DALL’ASIA A NOI, LA “TORTORA DAL COLLARE”
Lisandro: “Detta anche Tortora orientale, appartiene alla famiglia dei columbidi, e con l’uomo è confidenziale”
La Tortora dal collare è la specie che oggi ci racconta il documentarista lucano Carmine Lisandro.
“Chiamata anche Tortora orientale è un uccello proveniente dall’Asia che si è talmente assuefatto al territorio europeo che da migratore nidificante è diventato stanziale, un cambiamento che pare sia dovuto al fatto che i giovani, diventando autonomi, tendono ad allontanarsi dai luoghi natii.
La Tortora dal collare è un volatile di medie dimensioni, lunga sui 30 cm., appartenente alla famiglia dei Colombidi, che ha un piumaggio chiaro color crema, più scura sul dorso, con l’estremità della coda e la punta delle ali nere ma la cosa che la contraddistingue rispetto ai suoi consimili è un piccolo collare nero orlato di bianco sulla nuca, una caratteristica non presente nei suoi parenti più stretti come il Piccione selvatico occidentale, il Colombaccio che è il rappresentante più grande della famiglia oppure la Tortora selvatica, chiamata anche tortora comune che, a differenza dei suoi affini, non è stanziale ma migratrice.
Questo volatile si può vedere mentre è alla ricerca di semi o insetti nella pinete, o nei boschi di latifoglie, in zone pianeggianti, lungo torrenti, terreni coltivati e strade rurali comunque con presenza di alberi, ed abituati alla presenza umana, non è difficile vederli nelle periferie dei centri abitati posate sui tetti degli edifici o frequentare i parchi pubblici o giardini dove cercano semi vari, sostanze vegetali, foglie e bacche ed anche frutta, predando, a volte, insetti e piccoli Molluschi.
Il dimorfismo tra i due sessi non è molto evidente se non per il fatto che il maschio ha un piumaggio più marcato ed una corporatura un po’ più grande della femmina mentre i giovani hanno una colorazione più sbiadita. È una specie che, al di fuori del periodo riproduttivo, risulta gregaria e, soprattutto nel periodo invernale, non è raro vedere decine di individui riunirsi su piante di pioppo dove abitualmente hanno i loro dormitori”.
L’indole di questi uccelli nei confronti dell’uomo, anche se sempre vigili a volare via in caso di pericolo, è abbastanza confidenziale, cosa che Lisandro ha notato nel periodo autunno / inverno quando, a causa dell’abbassamento delle temperature e con l’arrivo della neve, ha ritenuto opportuno dare ad una coppia un po’ di assistenza alimentare per cui, quasi tutti i giorni, ho portato loro in un’area adiacente al centro abitato delle sementi, notando con soddisfazione che, dopo alcuni giorni, la coppia di Tortore con un volo agile e delicato scendeva sul terreno ed iniziavano a beccare appena giungevo sul luogo con le sementi, tollerando uccellini come fringuelli, pettirossi o passere scopaiole e scacciando invece consimili o corvidi come la Gazza ladra o la Ghiandaia con le quali non hanno un buon rapporto poiché che sono tra i predatori dei loro nidi.
“La Tortora dal collare – conclude Lisandro- è una specie monogama che ogni anno compie due o tre covate, per cui con l’arrivo della primavera, con il maschio che richiama insistentemente la femmina, vengono rinnovate quelle che sono le fasi del corteggiamento con il maschio che fa la corte alla femmina fino a quando non riesce a convincerla ad accoppiarsi. Entrambi poi si dedicano alla costruzione di un nido grossolano tra i rami degli alberi intrecciando fili di erba e ramoscelli secchi scelti con molta cura, dove vengono deposte due uova, covate dalla coppia per 15 gg. Alla schiusa i pulli, nutriti dalla coppia, si involano dopo circa tre settimane. Se durante la cova o mentre ci sono i piccoli si accorgono che il nido è stato scoperto, non esitano abbandonarlo.
La Tortora dal collare orientale è una specie protetta, in Italia è stato stimato che sono presenti dalle 400.000 alle 600.000 coppie.
Una caratteristica unica degli appartenenti alla famiglia dei Columbidi è che, quando devono dissetarsi, contrariamente ad altri volatili, hanno l’abitudine di immergere il becco per aspirare l’acqua senza alzare il capo.