AGEFORMA, STIPENDIO COMMISSARIO: IL LIQUIDATORE S’AFFIDA AGLI AVVOCATI
Dal “carrozzone” formalmente soppresso nel 2016, soldi per un parere pro veritate: più che la rideterminazione, sono i pregressi 70 mila euro annui a far sorgere perplessità
Come da prassi burocratica, in Basilicata su certe tematiche non c’è nulla di più definitivo del provvisorio.
Sul finire del 2017, poichè la procedura di liquidazione dell’Agenzia provinciale di Matera per la formazione e l’impiego (Ageforma) non era stata completata in tutte le sue fasi, necessario quello che gli atti dell’epoca definiscono come «un ulteriore periodo di tempo per portare a termine la definizione di tutti gli aspetti obbligatori».
Con stipendio da 5 mila e 833 euro mensili, 70 mila euro annui, fu nominato il Commissario liquidatore Vincenzo Marranzini.
Quell’«ulteriore periodo di tempo» per chiudere la liquidazione, l’Ageforma è formalmente soppressa dopo l’istituzione, nel 2016, dell’Arlab, dura tutt’oggi e neanche si sa quando mai finirà dato il riferimento, negli ultimi documenti contabili, agli «anni futuri ».
Nonostante per l’Ageforma «non ci sono ricavi propri della gestione in quanto la società essendo in fase di liquidazione, ha in corso esclusivamente le operazioni tipiche della liquidazione », l’Agenzia continua a spendere e non solo per lo stipendio del Commissario.
All’Ageforma, già in passato attenzionata per la vicenda dei pagamenti agli amministratori, di grane contabili, con tanto di sentenza, vedere i decreti ingiuntivi nei confronti dell’ex CdA, qualcosa ne sanno, e casualmente o causalmente, proprio l’emolumento di Marranzini deve aver creato qualche perplessità se sono mesi che va avanti l’interrogativo della rimodulazione del suo stipendio.
A inizio anno, il Commissario liquidatore aveva manifestato la disponibilità a rideterminare «congruamente » il compenso per la parte fissa e la Provincia di Matera aveva comunicato la «sussistenza delle condizioni per procedere alla rimodulazione e revisione del compenso».
Successivamente, però, la Provincia si è come tirata indietro comunicando che «relativamente alla determinazione dei compensi, nessuna competenza può essere riconosciuta in capo all’Amministrazione provinciale, essendo materia rimessa alle decisioni aziendali».
A giugno, Marranzini solo e col cerino in mano. Il compenso percepito dal liquidatore di 70 mila euro annui come «parte fissa» da dove deriva se il bando per l’individuazione del Commissario riporta che il suo compenso «sarà definito sulla base delle tariffe professionali con l’applicazione dei minimi tabellari, laddove previsti»? Il Commissario Ageforma, con 70 mila euro di stipendio annuale, percepisce più del Commissario dell’Eipli.
L’enigma è che potrebbe risultare quasi un’ammissione di colpevolezza la riduzione del compenso pari al 50%, 35 mila euro annui. Verrebbe naturale chiedersi se significa forse che 35 mila euro è congruo mentre 70 mila euro no. Non deve essere una disquisizione puramente teorica dato che nel dubbio, Marranzini ha deciso di chiedere un parere pro veritate.
Dirimente l’interpretazione dell’articolo 4, lettera a) “compenso” del contratto che sottoscrisse nel dicembre 2017. Ad ogni modo, accettato il preventivo della “Vista Società tra Avvocati Srl” con sede a Roma che redigere, per l’appunto, il parere pro veritate relativamente alla liquidazione del compenso del Commissario Liquidatore: per l’Ageforma, un esborso di altri 4 mila e 377 euro.