SANITÀ, DE FILIPPO: «RIORGANIZZIAMO IL SISTEMA, LE RISORSE CI SONO»
In Parlamento il deputato lucano dem nel dichiarare il voto favorevole del suo gruppo: «La riforma diventa più che probabile. La sfida è lanciata»
Ieri in Parlamento si è discusso della riforma del sistema sanitario italiano. Il deputato lucano del Partito democratico, Vito De Filippo, nella dichiarazione di voto favorevole per il suo gruppo, alla mozione riguardante la riorganizzazione dell’assistenza sanitaria territoriale, ha affermato: «Ora è possibile riformare, attraverso la riorganizzazione della sanità territoriale e di prossimità, il nostro Ssn.
La riforma, per anni una chimera, diventa più che probabile. La sfida, né semplice e né scontrata, è lanciata». «Dopo la pandemia- ha aggiunto De Filippo- il nostro paese ha a disposizione risorse enormi come la missione 6 del Pnrr, l’aumento del fondo sanitario nazionale, una novità rilevante, e il programma “Equità e salute” finanziato, per circa 700 milioni di euro, dall’Unione europea a favore delle regioni del Sud, ed è la prima volta nella storia che ciò accade ».
«Questo impone una grande capacità di governo del processo riformatore a partire da tutti i decisori pubblici coinvolti: Governo, parlamento e regioni in primis», ha sottolineato De Filippo, secondo il quale «la mozione pone indicazioni chiare e convincenti. Questa volta non mettiamo in campo solo semplici definizioni normative- ha proseguito il parlamentare Dem- ma abbiamo la garanzia di risorse finanziarie e di personale per rendere il sistema territoriale capace di affrontare le sfide straordinarie di una vera e propria transizione epidemiologica».
«Infine – ha concluso De Filippo – la mozione dà anche delle indicazioni importanti sul personale, perché le case di comunità , questa rete diffusa della sanità territoriale, deve essere animata anche con nuovo personale, costruendo nuove figure accanto a quelle dell’infermiere, del fisioterapista e dello psicologo di comunità.
Il territorio sarà il luogo di questa transizione epidemiologica che sta cambiando i bisogni del nostro welfare, ma non dobbiamo pensare solo a realizzare strutture architettoniche ma anche a formare operatori sanitari adeguatamente preparati, pensando pure al coinvolgimento del terzo settore».