MATERA, VACILLA IL TEMPIO DI SANT’AGOSTINO
Crollato un blocchetto tufaceo e alcuni frammenti dal frontone della celebre chiesa barocca dei Sassi
Al termine dell intricato groviglio storico di casupole, nel Sasso Barisano troviamo uno dei monumenti barocchi più belli d’Italia, la chiesa di Sant’Agostino la cui particolare struttura architettonica rispecchia il fiorire economico e religioso della Matera del XVII secolo.
Da una prospettiva più ravvicinata oltre ad ammirare l’imponente struttura decorativa della facciata e del corpo di fabbrica antico della chiesa, vediamo anche l’ex convento sempre di Sant’Agostino fatto da spaziose arcate e attualmente sede della Soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio della Basilicata
Il rilievo architettonico di questo bellissimo edificio barocco consiste anche nell’essere posizionato in una delle zone dei Sassi più vitali e anticamente frequentata da variegate comunità autoctone ma anche di provenienza est-europea.
Decidiamo allora di accodarci ai tanti turisti che ogni giorno vengono qui per ammirare la bellezza del convento agostiniano e non possiamo resistere alla curiosità di sollevare il nostro sguardo verso il frontone alto della chiesa che ovviamente conserva i suggestivi colori della pietra tufacea e in cima la statua di Sant’Agostino che sembra proteggere da lassù l’intera città, ma poi il nostro sguardo è stato attratto dallo spigolo del cornicione bugnato destro che sembrava avere qualcosa che non andava.
E infatti rivolgendo lo sguardo a terra abbiamo subito visto che un blocco di pietra tufacea e alcuni calcinacci sono crollati finendo sul sagrato della chiesa e così, facendo a ritroso l’intero percorso del pilastro, siamo arrivati proprio alla parte del frontone merlettato dove in effetti abbiamo visto che un grosso pezzo di tufo, parte del bugnato del cordolo decorativo, si è distaccato ed è finito a terra.
È stato inevitabile a questo punto fare una carrellata partendo dalla statua di San Pietro ripercorrendo tutto il bellissimo frontone arricchito da fregi e da piccole lesene, fino ad arrivare al lato destro dove proprio sotto i piedi di San Paolo abbiamo potuto notare come in effetti ci sia bisogno di un urgente intervento per mettere in sicurezza il cordolo e soprattutto impedire che la frattura architettonica estendendosi trascini giù l’intera statua del Santo di Tarso.
Visto poi che ci trovavamo, abbiamo pensato anche di verificare in che condizioni si trovi l’altro frontone partendo dalla facciata sinistra e risalendo lungo la linea di congiungimento del due edifici, quello della Chiesa e quello del convento. Anche qui si vede che alcuni conci tufacei del cordolo decorativo si sono dilatati e tra di essi si stanno ampliando delle intercapedini che poi l’erba, crescendo nel mezzo, rischia di far ulteriormente allargare ed eventualmente far crollare.
Nel frattempo la chiesa di Sant’Agostino cerca di difendere al meglio i suoi circa trecento anni, i turisti continuano a immortalare gli scorci più belli di questo pregevole monumento, mentre dall’alto il Santo di Ippona, nella sua nicchia continua a sorregge la città di Matera e aspetta che qualcuno presto accorra a salvare la sua chiesa