L’ORBETTINO, UN RETTILE CHE NON È SERPENTE
Lisandro:”Può vivere fino a 30anni e praticare l’autotomia (staccarsi la coda); aveva 4zampe scomparse con l’evoluzione”
Questa volta il documentarista lucano Carmine Lisandro ci mostra da vicino, ma senza mai disturbare, un rettile che, per l’aspetto fisico e per il suo modo di spostarsi sul terreno somiglia ad un serpente tanto che, i meno esperti, lo scambiano per una pericolosa vipera pur essendo un animale inoffensivo che, rispetto ai colubridi, ha la pelle lucida e liscia.
«Sto parlando -spiega Lisandro- dell’Orbettino italiano, un sauro classificato dal 2013 come Anguis veronensis, una specie che vive solo in Italia e nel sud della Francia.
Questo piccolo rettile deve il suo nome, diminutivo di orbo, al fatto che si pensava fosse cieco, occhi che invece, come le lucertole, hanno le palpebre.
Un’altra caratteristica che rende questo animaletto particolare è che in origine aveva quattro zampe come tutti i sauri ma, nel corso dell’evoluzione della specie, a causa del mancato utilizzo, si sono atrofizzate.
È molto schivo e difficile da incontrare perché non avendo durante il giorno, la necessità di stare per lungo tempo al sole, si rintana in zone molto umide, sotto pietre, tronchi marcescenti, foglie morte o in buche nel terreno, per uscire alle prime luci dell’alba o verso il tramonto alla ricerca di cibo.
Nell’Orbettino italiano il dimorfismo tra i due sessi è alquanto evidente infatti le femmine, lunghe fino a 50 cm., sono più grandi dei maschi e presentano una linea dorsale scura con il ventre nero, i maschi hanno una colorazione più omogenea mentre nei giovani la parte superiore è di colore bianco giallastro con i fianchi e le parti inferiori scuri.
Il corteggiamento inizia in primavera e verso l’estate, essendo rettili ovovivipari, le uova si schiudono internamente per cui la femmina partorisce da 5 a 10 piccoli già formati, pronti ad affrontare la vita.
L’Orbettino non ha denti veleniferi e mascelle elastiche come i serpenti per cui le sue prede preferite sono esclusivamente insetti come i millepiedi, le lumache rosse e grigie, le scutigere, i lombrichi e larve di coleotteri.
Il motivo per cui l’orbettino italiano vive la maggior parte della giornata rintanato è dovuto al fatto che sono tanti gli animali che lo possono predare tra i quali i Ciconidi: la Cicogna bianca e la rarissima Cicogna nera, oppure rapaci diurni come la Poiana comune ed il Gheppio comune o l’Allocco e il Barbagianni tra quelli notturni, ma non basta tra i mammiferi ci sono la Volpe rossa e la temibilissima Donnola e, dulcis in fundo tra i serpenti la Coronella austriaca chiamata anche Colubro liscio e il temutissimo Biacco o milordo.
La Natura comunque ha dato a questo animale la capacità di poter vivere più di trent’anni sfruttando le armi che a volte lo aiutano a sfuggire ai suoi nemici.
Infatti come altri sauri è in grado di praticare l’autotomia, cioè la capacità di staccarsi la coda per disorientare il predatore anche se, al contrario delle lucertole, non ricrescerà. Un’altra chance per sfuggire ai predatori è la possibilità di percepire con la lingua le sostanze chimiche rilasciate nell’aria da altri animali, riuscendo così a capire se chi si avvicina è un predatore oppure una preda.
L’orbettino, come tutti i rettili europei è protetto dalla direttiva Habitat e dalla Convenzione di Berna motivo per cui non può essere catturato o ucciso».