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RUBINO: «SAREBBE IL MOMENTO DI ASCOLTARE E GUARDARE OLTRE I VECCHI STECCATI IDEOLOGICI»

Il segretario del Pd La Regina lancia una frecciata a IV: «Definirsi centristi non vuol dire più nulla». Ma il renziano rivendica la posizione politica e rilancia con un affondo


POTENZA. Sono riusciti a imporsi con garbo e hanno dato una sonora spallata all’architrave del bipolarismo.

Sono i nuovi centristi che dopo anni e anni di annunci riescono, con un lavoro inesorabile sul territorio, a portare a casa grandi risultati lasciandosi dietro di sè i partiti che fino a ieri erano considerati dei veri e propri mostri da campagna elettorale.

Italia Viva è una di quelle forze politiche che in Basilicata ha avuto il suo grande riscatto. Nonostante c’è chi ancora oggi dal Pd con tono arcaico tuona che «viviamo in tempi dove schierarsi è necessario.

Definirsi centristi non vuol dire più nulla se non si orientano le politiche e l’economia. La storia insegna, peraltro, che quando non ci si definisce di destra o di sinistra, si finisce per rappresentare sempre la destra».

L’analisi politica è quella del baby segretario regionale del Pd Raffaele La Regina, alla guida di un partito che nelle ultime amministrative ha potuto gioire solo per la vittoria di Grassano (unico rifugio del simbolo di partito) con Filippo Luberto sindaco, bucando addirittura la sua presenza nel centro lucano più grande di questa tornata elettorale, Policoro.

Ma l’analisi di La Regina è comprensibile, considerato che la presenza di un terzo polo centrista toglie voti soprattutto al Pd.

Ma se il Pd non riesce a cambiare prospettiva e si adagia sempre nelle stesse logiche di sistema ci sono i centristi ad immaginare, e mettere in atto, un campo largo. Se c’è una cosa su cui tutti i centristi sono d’accordo è che lo spazio al centro dell’agone politico si sta progressivamente allargando, divenendo sempre più attrattivo.

I numeri d’altronde sono dalla loro parte e il messaggio chiaro di un nuovo incubatore politico lontano dalle vecchie logiche di partito lo lancia anche un amministratore lucano, come il sindaco di Moliterno Antonio Rubino: «Voglio affermare che ho diritto, oggi più che mai, a definirmi di centro: distante dai sovranismi e dai populismi che hanno fatto sempre male al Paese.

Sono certo che agli elettori e ai cittadini non interessi il tema di quale possa essere un centrosinistra buono o cattivo.

Perché se fosse quello il tema sarebbe da chiarire una volta per tutte che il centro cattolico moderato in Italia e in Europa ha una storia e una identità politica prestigiosa almeno quanto quella della sinistra, se non di più.

E pensare di imporre, ancora, dopo decenni, quel pensiero imperfetto secondo il quale la sinistra ha tutte le verità in tasca mentre tutti gli altri sbagliano a prescindere è veramente scoraggiante nel 2022».

«La realtà è che c’è un fermento politico maturato dopo 25 anni di bipolarismo in Italia che non può che germogliare in contesti nuovi dove il merito e la chiarezza non hanno targhe imposte» spiega Rubino che non perde occasione per sottolineare: «Ho i miei valori e li difendo, mi occupo di quei temi concreti sventolati dai segretari di partito, posso ben dire che mi sento schierato, con un’anima e idee chiare. Sarebbe il momento di ascoltare e guardare oltre i vecchi steccati ideologici».

Un progetto politico con idee e valori chiari spiega il sindaco di Moliterno: «Sono schierato dalla parte del garantismo e non del giustizialismo, da quella delle politiche di sviluppo e nuove opportunità e non con assistenzialismo…ecco parliamo di questo direi agli amici del Partito Democratico Basilicata e non di patenti da assegnare solo se ci si definisce di sinistra.

Credo che sia un bene avere uno sguardo internazionale, ma un nuovo pensiero riformista servirà in Basilicata per arginare la destra sovranista, non per la Colombia o la Francia. Perché Bogotà è importante mentre Policoro è Basilicata! ».


 

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