«I GENITORI EDUCHINO I FIGLI»
Potenza, sulla movida selvaggia in centro gli esercenti non ci stanno e se la prendono con le famiglie
Dopo il pugno duro del Prefetto, Guarente corre ai ripari a modo suo: ci si potrà ubriacare per strada, ma dopo le 3
A pochi giorni dalla convocazione da parte del Prefetto di Potenza, Michele Campanaro, del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica per la disamina dell’oramai tanto discussa questione legata alla movida selvaggia che impazza, in particolare, nel centro storico del capoluogo lucano non sono mancati ad arrivare i commenti dei residenti della zona e i vari ed eventuali malumori dei gestori dei bar e locali sparsi lungo via Pretoria.
Di fatto, con il bel tempo, la chiusura delle scuole e l’allentamento delle restrizioni Covid è ripresa a pieno ritmo la movida a Potenza. E la zona più frequentata resta il Centro storico cittadino, fulcro, specialmente nel fine settimana, di adolescenti alle prese con l’abuso di alcolici e superalcolici, talvolta anche droghe, schiamazzi, degrado e atti vandalici.
Scene di normale devastazione, che pare siano diventate all’ordine del giorno, tutto a discapito dei malcapitati residenti oramai esasperati dalla peggio gioventù, al punto dal veder quasi costretto il Prefetto Campanaro ad intervenire, visto anche il silenzio da parte dell’Amministrazione comunale.
Le premesse dichiarate al Tavolo sono state ben chiare: «Dopo due anni di lockdown, dobbiamo certamente assicurare lo svago ed il divertimento dei nostri giovani – ha chiarito Campanaro – ma dobbiamo garantire che venga fatto sempre in una cornice di piena sicurezza, evitando che si ripetano comportamenti irresponsabili ed episodi violenti, come si sono registrati anche nell’ultimo fine settimana, che hanno visto protagonisti giovani minorenni in evidente stato di alterazione da abuso di alcol».
Da qui, la scelta del Prefetto di «regolamentare la movida» in tutta sicurezza urbana, chiamando a rapporto – dunque – le Forze dell’Ordine e la Polizia Locale ad impegnarsi in «un’azione di vigilanza e controllo del territorio», ma anche gli Uffici comunali incaricati di svolgere «un’attenta attività istruttoria» per il rilascio delle licenze e autorizzazioni alla vendita e somministrazione di bevande alcoliche.
In quest’ottica, oltre ad invitare il rappresentante dell’Amministrazione locale «alle verifiche sulle licenze rilasciate », il Prefetto ha disposto l’immediato rafforzamento – a partire da questo fine settimana e con cadenza periodica – dei controlli sui locali della movida potentina, attraverso servizi interforze «ad alto impatto », finalizzati al contrastare la vendita ai minori di bevande alcoliche nonché allo spaccio ed al consumo di sostanze stupefacenti.
MEGLIO TARDI CHE MAI: IL SINDACO GUARENTE EMETTE UN’ORDINANZA PER REGOLAMENTARE IL CONSUMO DI ALCOL NEL CENTRO STORICO
Ebbene, alla luce di queste premesse, è di queste ore la notizia dell’emanazione di un’ordinanza del sindaco di Potenza, Mario Guarente, all’indomani del pugno duro preso dal Prefetto Campanaro. Trattasi di direttive che il primo cittadino del capoluogo lucano ha stabilito come valide da ieri e sino al 30 settembre 2022, nel centro storico cittadino per il consumo di bevande alcoliche.
E vanno così a disporre: «Dalle ore 20,30 alle ore 3 è fatto divieto di consumare sul posto bevande alcoliche di qualsiasi gradazione; le bevande alcoliche potranno essere consumate solo negli esercizi commerciali autorizzati alla somministrazione e vendita di bevande alcoliche e nelle aree autorizzate di pertinenza degli stessi; oppure, altresì, nelle aree oggetto di autorizzazione all’occupazione di suolo pubblico per eventi di somministrazione temporanea, per la sola durata degli stessi eventi».
Guarente, inoltre raccomanda «agli esercenti e all’utenza il rispetto delle norme penali che dispongono il divieto di vendita e somministrazione di bevande alcoliche ai minori, alle persone affette da disabilità mentale e alle persone che si trovano in manifesto stato di ubriachezza, con l’avviso che sarà sanzionata qualsiasi violazione ».
Pena del mancato rispetto di tali prescrizioni, fermo restando l’applicazione delle sanzioni penali e amministrative previste da leggi e regolamenti, una sanzione amministrativa pecuniaria che può arrivare
DI CHI È LA RESPONSABILITÀ?
Su un punto però, pare, che residenti ed esercenti del centro storico di Potenza convergano: le responsabilità devono essere bilanciate.
«I residenti non sono contrari alla movida – chiarisce più di qualcuno tra loro – ma è necessaria un’azione di controllo, perché una cosa è il divertimento, un’altra l’inciviltà». Mal comune, mezzo gaudio: «A queste disposizioni del Prefetto sono assolutamente contrario – incalza Piero Coviello, gestore di uno dei locali nel centro storico – anche perché crea unicamente disagi a noi baristi e invece – dichiara – dovrebbero, a questo punto, andare in tutti i supermercati a fare controlli a tappeto perché i ragazzi, spesso e volentieri, è lì che acquistano, talvolta rubano anche, alcolici e superalcolici ».
Allude alla, pare costante, consuetudine dei giovani minorenni di acquistare bevande a loro vietate in attività dove, in primis, l’alcol costa meno e, soprattutto, dove furbamente possono “ingaggiare” qualche complice maggiorenne che faccia da delegato per acquistare le agoniate bottiglie al loro posto, in cambio di qualcuna gratis.
«Noi che invece lavoriamo, investendo soldi, tempo, energie, sangue e veleno in queste attività – continua Coviello – ci crea problemi tutte le volte». «Intensificassero i controlli! – incalza – E i genitori stessero attenti ai loro figli, perché non è mica compito nostro fare i “Carabinieri” e chiedere ogni volta il documento. Ognuno deve svolgere il proprio compito e assumersi le proprie responsabilità».
«Noi abbiamo licenza per vendere alcol e lo vendiamo cercando di rispettarne la “giusta” distribuzione però non è assolutamente corretto che a pagarne le spesse dobbiamo essere noi – conclude Piero Coviello – una volta tanto che si crea un po’ di movimento, dopo due anni di pandemia in cui siamo stati obbligati a stare fermi, ora è punto e a capo. Pazzesco!».
Di parere leggermetne diverso è un suo collega, Michele Brindisi, gestore del locale in zona San Michele, nel cuore del centro storico di Potenza: «È giusta questa restrizione della vendita di alcolici ai minorenni, ma loro ne sono consapevoli che non potrebbero farlo. È una legge nazionale che lo vieta, ma è una norma che non deve poi però fare cadere la responsabilità sulle spalle dei gestori dei bar e dei locali che ne fanno offerta – spiega Michele – perché non è sempre facile controllate tutte le volte i documenti e a volte, anzi, soprattutto il sabato quando ci sta più movimento, molte volte arrivano ragazzi che a vista appaiono molto più grandi della loro età anagrafica».
«Il discorso più grave, però – evidenzia Brindisi – dovrebbe essere rivolto all’assenza delle famiglie e al loro mancato controllo nonché azione educativa. Perché, alla fine, se tutti questi ragazzi denominati “della movida selvaggia potentina” tornano a casa sbronzi, i genitori penso – enfatizza – che se ne dovrebbero accorgere, no?!». «Credo – continua – che dovrebbero avanzare loro dei provvedimenti e delle punizioni, come accadeva ai nostri tempi.
Norme e consuetudini di civiltà che ci venivano inculcate dalla famiglia, di cui non possiamo farcene carico o sentircene colpevoli noi». Ma il problema, pare, non sia tanto l’abuso di alcol, bensì lo spaccio e il consumo di droga: «Oggi – afferma Brindisi – vedo ragazzini di 15 anni che spacciano, hanno capito che il metodo per un guadagno facile e veloce è quello…e io controlli bisognerebbe che si intensificassero spero in tal senso. Io non so dove andremo a finire, ma non è certo colpa di noi commercianti. Come si evince anche dai cartelli che abbiamo esposti nel bar noi non somministriamo alcol ai minorenni, però molte volte ci troviamo in difficoltà per chiedere l’età».
«E cmq spesso accade che bevano altrove, che vanno a coprare roba negli H24 o nei supermercati facendosi prestare una tessera da un maggiorenne oppure comprandoselo con una birra offerta in cambio di prestanome – continua Brindisi – Anzi, spesso arrivano qui già in stato comatoso da alcol e sai quante volte li abbiamo aiutati e assistiti, offrendoglibil caffè, dandogli acqua, facendoli vomitare nel bagno e spesso pulendo anche i loro escrementi? E tutto questo senza avere neppure un ritorno di gratitudine, anzi…ci puntano il dito accuse su accuse».
«E a nostro modo siamo noi che facciamo una sorta di controllo, in noi i ragazzi vedono un punto di riferimento nel caso si sentano male o esplode una rissa noi interveniamo per sedarla…» «I cattivi però siamo noi, ma non è così! Noi a modo nostro cerchiamo anche di stargli vicino, ma non spetta poi a noi il compito di educarli e benché meno controllarli.
La musica dovrebbe sì esserci, e in questo dovrebbe venirci anche un po’ incontro l’amministrazione comunale di fare delle ordinanze che permettano ai ragazzi di divertirsi in modo sano, dopodiché aumenterei delle manifestazioni per creare aggregazione e socialità perché i ragazzi è di questo che hanno bisogno ché probabilmente è per noia che i ragazzi di riversano nell’alcol e nella droga », conclude Brindisi.