavere della fidanzata.
Partiamo dai dati statistici:
?L’omicidio per impiccamento è raro (statisticamente rappresenta meno dell’1% degli impiccamenti) ed è generalmente attuato in persone colte di sorpresa o in precedenza stordite.
?In caso di simulazione, sul cadavere si riscontreranno lesioni estranee al meccanismo dell’impiccamento e di poco precedenti alla morte.
?La simulazione di suicidio per impiccamento è generalmente messa in scena da almeno due soggetti.
Nella pratica medico legale si distinguono due tipi di impiccamento:
1) l’impiccamento COMPLETO, che interviene quando l’individuo è sospeso nel vuoto;
2) l’impiccamento INCOMPLETO, che interviene in un individuo solo parzialmente sospeso. In questo casi il soggetto viene ritrovato in piedi, in ginocchio, seduto o semisdraiato.
L’impiccamento incompleto, ormai da secoli riconosciuto dalla scienza come pratica suicidaria, scatena da sempre fantasiose ricostruzioni da parte dei parenti dei suicidi e dei giornalisti che ignorano che non solo l’omicidio per impiccamento è raro ma anche che non è necessaria la sospensione nel vuoto del corpo perché si arrivi alla morte.
Per occludere le vie aeree basta esercitare sul laccio una trazione pari ad 1/3 del peso del corpo, mentre una trazione di 3-4 kg è sufficiente ad interrompere la circolazione delle arterie carotidi e una semplice compressione del nervo vago e dei ricettori seno-carotidei può produrre l’arresto immediato del cuore con morte sincopale per inibizione riflessa.
Torniamo alle telecamere:
1) la telecamera Napoli 14, alle 3.39.21, riprende Marco e Carlotta in via dei Vespri Siciliani, una strada che porta a casa di Carlotta;
2) secondo il consulente della famiglia Benusiglio, la telecamera Napoli 12, alle 3.40.04, riprende una sagoma che si dirige verso il parco;
3) secondo il consulente, la telecamera Napoli 13, alle 3.40.10, riprende due sagome che si addentrano nel parco;
4) secondo il consulente, alle 3.40.40, il corpo impiccato di Carlotta oscura la luce del lampione;
5) secondo il consulente, la telecamera Napoli 13, alle 3.41.49, riprende una sagoma che si allontana dal parco;
6) la telecamera Napoli 14, alle 3.42.26, riprende Marco Venturi in via dei Vespri Siciliani mentre si allontana da casa di Carlotta.
Marco Venturi è stato inquadrato in entrata e in uscita sempre e solo in Via dei Vespri Siciliani, una prima volta alle 3.39.21, qualche decina di secondo prima che raggiungesse la casa di Carlotta, e la seconda volta, 2 minuti e 22 secondi dopo, alle 3.42.26, mentre si allontanava da Piazza Napoli.
Secondo il consulente dei Benusiglio, alle 3.40.04 il Venturi si sarebbe addentrato nel parco.
Per raggiungere l’albero del parco di piazza Napoli al quale fu trovata impiccata Carlotta, partendo da casa sua, si impiega almeno un minuto.
Pertanto il Venturi avrebbe dovuto stordire ed impiccare la Benusiglio in più o meno 22 secondi, un’ipotesi insostenibile a meno che a Marco Venturi non si vogliano riconoscere dei superpoteri.
Il professor Osculati e i periti del GIP hanno ritenuto più probabile l’ipotesi suicidiaria mentre altri medici legali sono giunti a conclusioni diverse.
Quando le conclusioni dei medici legali chiamati ad esprimersi sono discordanti evidentemente non è dall’esame medico legale che dobbiamo aspettarci la soluzione di un caso.
Le diatribe medico legali si superano nel momento in cui si hanno riscontri extra autoptici ad una ipotesi o all’altra. In questo caso non c’è nulla che supporti l’ipotesi omicidiaria.
La consulenza del professor Osculati è molto accurata, il consulente infatti non si è limitato allo studio delle risultanze autoptiche ma ha cercato altrove elementi che potessero supportare una delle due ipotesi, omicidiaria e suicidaria.
Nel caso di Carlotta l’ipotesi omicidiaria è smentita da molti elementi:
?Né sul corpo di Marco Venturi né su quello della povera Carlotta Benusiglio sono state osservate lesioni ascrivibili ad una colluttazione. Non solo non sono state rilevate lesioni da difesa agli arti ma neanche unghiature al collo.
?Il luogo nel quale la Benusiglio è stata ritrovata impiccata non aveva nulla della scena del crimine, non erano infatti presenti sul terreno né i segni di una colluttazione né quelli del trascinamento di un corpo.
Il giornalista Sandro De Riccardis il 7 giugno 2016 ha pubblicato sul sito di La Repubblica un’intervista ad un lettighiere accorso in aiuto di Carlotta intorno alle 6:00 del mattino del 31 maggio 2016.
Questa testimonianza è certamente di rilievo per quanto riguarda la descrizione dello stato dei luoghi non certamente per quanto riguarda le inferenze in tema di impiccamento di un soggetto incompetente in materia.
Alla domanda di De Riccardis: “Il terreno era fangoso? C’erano impronte o segni sull’erba?”, il testimone ha risposto: “No, abbiamo guardato il terreno. Era normale”
?Gli abiti di Carlotta erano puliti. Se Carlotta fosse stata stordita prima di essere impiccata, i suoi vestiti sarebbero venuti in contatto con il terreno e si sarebbero sporcati di terra. La Benusiglio non cadde a terra perché fu lei ad impiccarsi deliberatamente.
?La struttura del cappio era compatibile con quella di un cappio annodato da Carlotta stessa.
?Come già sottolineato, lo studio della tempistica permette di escludere che si sia trattato di omicidio.
Riguardo alla fantomatica sindrome di Eagle diagnosticata a posteriori alla Benusiglio, è la stessa consulente del PM a sostenere che
“si tratta di un’entità clinico nosografia ancora non perfettamente definita per la notevole eterogeneità del corredo sintomatologico ed obiettivo con cui può presentarsi”
Ammesso e non concesso che Carlotta fosse affetta da questa sindrome e che sia morta in un tempo infinitesimale senza difendersi, è impossibile che Marco sia riuscito ad appenderla all’albero in 20 secondi.
La sciarpa con cui la Benusiglio si è impiccata è risultata priva di lacerazioni e/o abrasioni e/o imbrattamenti, pertanto non si può ipotizzare che il corpo di Carlotta sia stato sollevato da terra attraverso l’uso della sciarpa a mo’ di carrucola.