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“PIANO CAVE”, SI PROCEDE A PICCOLI PASSI VERSO LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA

C’è il rapporto preliminare, ma mancano ancora molti step: prima o poi, da affrontare anche la questione canoni


Con l’arrivo della stagione estiva, la Giunta regionale Bardi, annualmente si ricorda che bisognerebbe portare a termine la redazione del Piano regionale delle attività estrattive, più comunemente noto come “Piano Cave”. Quasi 1 anno fa, era l’agosto 2021, l’esecutivo Bardi preimpegnò per il sostenimento di spese connesse ad attività specifiche, 200 mila euro anche per collaborazioni esterne e accordi di collaborazione scientifica.

Di conseguenza, in seguito e tra le altre cose, ci fu l’ok all’affidamento di servizi di architettura e ingegneria e la convenzione di ricerca con l’Università di Basilicata DiCem per l’elaborazione della cartografia tematica con individuazione di aree a vocazione estrattiva: la cosiddetta “Carta Giacimentologica”. In materia, il relativo Decreto legislativo del 2006 prevede che i piani ed i programmi che possono avere impatti significativi sull’ambiente e sul patrimonio culturale, debbano essere sottoposti a Valutazione ambientale strategica (Vas) comprensiva della Valutazione di incidenza.

La Giunta regionale, quindi, ha ora approvato il documento di “Valutazione ambientale strategica-Rapporto preliminare”. Adottata la quasi “bozza grezza”, lo step successivo consiste nella trasmissione del Piano alle associazioni e alla platea degli Enti direttamente ed indirettamente coinvolti dallo sfruttamento della risorsa mineraria lucana. A seguito delle consultazioni, potrebbe verificarsi un aggiornamento del Piano in recepimento delle osservazioni pervenute. Vari altri passaggi sono previsti dalla procedura prima dell’approvazione finale e ultima del “Piano Cave” della Basilicata.

Dal censimento delle attività estrattive alla localizzazione delle stesse considerando lo sviluppo dei vincoli che limitano l’attività estrattiva, per così individuare le aree potenzialmente sfruttabili e quelle non compatibili o a compatibilità condizionata, si può dire, declinando l’affermazione al condizionale visto che la redazione della “Carta Giacimentologica” risulta «attività ancora in corso», che sia terminata la fase iniziale che è di carattere cognitivo. Come da refrain politico, tirato in ballo anche lo sviluppo occupazionale: «L’attività di cava può produrre significative influenze sull’aspetto socio-economico di un territorio».

Anche se, è la stessa Regione a certificare, in riferimento all’occupazione, che il comparto dell’attività estrattiva «interessa in totale, ed allo stato attuale, 55 aziende con un impiego di manodopera pari a circa 200 unità». Nel rapporto “Cave 2021” di Legambiente, veniva sottolineato oltre all’assenza in Basilicata del “Piano Cave” anche il fatto che in regione non fosse previsto un canone per l’attività. Sulla base della quantità estratta e calcolando un ipotetico canone al 20% del valore di mercato, per Legambiente il risultato degli introiti che confluirebbero nelle casse regionali sarebbe di oltre 486 mila euro.

Non casualmente, prima o poi, come riportato anche nella parte amministrativa del rapporto preliminare della Vas, la Regione dovrà decidere l’eventuale fissazione di canoni estrattivi per compensazioni ambientali e la eventuale fissazione di canoni estrattivi anche sugli scavi da effettuarsi per insediamento di strutture ed infrastrutture entro aree ricadenti nelle macrozone a vocazione estrattive


 

Ferdinando Moliterni

3807454583

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